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TESTO Lc 16, 1-13

padre Paul Devreux

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XXV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (23/09/2001)

Vangelo: Lc 16,1-13 (forma breve: Lc 16,10-13) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,1-13

In quel tempo, 1Gesù diceva ai suoi discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. 3L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. 4So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. 5Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. 6Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. 7Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. 8Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. 9Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.

10Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. 11Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? 12E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

13Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Forma breve (Lc 16, 10-13):

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli: 10«Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. 11Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? 12E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

13Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Oggi sono chiamato a fare il bilancio della mia vita: come mi sento? Basta non fare del male a nessuno? Ma è poi vero che non faccio del male a nessuno?

L'amministratore di questa parabola pensava di farla sempre franca, sembrava che qualcuno lo proteggesse, si sentiva fortunato. Quando il padrone lo chiama è sorpreso, non se l'aspettava.

Prima o poi, da vivo o da morto, questo giorno arriva. Sono chiamato a rendere conto del bene della vita che ho ricevuto. So che sarò giudicato sull'amore. Sono tranquillo?

Quest'amministratore ha la fortuna di sapere subito qual è il verdetto: fuori! S'interroga sul da farsi e sceglie di condonare ai creditori del suo padrone quella parte sulla quale può giocare in quanto era la sua parte di guadagno. L'istinto sarebbe stato quello di accumulare il più possibile per avere delle riserve. Lui fa il contrario, perché punta sulla misericordia, sperando cosi di ottenere misericordia da qualcuno.

Ha visto giusto. La carità e la misericordia cancellano molte colpe.

Lunedì, durante una veglia per la pace, il Vescovo di Pistoia diceva più o meno cosi: "Se si fa una guerra saranno i poveri a pagare, non i colpevoli; e se non avremo misericordia, se non ci apriremo alla solidarietà verso i poveri, finiremo tutti come quelli delle torri".

Quest'amministratore avrebbe anche potuto dichiarare guerra al suo padrone, cominciando a denunciarlo per cose che sapeva solo lui, poteva diffamarlo, vendicarsi. Ha scelto un'altra strada, e ha visto giusto.

Signore aiutaci a vedere giusto anche noi, affinché possiamo costruire un mondo dove giustizia e pace possano incontrarsi.

 

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