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TESTO Questo vi comando: Amatevi gli uni gli altri!

don Roberto Rossi  

VI Domenica di Pasqua (Anno B) (17/05/2009)

Vangelo: Gv 15,9-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 15,9-17

9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

«Come il Padre ha amato me, anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore", "Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri". «Questo vi comando»! Non

di fare delle pratiche di pietà in più. Niente di tutto questo: «Amatevi

gli uni gli altri».

La nostra reazione a queste parole è quasi di fastidio: «Le abbiamo sentite mille volte! Ce le siamo sentite predicare fin dal catechismo per la prima comunione! Diteci qualcosa di nuovo, di diverso». Non si può. Non ci può essere niente di nuovo e di diverso del comandamento di Gesù.

È davvero così scontato che la gente che prega, che va a messa, che fa altre pratiche... si ama? Una volta dei cristiani dicevano: «Guardate come si amano!». Dicono così anche di noi, oggi? Oggi ci definiscono: «Quelli che vanno a messa». Se prendiamo sul serio il comandamento di Gesù, questo non è un bel modo di lasciarci identificare.

Ma cosa intende Gesù con «Amatevi»? Via ogni interpretazione sentimentale e pia che riduce tutto ad andare in giro con sorrisi sempre stampati sulla faccia!

Per Gesù, amare significa dare la vita per i propri amici. Che sono tutti, anche coloro che non conosciamo, che non ci sono simpatici. Anche coloro che ci crocifiggono.

L'amore che Gesù ci chiede è quello del samaritano. Che vede, ha compassione, si fa vicino. Che interviene, subito in prima persona: fascia le ferite all'uomo con olio e vino, lo carica sul somaro, lo porta al pronto soccorso, sta con lui fino al giorno dopo. Che si preoccupa della soluzione completa del problema.

Questo ci comanda Gesù. Con tutti. Ogni giorno. Dovunque. .

Perché l'amore è da Dio e l'amore è Dio. Se vogliamo che Dio sia presente in noi e intorno a noi, dove viviamo, lavoriamo, ci muoviamo, possiamo farlo solo con l'amore.

Le chiese, le pratiche, le attività pastorali servono se sono un mezzo per ottenere da Dio l'aiuto ad amarci tra di noi come Gesù ci chiede.

«Amatevi gli uni gli altri». Questo è un comandamento. È il comandamento! La messa e tutto il resto sono un dono per riuscire a osservarlo.

Si deve tornare a dire di noi: «Guardate come si amano». Allora la gioia di Gesù sarà in noi, e la nostra gioia sarà piena. Chi ama semina la gioia a piene mani e toglie le lacrime, libera gli oppressi, dando una famiglia a chi non l'ha. E la nostra fede sarà vera.

L'amore è la risposta al bisogno del cuore di ciascuno, è la risposta ai grandi problemi delle famiglie e della società in cui viviamo.

 

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