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TESTO Il Padre, il Figlio e i Discepoli

don Romeo Maggioni  

V domenica T. Pasqua (Anno B) (10/05/2009)

Vangelo: Gv 17,1b-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Così parlò Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. 2Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. 3Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. 4Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. 5E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.

6Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. 7Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, 8perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.

9Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. 10Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. 11Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.

Di Gesù non abbiamo molte preghiere direttamente dette da lui: il Padre nostro, quella prima della risurrezione di Lazzaro, al Getsemani, sulla croce.. Qui abbiamo una lunga preghiera, molto intensa, al Padre: per Sé, per i suoi discepoli e per quelli che crederanno per mezzo loro.

Viene così rievocato l’intimo legame tra il Padre e il Figlio, e l’identità del discepolo la cui chiamata e risposta di fede sono tutto dono di Dio.

1) PADRE, GLORIFICA IL FIGLIO TUO

La “gloria” del Padre è rendere manifesta la sua opera di salvezza gratuita per tutti gli uomini; e Gesù proprio così riassume tutta la sua esistenza terrena: “Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare”. E ancora: “Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo”. Gesù non ha fatto nient’altro che essere il portavoce e lo strumento dell’agire salvifico di Dio tra gli uomini: “Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te”. Anzi “essi sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato”. Per cui vi è identità non solo di vedute e di azione, ma di natura e potere: “Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie”.

La manifestazione dell’amore di Dio ha un suo vertice, “l’ora”, la croce, per la quale Gesù prega perché gli riesca di andare fino in fondo nel suo gesto d’immolazione quale obbedienza al Padre, e sia quindi vera “glorificazione” del Padre: “Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te”. Lì davvero Dio ha mostrato di dare tutto, quando “non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi” (Rm 8,32). E Gesù ha vissuto al massimo grado la sua donazione a Dio e agli uomini: “Sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine” (Gv 14,1).

Realizzata la sua missione, ora si aspetta quasi un riconoscimento da parte del Padre: “E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse”. Il riferimento è sia alla risurrezione sia alla sua preesistenza nel seno del Padre. Un giorno Gesù così ha sintetizzato la sua vicenda, terrena ed eterna: “Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre” (Gv 16,28). Paolo lo dirà: “Pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso..; per questo Dio lo esaltò” (Fil 2,5-11). Esaltato ora anche nella sua umanità, portata al vertice della sintonia col Padre, in piena libertà ed eroismo.

2) CUSTODISCILI NEL TUO NOME

Nella preghiera Gesù vede i suoi discepoli anzitutto quale frutto dell’iniziativa di Dio: sono “coloro che tu mi hai dato. Erano tuoi e li hai dato a me”. Ogni vocazione alla fede viene da Dio. Gesù lo disse: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato. E’ scritto nei Profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me” (Gv 6,44-45). Non è da noi conoscere e aprirci a Dio, ma è progetto antico e dono suo. Si tratta “di una sapienza che non è di questo mondo - dice Paolo -, ma della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria” (Epist.).

E’ per il tramite di Gesù che questa sapienza giunge a noi: “Le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte”. Più precisamente per l’azione dello Spirito che è stato dato da Gesù ai suoi: “Quando verrà lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità; egli mi glorificherà perché prenderà da quel che è mio” (Gv 16,13-14). Infatti, “i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. Ora, noi abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato” (Epist.). Dal Padre, a Gesù, ai suoi: “Come il Padre ha amato me, così anche io ho amato voi. Vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi” (Gv 15,12.15).

La mira finale di questa azione è di dare “la vita eterna a tutti coloro che mi hai dato”, dice Gesù. “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio e colui che hai mandato, Gesù Cristo”. Solo così si scopre “ciò che Dio ha preparato per coloro che lo amano: cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo” (Epist.); cioè una vita ben oltre ogni nostra stesso desiderio e sogno! Solo il Padre - per l’intercessione di Gesù - può custodirci in questa speranza ben oltre ogni nostra prospettiva, restando uniti nel suo nome, cioè nella Chiesa: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome”.

Il discorso di Stefano rievoca la premura di Dio nella lunga vicenda di Israele, ma anche la loro resistenza ad ogni sua iniziativa: “Tardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo” (Lett.). La fede, cioè il nostro libero consenso, è risposta indispensabile ad ogni proposta di Dio!

 

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