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TESTO Commento su Is 43,18

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

VII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (22/02/2009)

Brano biblico: Is 43,18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 2,1-12

1Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.

3Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. 5Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».

6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». 8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, 11dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». 12Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Dalla Parola del giorno

"Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche."

Come vivere questa Parola?

Un invito ben strano, se si pensa che il ricordare era uno dei doveri principali dell'Israelita, il quale non doveva mai lasciar cadere il ricordo della storia del suo popolo. Tutta la Scrittura è in fondo una grande, continua rilettura della storia della salvezza!

A prima vista verrebbe da interpretare l'invito del profeta come una esortazione a dimenticare i dolori e le sofferenze del presente, quasi a dire: passerà, non pensiamoci! Qualcosa di simile a quelle consolazioni a buon mercato che tante volte produciamo nel volenteroso tentativo di consolare qualcuno che soffre.

Ma qui si dice altro. L'invito a dimenticare si riferisce ai fatti dell'Esodo e al passaggio del Mar Rosso dei quali, in un'apparente contraddizione, il profeta fa menzione. Israele si era abituato a riferirsi a quell'episodio come prototipo dell'intervento salvifico di Dio; ma proprio questo è da dimenticare! Nel senso che adesso Dio sta per intervenire con un nuovo intervento paragonabile a quello: il ritorno di Israele in patria. Come aveva aperto una strada nel mare, ne aprirà una nel deserto. Ci sarà un nuovo esodo: “Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa.”

La salvezza di Dio non sta mai solo nel passato, essa è qui, per noi, adesso. Il fare memoria del passato, cosa doverosa, non può portarci a perdere di vista che è nel presente che Dio sta costruendo qualcosa, magari sotto forma di piccolo, appena visibile germoglio. Fare memoria della storia della salvezza serve esattamente a questo: aiutarci a capire e a vedere l'opera di Dio ora: qui e adesso.

Nel mio rientro al cuore chiederò a Dio occhi puri per vedere tutti i germogli di bene che ‘oggi’ sbocciano nella mia storia e in quella del mondo. Con cuore riconoscente e semplice, come Maria, canto:

“La mia anima canta la salvezza del Signore, il mio spirito esulta nel mio Salvatore.”

La voce di un grande pensatore

Di continuo il tuo occhio mi guarda / e io vivo del tuo sguardo, / o mio Creatore e mia salvezza.

Insegnami a capire / nella calma del tuo presente, / che io sono;
e che io sono per opera tua, / e davanti a te e per te.
Romano Guardini

 

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