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TESTO Commento su Ger 17,7-8

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Giovedì della II settimana di Quaresima (12/03/2009)

Brano biblico: Ger 17,7-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Dalla Parola del giorno

Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia. Egli è come un albero piantato lungo l’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell’anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti.

Come vivere questa Parola?

Il testo veterotestamentario odierno si introduce con un “maledetto” e prosegue con un “benedetto”. Chiariamo, innanzitutto, il significato dei due termini, riscattandoli dall’uso imprecatorio corrente: ‘male-detto’ equivale a ‘dire male’ e ‘bene-detto’ a ‘dire bene’.

Dell’uomo che pone la fiducia nella debolezza della propria ‘carne’ si può solo predire il male a cui va incontro e, in questo senso è un ‘male-detto’; mentre di chi pone la sua fiducia in Dio si può affermare con certezza che i suoi passi procedono su un terreno sicuro: è un ‘bene-detto’.

Il testo poi esplicita con l’eloquente immagine dell’albero abbondantemente irrorato dall’acqua. Non si dice che non conoscerà il caldo torrido dell’estate, né che gli sarà evitata la stagione della siccità. Le prove verranno, le difficoltà renderanno a volte più aspro il cammino. Come per ogni uomo, anche la vita di chi confida nel Signore sarà un intreccio di gioie e dolori. Ciò che ne farà un ‘bene-detto’ è il fatto di affrontarla poggiando su Dio, Sorgente da cui sgorga inesauribile quel fiotto tonificante di Acqua viva in cui Gesù ha ravvisato il dono dello Spirito Santo.

È lo Spirito operante in chi confida nel Signore a garantirne la fecondità anche nelle stagioni più inclementi della vita, quando tutto sembra inaridire, quando si è afferrati da un’avvilente sensazione di inutilità. Ciò che conta è far proprio l’impercettibile ma costante protendersi delle radici verso questa corrente divina, rinnovando ogni giorno quel gesto di confidente abbandono che dice fiducia piena, consegna alla sua azione.

Oggi, nel mio rientro al cuore, contatterò lo Spirito Santo che, quale corrente sotterranea, è presente in me dal giorno del battesimo. Mi abbandonerò alla sua azione, consegnandogli tutto me stesso.

Spirito Santo, Spirito d’amore, irrora la mia anima perché io possa produrre quei frutti di santità che il Padre si attende.

Le parole di un Padre apostolico

Un’acqua viva mormora dentro di me e mi dice: «Vieni al Padre».
S. Ignazio di Antiochia

 

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