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TESTO Commento su Marco 8,23-25

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Mercoledì della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (18/02/2009)

Vangelo: Mc 8,23-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quegli, alzando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini; infatti vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente”.

Come vivere questa Parola?

Di solito Gesù compie il miracolo con un solo gesto o una sola parola e non con due interventi ravvicinati come qui.

Eppure anche questo modo d’intervenire di Gesù è espressivo della libertà, magnanimità e semplicità del suo essere in mezzo agli uomini. Così come dice anche la maniera progressiva del nostro incontrare Gesù-Luce. Ciò che importa è un contatto profondo con la sua Persona umano-divina.

Toccare ed essere toccati (qui è la sua saliva che guarisce). E questo contatto è indispensabile perché ci si aprano gli occhi del cuore. Solo così riusciamo a capire qualcosa del suo Mistero e della chiamata a seguirlo, che è poi il senso, in sostanza, del nostro vivere.

L’aprire gli occhi a chi è cieco è narrato da Marco due volte. Prima che Pietro dia la sua risposta di luce alla domanda di Gesù: “E voi chi dite che io sia?” “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E prima che finisca l’ascesa a Gerusalemme e cominci la Passione del Signore. Evidentemente sono due tappe importanti circa la comprensione del mistero di Cristo.

Chi ci avrebbe potuto capire qualcosa coi soli occhi della carne, della ragione?

Oggi, nella mia oasi interiore silenziosa, sosterò a contemplare Gesù a lungo, ascoltando nel cuore le sue parole rivelative: “Io sono la luce del mondo”.

Gli chiederò: purifica, Signore il mio sguardo interiore perché impari, ogni giorno di più, a interpretare ogni evento alla luce della fede, con profonda fiducia nell’Amore-salvezza del Padre.

La voce di una contemplativa

Nel lavoro come in mezzo alla folla, per serbare un atteggiamento contemplativo, esercitati ad alzare semplicemente lo sguardo su di Lui, a entrare in contatto con Lui, a essere toccato da Lui come dall’Essere che ti è più caro al mondo.
Magdaleine de Jesus

 

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