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TESTO Ho visto il Signore

don Romeo Maggioni  

Domenica di Pasqua (12/04/2009)

Vangelo: Gv 20,11-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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11Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». 16Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». 17Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». 18Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

“Non è gran cosa - scrive sant’Agostino - credere che Gesù è morto; questo lo credono anche i pagani. Tutti lo credono. La cosa veramente straordinaria è credere che egli è risorto. La fede dei cristiani sta nella risurrezione di Cristo!”. Diceva già san Paolo: “Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti” (Cor 15,19-20).

Siamo di fronte al fatto più decisivo della storia: un uomo è venuto dall’aldilà; se fosse vero, cambia la vita!

1) IL FATTO

E vero lo è, perché vi sta una precisa documentazione. Le donne trovano la tomba vuota; Maddalena lo incontra in un clima di rapporto umano tanto personale. Gli evangelisti non avrebbero portato la testimonianza delle donne se non fosse stata più che certa. Pietro, entrato nel sepolcro vuoto, “osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte” (Gv 20, 6-7). Non sarebbero rimasti così se il corpo di Gesù fosse stato rubato. L’angelo dice: è risorto!

Se Gesù è risorto, lo si può incontrare. Da qui le apparizioni: “Si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio” (Lett.). Paolo ne fa un elenco, quale documento già pacifico entro la Comunità cristiana: “A voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto” (Epist.). E’ la testimonianza di quel Paolo, cambiato da persecutore in apostolo proprio da un “violento” incontro faccia a faccia sulla strada di Damasco con questo Gesù vivo e potente! Pietro e Giovanni imprigionati, percossi e processati, con molto coraggio dichiarano: “Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20). Pronti a dare la vita, per “ciò che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono” (1Gv 1,1). “Noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti” (At 10,41). Del resto, più scettico di Tommaso: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non crederò” (Gv 20,25). Un fatto quindi, questo della risurrezione, che s’è imposto oltre ogni verifica! D’altra parte Gesù ha dichiarato: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). E’ questa sua presenza viva e sperimentata nella Chiesa che ci conferma che Lui è vivo, attivo e operante, oggi ancora salvatore e guida della sua comunità.

Risorto con il corpo, il suo corpo: Tommaso, che aveva dubbi, l’ha riconosciuto. Gesù appare nel Cenacolo e mangia: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne ed ossa, come vedete che io ho. Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi” (Lc 24,38-40). Con l’ascensione, un corpo è esaltato alla destra di Dio! Come sarà il nostro corpo risorto? Come quello di Gesù: avrà la sua stessa glorificazione, ed.. eternità!

2) LA FEDE

Con il termine risurrezione si vuol affermare la continuità tra il Gesù storico e il Cristo risorto; con il termine esaltazione si celebra la gloria divina di Cristo risorto. Era Dio, s’è fatto uomo fino alla morte; ora ritorna in Dio portando con sé l’umanità che ha assunto. Per Gesù la risurrezione segna la sua accreditazione. Egli allora è il vero Inviato (Messia) di Dio, perché il Padre lo ha risuscitato: prova per la sua missione e quindi anche segno della sua divinità. E’ il sigillo di Dio sull’opera di questo profeta. Non è un inventore di religione come gli altri. Tutti sono morti. Lui è l’unico risorto e vivo, come aveva promesso!

Nelle apparizioni non lo riconoscono subito, se non nella fede (Maria! - a Emmaus allo spezzare del pane - Giovanni: vide e credette!). Non è sufficiente la documentazione storica, occorre la fede, che è il modo di vedere e capire che nasce dall’amore e si fonda sulla Parola di Dio (ai discepoli di Emmaus Gesù spiega la sua morte alla luce delle Scritture). In questo senso è allora “visibile” anche oggi: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” (Gv 20,29). La fede non è fantasia: Gesù insiste nel mangiare, e dice a Tommaso di toccare. Non si tratta di illusioni soggettive, ma prove oggettive; trascendenti ma reali, così reali che cambiano la vita ai discepoli. La prova storica più irrefutabile della risurrezione è proprio questo capovolgimento dei discepoli: da gente spaventata e delusa durante la passione sono poi diventati missionari intrepidi. E’ un fatto non altrimenti spiegabile se non con un evento certo e forte che ha toccato la loro vita.

Questo è anche il contenuto della nostra fede. Gesù è fatto “Signore”, perché signore della signora della storia che è la morte: “Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede” (1Cor 15,17). Noi siamo cristiani perché ci fidiamo di Cristo, perché vediamo in lui l’uomo riuscito, il nostro salvatore. In quanto inizio della umanità nuova, “primizia di coloro che sono morti”, in lui leggiamo il nostro destino, cioè uno sbocco diverso alla inevitabile corsa verso la morte. “Se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Rm 8,11). Con l’uomo si rinnova anche il cosmo: “La creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi, ... nella speranza che anch’essa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione” (Rm 8,21-22). Nasce quindi il vero “materialismo” cristiano. L’unico.

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Speranza ma anche garanzia: oggi occorre credere e connettersi a Cristo vivo col battesimo, aiutati dalla signoria dello Spirito che cresce con la vita di grazia, nutrita dall’Eucaristia: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6,54).

La sera di Pasqua Gesù ha promesso il suo Spirito, il suo modo discreto ma efficace di sussidiare oggi la nostra fragile libertà. “Lasciarsi fare” dallo Spirito è il modo proprio di crescere da figli di Dio! Si tratta di vivere nella Chiesa, anticipo nel tempo della famiglia di Dio che sfocerà in Casa Trinità.

 

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