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TESTO Commento su Marco 4,37-41

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato della III settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (31/01/2009)

Vangelo: Mc 4,37-41 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla parola del giorno

Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che moriamo?”. Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: Chi è dunque costui al quale anche il vento e il mare obbediscono?.

Come vivere questa Parola?

L’atteggiamento degli apostoli è del tutto naturale. Sono nella tempesta e temono per la loro vita. Hanno già sperimentato più volte la potenza miracolosa di Gesù, ma lui dorme e loro si sentono abbandonati. Allora il grido di aiuto “Maestro, non t’importa che moriamo?”

La risposta è immediata e miracolosa: “destatosi, sgridò il vento e disse al mare: Taci, calmati”. Di fronte allo stupore dei compagni di viaggio, tutto si calma e Gesù allora domanda: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”.

La finale del brano evangelico di oggi si riallaccia alla prima lettura. Anche nella lettera agli Ebrei, infatti, Paolo insiste sul tema della fede e porta gli esempi di uomini e donne della tradizione biblica che proprio perché hanno creduto nella promessa del Signore hanno potuto avere numerosa discendenza, generare figli in tarda età, essere a capo di popoli e regni.

La fede fa “sperare contro ogni speranza”, cancella la paura, favorisce l’abbandono alla volontà di Dio. Il che non significa immobilismo o fatalismo. Il cristiano deve far suo il proverbio: ‘Aiutati che il ciel ti aiuta’, ma può anche lamentarsi con Dio, come ha fatto Giobbe e molti uomini e donne lungo i secoli, fino ai nostri giorni.

Anche don Bosco, di cui oggi si celebra la festa, ha chiesto sempre aiuto al Signore nelle sue grandi preoccupazioni di fondatore e di educatore e ha avuto una risposta grandiosa: migliaia di figli e figlie, “una discendenza più numerosa delle stelle del cielo” quella stessa che era stata promessa ad Abramo “nostro padre nella fede”.

Oggi, nella preghiera, mi servirò delle parole di uno scrittore contemporaneo, che supplica Dio nella sofferenza, ma rimarrò aperto alla speranza:

“Perché, Signore, mi lasci gridare nella bufera? Perché, Signore, mi lasci remare contro corrente? Guarda la mia sofferenza, ricordati di me! Non restare in silenzio, ti prego, rispondimi!”

Parole di un Santo educatore

Quanti prodigi ha operato il Signore in mezzo a noi! Ma quanti più ne avrebbe compiuti se io avessi avuto più fede. Fede e preghiere, ecco le nostre armi, il nostro appoggio.
San Giovanni Bosco

 

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