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don Roberto Seregni  

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (01/02/2009)

Vangelo: Mc 1,21-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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21Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

La Liturgia ci invita a puntare la nostra attenzione in una direzione particolare: “dentro”. Quello che abbiamo ascoltato è il primo esorcismo raccontato nel Vangelo di Marco, e mi colpisce che tutto questo avvenga proprio dentro la sinagoga. Non in una viottola malfamata della periferia di Cafarnao, non in un angolo oscuro di qualche paesello sperduto, ma dentro la sinagoga. L’evangelista è chiaro: la prima liberazione dal demonio deve avvenire “dentro” la comunità. Allora, come oggi.

Lo Spirito ci invita a partire da “dentro”, da quell’impasto meraviglioso di santità e di peccato, di slanci e di fatiche, di eroismi e di mediocrità che sono le nostre comunità. Da “dentro” perché la Parola ci chiama a dirci la verità sulla nostra fede, a smuovere i macigni che impediscono di percorrere le strade della fraternità, a ritrovare i sentieri della speranza, a sbarrare i vicoli senza uscita della superficialità, a non impantanarsi nei fanghi del formalismo e dei tradizionalismi vuoti.

La Parola ci mette in discussione, a partire dai più vicini (o da quelli che si credono tali...). Siamo tutti interpellati a liberarci da quelle esperienze false e demoniache di fede che ci allontanano dal Dio bellissimo rivelato da Gesù. Il demonio sa bene chi è e vuole tenercene lontano! Da ogni falsa certezza e da ogni demoniaca fede, ci liberi il Signore!

Da una fede demoniaca che si anestetizza appena usciti dalla porta della Chiesa e rimane sedata per circa sei giorni, ci liberi il Signore.

Da una fede demoniaca che cerca un Dio lontano, irraggiungibile e faraonico, ci liberi il Signore.

Da una fede demoniaca alimentata da paura mista a superstizioni e scaramanzia, ci liberi il Signore.

Da una fede demoniaca che rimane rinchiusa dentro le staccionate del sacro, ci liberi il Signore.

Da una fede demoniaca che ci gonfia di presunzione e ci fa sentire in dovere di brandire la clava del giudizio, ci liberi il Signore.

Da una fede demoniaca che profuma solo di incenso e sacrestia, e non conosce gli odori della strada, gli aromi delle case e i profumi della fraternità, ci liberi - al più presto! - il Signore.

Buona settimana di liberazione!

don Roberto

robertoseregni@libero.it

NB. Nei "Ritagli dello Spirito" (www.oratoriotirano.wordpress.com) potrete trovare nuovi articoli. In particolare vi consiglio un primo testo di M. Buber e una bellissima riflessione sul tema del discernimento di Card. Martini.

 

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