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TESTO Commento su 1Cor 9,19.23

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (08/02/2009)

Brano biblico: 1cor 9,19.23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,29-39

29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Dalla Parola del giorno

“Pur essendo libero da tutti mi son fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero [...]. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.”

Come vivere questa Parola?

Davvero Paolo, a un certo punto della sua vita, può semplicemente affermare: “Per me vivere è Cristo”. E può proclamare anche a noi: “Cristo è la nostra pace”. Infatti ciò che ha contrassegnato la vita di Cristo, segna in profondità anche la sua. Gesù non aveva forse detto: “Non sono venuto per essere servito ma per servire”? E ancora: “Io sono in mezzo a voi come colui che serve”? L’ultimo ‘segno’ di quanto aveva detto (un segno emblematico di tutta la sua vita ‘versata’ a nostra salvezza) è quella lavanda dei piedi che nell’evangelista Giovanni sostituisce perfino il racconto dell’istituzione dell’Eucarestia che invece i sinottici (Marco, Luca e Matteo) narrano. Per Paolo dunque è importante vivere il servizio ai fratelli non tanto come una voluta abiezione, ma come una scelta della massima prossimità ai fratelli sino a “farsi debole con i deboli”. Paolo non predica una dottrina che lo ha affascinato nel suo forte intelletto. Fa ben di più! Comunica una vita diventando ‘partecipe’ della vita di quelli a cui vuole annunciare il vangelo.

Il suo modo di vivere l’annuncio diventa la scelta di servire l’altro al punto che l’altro si senta amato (mai umiliato!) proprio dentro la vicinanza, il diventare partecipe della gioia, delle fatiche, del dolore.

In una società scristianizzata e secolare com’è forte e attuale questa indicazione di Paolo! Il suo stile di evangelizzazione è anche per noi indicativo di un modo di comunicare (e si può forse non farlo?) la pace, la gioia, la certezza di fede che ci abita stando alla sequela di Cristo, vivendo realmente il battesimo.

Annunciare senza vivere questa realtà è come far risuonare una tromba con stonature e spegnere (anziché accendere) la luce del vangelo.

Signore, dammi un cuore capace di ‘condividere’ con l’altro. Dammi un cuore affettuoso e partecipe

La voce di un profeta di oggi

La mia vita consiste nel discernere negli altri ciò che li devasta, ciò che li rallegra, e nel comunicare con la sofferenza e con la gioia degli altri.
Frère Roger

 

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