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TESTO Battesimo del Signore

padre Paul Devreux

Battesimo del Signore (Anno A) (13/01/2002)

Vangelo: Mt 3,13-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 3,13-17

In quel tempo, 13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Mt.3,13-17.

Gesù lascia Nazaret e affronta un lungo viaggio, perché desidera andare ad ascoltare il profeta: Giovanni Battista. Fa il pellegrino, alla ricerca della sua identità e vocazione.

Per scoprirla si sottomette alla via che la tradizione biblica gli indica: non ha la presunzione di capire e fare tutto da solo, ma si sottomette alla mediazione profetica di Giovanni Battista, indicatagli forse dal rabbino di Nazaret. In questo Gesù mi dà una gran lezione di saggezza e umiltà. Se lui si è sottomesso a questa via, posso io pretendere di vivere la mia fede e di fare le mie scelte con una devozione personale che sa d'autonomia e di rifiuto di dipendere dagli uomini e in ultima analisi anche da Dio? Mi viene la tentazione di credere che Gesù non abbia bisogno di nessuno perché io desidero non avere bisogno di nessuno. Invece Gesù sente il bisogno di farsi aiutare da Giovanni, come dopo sentirà il bisogno di farsi aiutare da suo Padre, e per questo passerà lunghe notti in preghiera.

Dopo aver conosciuto e ascoltato Giovani, Gesù sente il desiderio di sottomettersi anche lui al suo battesimo di penitenza. Non penso che lo fa semplicemente per darci un esempio o come gesto d'umiltà; Gesù non fa le cose per finta. Lo fa perché desidera farlo, per se. Sapendo però che non ha peccati, né nulla da rimproverarsi, che senso dà a questo suo battesimo? Cosa lo spinge a farlo?

Penso che Gesù si rimasto colpito dallo stile e dalla volontà di Giovanni Battista di aiutare il suo popolo annunciando la venuta del Regno di Dio e esortando tutti alla conversione. Penso che guardandolo e ascoltandolo nasce in lui il desiderio di fare lo stesso; e cosi farà inizialmente andando a battezzare pure lui. Penso che Gesù si lascia calare in quelle acque chiedendo a Giovanni di pregare per lui, per chiedere al Signore di convertirlo a quello stesso Spirito che ha mosso Giovanni a fare quello che fa e perché il Signore prenda definitivamente il primo posto nella sua vita.

E' la voglia d'amare e di parlare dell'amore di Dio che vuole esplodere in lui, e per fare questo chiede umilmente aiuto al Signore, sottomettendosi al battesimo di Giovanni Battista.

E' bello vedere come Gesù è libero di stimare Giovanni; non lo considera un rivale, ma un dono di Dio per lui. Potesse essere cosi anche tra di noi.

Anche Giovanni è libero di stimare Gesù e fa resistenza perché desidera essere battezzato lui da Gesù. Questi due gareggiano a stimarsi a vicenda: che bello! C'è il rischio che si prendano a secchiate ridendo e dicendo: "battezzami tu", "no, battezzami tu".

Quale grande sorpresa e gioia sarà stato per Gesù sentire la Voce che dice: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto". E' come se dicesse: "Questo è il mio figlio unico e amato (che è il senso della parola PREDILETTO), io mi riconosco nelle sue scelte".

Ascoltando questa voce Gesù intuisce la sua identità e vocazione, e gli avrà creato un grosso turbamento, per cui non torna a Nazaret, ma viene spinto dallo spirito a ritirarsi nel deserto, per andare a pregare e cercare di fare chiarezza, in mezzo a tante tentazioni.

Signore grazie perché ti sei sottomesso a questo cammino anche per me; dona anche a me questa voglia d'amare e la docilità alla tua Chiesa.

 

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