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TESTO Commento su Giovanni 16,27

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (23/05/2009)

Vangelo: Gv 16,27 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno
“Il Padre stesso vi ama.”

Come vivere questa Parola?

Baserebbe questa espressione a far trasalire di gioia, anzi a trasfigurare la nostra vita, immergendola abitualmente nella gioia. Eppure non sempre è così. Troppo spesso il volto dei cristiani non riflette questa luce e, quindi, il loro messaggio non convince.

Qualcosa non funziona. Forse la fede languisce per un insensibile ma progressivo allontanarsi dalle sue radici. Si crede per inerzia, senza più chiedersi il perché, senza mai rimettere in discussione nulla. E non si è più in grado di “dar ragione della propria fede” come invita a fare S. Pietro.

Forse si ripetono meccanicamente delle frasi mandate a memoria senza averle mai ‘masticate’, ‘ruminate’ fino ad assaporarne l’intima dolcezza.

La fede è relazione d’amore con una Persona. Ma l’amore, si sa, non si apprende sui libri, esige frequentazione, ascolto, silenzio. Sì, anche silenzio, per poter ascoltare l’altro in quello che non dice verbalmente, per adorarne il mistero, per accoglierlo dentro.

Quando diciamo: “Padre”, nel nostro rivolgerci a Dio, ogni distanza è abolita per lasciar posto alla più sconvolgente realtà: una relazione inscindibile ed essenziale mi lega a lui. Io, fragile creatura che non posso trattenere fra le mie mani l’esile filo della vita, io posso fissare il mio sguardo nel volto di Dio e leggervi i segni di una paternità che continuamente mi genera nel segno della gioia.

E se lui per me è Padre, io sono figlio. SUO FIGLIO. È questa relazione indicibile, impensabile a dar ragione di ciò che segue nelle parole riportate da Giovanni: “Il Padre tesso vi ama”. Perché Padre mi ama, perché mi ama è Padre. Tutta la mia vita è immersa in questa realtà, trova qui la sua sorgente, il perché del suo esserci. Esisto perché amato da un Padre che per questo mi ha voluto.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi metterò in silenzioso ascolto della parola che il Padre pronuncia continuamente dentro di me, chiamandomi e sostenendomi nell’esistenza:

Tu sei mio figlio, oggi io ti ho generato.Mio Dio, concedimi un cuore di figlio appassionato e totalmente consegnato a una relazione d’amore destinata a non finire mai più.

La voce di una grande santa

Poiché Gesù vi ha dato un Padre così buono, procurate di essere tali da gettarvi fra le sue braccia e godere della sua compagnia.
S.Teresa d’Avila

 

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