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TESTO Commento su Marco 9,36-37

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (24/02/2009)

Vangelo: Mc 9,36-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

E preso un bambino lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”.

Come vivere questa Parola?

Gesù è il Maestro e più volte, con i suoi discepoli e anche con le folle che lo seguono, ricorre alla realtà del bambino per esprimere un criterio di semplicità, di purezza, un segno di riconoscimento per il Regno dei cieli. Altre volte esprime fortemente la sua tenerezza e il suo amore per i piccoli proclamando l’impegno di difenderli dal male “meglio sarebbe che gli fosse messa al collo una macina da mulino... In altri momenti, esprime il suo gaudio al Padre per aver “rivelato ai piccoli i segreti del Regno”.

Nel vangelo di oggi, invita alla loro accoglienza identificandosi con essi.

Chi si prende cura, allarga le braccia, ad un bambino, magari abbandonato, solo, accoglie il Signore. E’ una realtà meravigliosa per i cristiani. Una realtà non facile, ma che rivela Dio e lo fa entrare nella propria vita.

Accogliere non è semplice: occorre allargare le braccia e far entrare nel profondo del cuore chi ci sta di fronte, a volte senza troppo pensare, e camminare, mano nella mano, ritmando un ugual passo.

La promessa di Gesù è fantastica e dà coraggio e speranza a tutti coloro che si occupano direttamente dei ragazzi, dei bambini a costo della loro vita. Ma è pure promessa per tutti noi, che in qualche modo siamo educatori, padri o madri e accettiamo la fatica di ridiventare piccoli e poveri per riuscire a capire, per poter far parte del Regno. Infatti “se non diventerete come bambini...”.

Solo il passaporto della minorità ci dà accesso al mondo di Dio, ci dispone ad essere dimora del Padre.

Oggi, nei momenti di silenzio e preghiera che mi regalerò, chiederò al Signore la grazia dell’infanzia spirituale per potermi abbandonare, come bambino, alle sue braccia.

La voce di un grande profeta

Se non si tendono le braccia verso terra non si può sollevare un bambino. I bambini infatti sono più vicini alla terra e come la terra, vulnerabili e indifesi, ci sono dati in custodia.
Helder Camara

 

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