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TESTO Gioia di vivere

mons. Antonio Riboldi

IV Domenica di Pasqua (Anno C) (03/05/1998)

Vangelo: Gv 10,27-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».

Ogni anno la Chiesa celebra una giornata dedicata in modo particolare alla 'vocazione' e quest'anno ha voluto darle un titolo suggestivo: "Tu, Signore sei la mia gioia...Eccomi". "Ogni vocazione come risposta all'amore di Dio. Ogni vocazione è esperienza d'amore ed immagine dell'Amore di Dio".

C'è un pericoloso 'buco nero' nella vita di tanti (oggicome nel passato) ed è quello di non saper trovare o dare alla propria vita il suo significato, quello vero che ti fa dire: "Che gioia è vivere". E' solito incontrarsi con giovani e meno giovani che ti urlano in faccia: "Ma quale è il senso di questa vita che appare difficile da interpretare nel modo giusto? A volte la vita sembra un brutto scherzo da parte di non so chi".

Tanta gente non si pone neppure questa domanda ma si 'fa vivere' dalle circostante, 'vivendo alla giornata' ed è come se morisse ogni giorno. Per uscire da questo tunnel di infelicità e noia, tanti 'uccidono' la vita e la gioia abbandonandosi ai troppi 'paradisi artificiali' che il mondo offre, dalla droga al piacere, un mondo che non si cura affatto di recare vera gioia, ma si preoccupa solo di trarre tanto profitto anche da questo disagio profondo.

Eppure c'è una risposta alla domanda: vivere perché Dio che ci ha fatto dono della vita, Lui che è Amore non poteva dare che un significato di amore alla vita cui ci ha chiamato. Se il dono della vita è una vocazione alla gioia (gioia che qui su questa terra si costruisce giorno per giorno e poi sarà piena nella eternità nel Regno dei cieli), dovrebbe essere chiaro che ogni vita contiene una risposta, ossia una vocazione a dire 'si' all'amore.

E qui occorre tanto discernimento. Fin da bambino, mia mamma ogni giorno ci poneva due domande fondamentali: "Chi ti ha creato? " "Dio" era la mia risposta. "E perché Dio ti ha creato?" "Per conoscerLo, amarLo, servirLo e poi essere con Lui eternamente felici in cielo". In altre parole fin da piccoli invitava noi figli a cercare 'il filo d'oro' di quanto Dio voleva da noi, la nostra vocazione e trovatala rispondere generosamente, certi che in quella risposta c'era la grande serenità che tutti chiediamo e per cui siamo stati creati. Dio non ci ha creati per un brutto scherzo.

Se ora sono 'pastore della Chiesa', dopo un lungo cammino non sempre facile, è perché ho sempre cercato nel profondo del cuore 'la via' su cui Dio cammina con me e che ha tracciato dall'eternità, ripeto, per me.

E per tutti c'è una sapiente via tracciata dal Cuore di Dio, su cui Lui ci attende per camminare insieme verso la Sua Casa: la via comune del matrimonio, la via privilegiata della vita consacrata o quella dell'essere pastori di anime nel sacerdozio. Ognuno ha la sua via. Per tutti Dio ha creato un modo di rispondere al Suo amore così che la vita, ogni vita, sia un 'dialogo d'amore', qualche volta fatto a cielo sereno, a volte ai piedi di una croce e a volte su di essa, come Gesù.

Attualmente compio quella che per un vescovo è un momento privilegiato del suo ministero, ossia la visita pastorale alle varie comunità. Mi reco in una Parrocchia per volta e lì sosto per almeno una settimana. Faccio visita agli ammalati ed è sempre una festa, la festa della sofferenza che si incontra con l'Amore del Padre, il quale può dare un senso anche al dolore. Visitare chi soffre è sempre una grande lezione di vita, credetelo, una lezione di fede.

I momenti più belli sono quelli che io chiamo "Punti di ascolto", sia in una singola famiglia sia al centro di un quartiere o in un cortile, quando la gente è tanta. Sono incontri difficilmente descrivibili, per la gioia della gente che lascia tutto per starti vicino e meditare insieme, alla luce della Parola di Dio, sulla vita. C'è sempre un tale senso di stupore, che si ha l'impressione di avere Dio in mezzo. Appare il meraviglioso volto della Chiesa di Dio tra di noi e ogni volta è una grande festa.

Ed una delle inquietudini che appaiono nei dialoghi con il loro vescovo è appunto, il senso della vita, la vocazione per i figli, per tutti. Non sa la gente come liberarsi dalla schiavitù delle tante mentalità che contengono il 'vuoto della vita' o dalla televisione che svuota il cuore della vera gioia e costruisce sull'effimero che è appunto morire ogni giorno.

Viene allora da pregare oggi perché la vita di ciascuno ritrovi la sua 'vocazione' e nella vocazione 'la gioia' che Dio ha dato e dà.

E pregate perché tra le tante vocazioni Dio mandi 'pastori santi' nella sua chiesa, che aiutino a trovare le vie di Dio e a costruire la felicità per cui Lui ci ha creati.

 

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