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TESTO II Domenica del Tempo Ordinario

padre Paul Devreux

II Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (20/01/2002)

Vangelo: Mt 4,12-23 (forma breve: 4,12-17) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,29-34

In quel tempo, Giovanni, 29vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Gv.1,29-34.

Nel vangelo d'oggi troviamo una frase di Giovanni Battista, che ritroviamo in ogni messa, prima della comunione: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!". Cosa significa?

Io sono abituato a pagare tutto, tanto da non accorgermi più neanche della gratuità del dono della vita. Istintivamente mi viene da pagare anche Dio, con qualche sacrificio, offerta o penitenza, per farmi ben volere o per ottenere qualche favore.

Dio non ha bisogno di questi miei sacrifici e tramite Gesù mi rivela che è lui che si sacrifica per me, rinunciando a starsene tranquillo con suo Padre. In Gesù, Dio mi manifesta che mi ama e mi perdona del tutto gratuitamente, semplicemente perché Lui ha deciso cosi.

Questa gratuità è talmente sconvolgente che ho tendenza a rifiutarla, uccidendo il dono di Dio, che è Gesù per me. Ma Dio non si rimangia la parola data, e proprio tramite la croce di Gesù, mi manifesta più che mai quanto è disposto ad amarmi e a sacrificarsi per me.

Mi sembra importante puntualizzare che è Gesù che si sacrifica per me, nel senso che accetta di farsi uomo e di lasciarsi uccidere da me, perché io ho bisogno di prendermela con lui. Lo fa in ubbidienza al Padre, solo nel senso di manifestarmi che anche il Padre mi vuole bene al punto di essere disposto a lasciarmi uccidere suo figlio. Se fosse per lui, certamente preferirebbe evitarlo; come qualsiasi padre. Dio non vuole la morte di nessuno; tanto meno di suo figlio!

Gesù non è un agnello che Dio da all'uomo affinché l'uomo glielo sacrifichi; sarebbe assurdo, e stiamo attenti a non dire queste cose!?!

Gesù non si sacrifica per me al Padre, ma a me. Sono io che lo uccido (non invertiamo le parti). Il perdono viene dal fatto che Gesù non me ne fa una colpa, e continua ad amarmi; e non dal fatto che il suo sangue placa l'ira di Dio. Non facciamo di Dio un mostro(Moloc). E' vero che Gesù va in croce in obbedienza al Padre, nel senso che ubbidisce al desiderio del Padre di manifestare all'uomo fino a che punto lo ama e lo lascia libero; tanto da preferire di lasciarsi uccidere dall'uomo piuttosto che rifiutarlo.

Perciò, ad ogni messa prima della comunione, recitando queste parole di Giovanni Battista, mi viene da aggiungere: "Signore grazie perché anche oggi, in questa Eucaristia, tu vieni ad amarmi di un amore gratuito, incondizionato e fino alla morte. Per questo grazie Signore Gesù. Insegnami a nutrirmi di questa tua morte per me".

 

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