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TESTO Commento su Marco 5,21-43

a cura dei Carmelitani  

Martedì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (03/02/2009)

Vangelo: Mc 5,21-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

1) Preghiera

Dio grande e misericordioso,
concedi a noi tuoi fedeli
di adorarti con tutta l’anima
e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo.

Egli è Dio, e vive e regna con te...

2) Lettura del Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco 5,21-43

In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giairo, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: “La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva”. Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: “Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita”.

E all’istante le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: “Chi mi ha toccato il mantello?” I discepoli gli dissero: “Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?” Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male”.

Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: “Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?” Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: “Non temere, continua solo ad aver fede!”. E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: “Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme”. Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le disse: “Talità kum”, che significa: “Fanciulla, io ti dico, alzati!” Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.

3) Riflessione

Nel vangelo di oggi, meditiamo due miracoli di Gesù in favore di due donne. Il primo in favore di una donna considerata impura a causa di un’emorragia che le durava da 12 anni. L’altro, in favore di una bambina di dodici anni, spirata da poco. Secondo la mentalità dell’epoca, chiunque toccasse il sangue o un cadavere era considerato impuro. Sangue e morte erano fattori di esclusione! Per questo, quelle due donne erano persone emarginate, escluse dalla partecipazione alla comunità.

Il punto di partenza. Gesù arriva in barca. La gente gli si unisce. Giairo, il capo della sinagoga, chiede per la figlia che sta morendo. Gesù va con lui e la gente li accompagna, spingendo da tutte le parti. Questo è il punto di partenza delle due guarigioni che seguono: la guarigione della donna e la risurrezione della bambina di 12 anni.

La situazione della donna. Dodici anni di emorragia! Per questo, viveva esclusa, poiché, in quel tempo, il sangue rendeva impura una persona, e chi la toccava diventava anche impuro/a. Marco informa che la donna aveva speso tutti i suoi averi con i medici. Ed invece di migliorare, era peggiorata. Situazione senza soluzione!

L’atteggiamento della donna. Sentì parlare di Gesù. Nacque in lei una speranza. Si disse: “Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita”. Il catechismo dell’epoca diceva: “Se io tocco il suo mantello, lui diventerà impuro”. La donna pensa esattamente il contrario! Segno che le donne non erano d’accordo con tutto quello che insegnavano le autorità religiose. La donna si mette in mezzo alla gente e, senza farsene accorgere, tocca Gesù, poiché tutti lo spingevano e lo toccavano. In quell’istante lei avvertì nel suo corpo l’avvenuta guarigione.

La reazione di Gesù e dei discepoli. Anche Gesù sentì che una potenza era uscita da lui e chiese: “Chi mi ha toccato il mantello?” I discepoli gli dissero: “Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?” Ecco apparire qui lo scontro tra Gesù ed i discepoli. Gesù aveva una sensibilità che non era percepita dai discepoli. Costoro reagirono come tutti gli altri e non capirono la reazione diversa di Gesù. Ma Gesù non fa attenzione e continua ad indagare.

La guarigione per la fede. La donna si rende conto che era stata scoperta. Fu per lei un momento difficile e pericoloso. Poiché, secondo la credenza dell’epoca, una persona impura che come lei si metteva in mezzo alla gente, contaminava tutti coloro che la toccavano. E tutti diventavano impuri davanti a Dio (Lv) (Lc 15,19-30). Per questo il castigo era la probabile lapidazione. Ma la donna ebbe il coraggio di assumere ciò che aveva fatto. “Impaurita e tremante” cadde ai piedi di Gesù e raccontò tutta la verità. Gesù dice la parola finale: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male”. (a) “Figlia”, con questa parola Gesù accoglie la donna nella nuova famiglia, nella comunità, che si formava attorno. (b) Ciò che lei pensava avvenne di fatto. (c) Gesù riconosce che senza la fede di quella donna lui non avrebbe potuto fare il miracolo.

La notizia della morte della bambina. In quel momento il personale della casa di Giairo informa che la figlia è morta. Non c’era più bisogno di disturbare Gesù. Per loro, la morte era la grande barriera. Gesù non riuscirà a oltrepassare la morte! Gesù ascolta, guarda Giairo e applica ciò che aveva appena visto, cioè, che la fede è capace di realizzare ciò che la persona crede. E dice: “Non temere, continua solo ad aver fede!”

In casa di Giairo. Gesù permette solo a tre discepoli di entrare con lui. Vedendo il trambusto provocato dalla gente che gridava e piangeva per la morte della bambina, dice: “La bambina non è morta, dorme!” La gente attorno rideva. La gente sa distinguere quando una persona sta dormendo o quando è morta. E’ la risata di Abramo e di Sara, cioè, di coloro che non riescono a credere che nulla è impossibile a Dio (Gn 17,17; 18,12-14; Lc 1,37). Anche per loro, la morte era una barriera che nessuno poteva oltrepassare! Le parole di Gesù avevano un significato molto profondo. La situazione delle comunità perseguitate al tempo di Marco sembrava una situazione di morte. Dovevano udire: “Non è morta! Voi state dormendo! Svegliatevi!” Gesù non dà importanza alla risata ed entra nella stanza dove si trova la bambina, lui solo, i tre discepoli ed i genitori della bambina.

La risurrezione della bambina. Gesù prende per mano la bambina e dice: “Talità kum!” Lei si alza. Grande trambusto! Gesù conserva la calma e chiede che le diano da mangiare. Due donne sono guarite! Una ha dodici anni di vita, e l’altra dodici anni di emorragia, dodici anni di esclusione! Ai dodici anni comincia l’esclusione della bambina, poiché cominciano le mestruazioni, comincia a morire! Gesù ha la potenza maggiore e risuscita: “Alzati!”

4) Per un confronto personale

• Qual è il punto di questo testo che più ti è piaciuto o che ti ha maggiormente colpito? Perché?

• Una delle donne è stata guarita e integrata di nuovo nella convivenza della comunità. Una bambina è stata alzata dal suo letto di morte. Cosa ci insegna questa azione di Gesù per la nostra vita in famiglia e per la nostra comunità, oggi?

5) Preghiera finale

Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
“Viva il loro cuore per sempre”.
(Sal 21)

 

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