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TESTO Commento su Marco 12,28-31

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Venerdì della III settimana di Quaresima (20/03/2009)

Vangelo: Mc 12,28-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Qual è il primo dei comandamenti? Gesù rispose: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi”.

Come vivere questa Parola?

La sete fondamentale dell’uomo è quella di essere amato e di amare. E, proprio in risposta a questo, Dio ha riassunto tutta la legge nell’Amore di Dio e del prossimo.

Tutti i comandi (anche i divieti: non rubare, non uccidere, non abusare del sesso, non dire menzogna, non tradire, non ingannare) hanno senso se fanno parte della strada dell’amore. Perché solo amando con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze Dio, e amando bene il prossimo come amando bene noi stessi, realizziamo il progetto del Signore su di noi che è appunto la positività dell’amare. E solo in questo c’è per noi pace e salvezza.

Ma è pur vero che, feriti dal peccato come siamo, da noi soli non ce la facciamo ad amare. Il Signore però - dice Osea nella prima lettura - è per noi “come rugiada”, ci fa “mettere radici” nella terra buona della decisione di morire all’egoismo, pur di amare; conferisce al nostro vivere “la bellezza dell’ulivo e la fragranza del Libano”: fa della nostra esistenza un dono.

Oggi, nel mio rientro al cuore, passerò del tempo a percepirmi come ‘sete’: sete di quell’infinito Amore che è poi solamente Dio nella mia vita.

Sei Tu Signore, la mia ‘sorgente’, inondami del tuo amore, perché io possa essere fiume che porta vita intorno a sé.

La voce di una grande santa

Io ti amo, mio Dio, contemplandoti così, inchiodato alla croce imporporata dal tuo sangue. Amo il tuo amore. Al di là dei tuoi doni e delle tue promesse, quand’anche non esistessero il cielo o l’inferno, io so, mio Dio che ti amerei ugualmente.
Santa Teresa D’Avila

 

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