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TESTO La certezza del perdono di Cristo

padre Antonio Rungi

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VII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (22/02/2009)

Vangelo: Mc 2,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 2,1-12

1Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.

3Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. 5Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».

6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». 8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, 11dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». 12Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Celebriamo oggi la settima domenica del tempo ordinario e la parola di Dio, soprattutto nel Vangelo, ci porta al cuore della missione di Cristo, che è quella della misericordia e del perdono. Nella guarigione del paralitico troviamo un messaggio di grande speranza e fiducia in Gesù Cristo: la certezza del suo perdono e soprattutto l’impegno, una volta perdonati, di non peccare più, di iniziare una vita nuova nella grazia e nella sua amicizia.

E’ di grande fascino spirituale ed umano il brano del Vangelo di oggi, che ci presenta Gesù alle prese delle tante sofferenze umane e come Egli agisca anche di fronte all’insistenza ed intraprendenza delle persone che vogliono da Lui la guarigione. Quando la necessità è grande e il bisogno di stare bene si manifesta nella nostra vita, ci aggrappiamo a tutto e soprattutto ci aggrappiamo all’aiuto di Dio, facendo tutto ciò che è umanamente possibile per ottenere ciò di cui abbiamo bisogno. Il paralitico fatto calare dal tetto in mezzo alla stanza dove sta Gesù ci dice esattamente cosa è capace di fare l’uomo quando riconosce Gesù Cristo come salvatore, come colui che può liberare non solo dalla malattia del corpo, ma soprattutto dell’anima.

Sulla misericordia di Dio è pure incentrato il primo brano della parola di Dio di oggi, tratto dal profeta Isaia. In esso troviamo espresso il progetto di Dio nei confronti del popolo eletto peccatore. Questi deve dimenticare le cose passate, e incominciare una vita nuova nel Signore. E’ un Dio che nel suo amore perdona e il popolo eletto per amore deve allentarsi dal peccato e vivere nella fedeltà alla legge di Dio.

Riflettendo sulla bontà e tenerezza di Dio nei confronti del popolo eletto e delle singole persone, San Paolo Apostolo nel brano della seconda lettura di oggi, tratto dalla sua seconda lettera ai Corinzi, ci dice esattamente da che parte il credente deve porsi per vivere la sua appartenenza a Cristo. Si deve porre dalla parte della verità, della sincerità, dell’amore, della sensibilità.

Il modello della nostra vita è Cristo, è il suo sì pieno e incondizionato alla volontà di Dio, ma anche di fedeltà all’uomo. Una fedeltà portata fino alla testimonianza suprema della morte in Croce. Nel mistero della Pasqua Cristo ci ha ridato e ridonata la speranza di una vita nuova nello Spirito Santo. Alla vigilia dell’inizio del lungo impegnativo periodo di preparazione alla Pasqua, per tutti noi si fa urgente l’appello che ci viene dalla parola di Dio di questa settima domenica del tempo ordinario: quello di rialzarsi e riprendere il cammino della vita in Dio, della vita della grazia, anche se fossimo stati toccati dai peccati più gravi. Dio ci attende per donarci il suo perdono nel sacramento della riconciliazione e della remissione dei peccati. Non possiamo essere degli eterni paralitici spirituali, bloccati nelle nostre malattie dell’anima e del corpo, incapaci di reagire. Abbiamo bisogno di rialzarci e se non siamo in grado di farlo da soli è necessario l’aiuto degli altri, come avvenne per il paralitico, presentato al cospetto di Gesù da altre mani che lo calarono dal tetto fin nel mezzo della stanza ove Gesù si trovava. Gesù attende ed accoglie. Gesù perdona e sostiene il cammino della grazia, nella misura in cui non lo rinneghiamo nuovamente con il peccato e confidando sulle sole forze personali.

Sia questa la nostra preghiera in questo giorno di festa e di speranza per una nuova vita che si apre davanti a noi ogni volta che riceviamo l’assoluzione dei nostri peccati: “Dio della libertà e della pace, che nel perdono dei peccati ci doni il segno della creazione nuova, fa’ che tutta la nostra vita riconciliata nel tuo amore diventi lode e annunzio della tua misericordia”.

 

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