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TESTO Un progetto missionario, grande come il cuore di Dio

padre Romeo Ballan  

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III Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (25/01/2009)

Vangelo: Mc 1,14-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,14-20

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Riflessioni

La festa odierna della Conversione di San Paolo, nel contesto dell’anno giubilare paolino, e la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, offrono spunti particolari di riflessione sulla Parola di Dio, la quale domanda un cambio di mentalità (conversione) e apertura al Vangelo. Infatti, dopo il Battesimo nel Giordano e l’esperienza nel deserto, Gesù inizia la sua vita pubblica con un annuncio essenziale, che Marco– l’evangelista che leggiamo in questo anno liturgico- presenta in quattro punti (v. 15): è maturato ormai iltempo della salvezza e il regno di Dio è alle porte; è tempo di convertirsi e di credere a questa buona notizia.

Il Vangelo di Marco, pur nella sua brevità e concisione, ha un suo messaggio globale e completo. “Il catecumeno nel Vangelo di Marco –il cristiano oggi, ognuno di noi– è invitato a comprendere che Dio sta per prendere possesso della sua vita e gli va incontro con una misteriosa iniziativa, che egli è chiamato ad accettare” (Carlo M. Martini). Dall’inizio alla fine, una domanda insistente percorre i 16 capitoli di Marco: “Chi è Gesù?”

I numerosi miracoli di guarigioni e quella dottrina nuova insegnata con autorità da un Maestro sorprendente (1,27), culminano nella professione di fede di due testimoni oculari coincidenti: il discepolo Pietro, che afferma: “Tu sei il Cristo” (8,29) e il centurione pagano, che ai piedi della croce dichiara: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio” (15,39). Tali affermazioni –poste a metà e alla fine del Vangelo di Marco- ricevono conferma immediata nell’avvenimento della risurrezione (16,6).

Il nucleo del messaggio di Gesù è che l’iniziativa di Dio per salvare il mondo è già in atto: con l’incarnazione del Figlio, Dio ha messo la sua tenda definitiva in mezzo agli uomini; in Gesù Cristo il Regno ha raggiunto la pienezza; la salvezza di tutti passa necessariamente attraverso la Persona del Dio che ha preso carne umana. L’avvenimento è tale da giustificare pienamente le richieste di Gesù: “Convertitevi e credete nel Vangelo” (v. 15) e la decisione radicale nel seguirlo “subito” lasciando da parte affetti e interessi personali (v. 18.20). La conversione comporta un cambio totale di mentalità riguardo al modo di vedere Dio, l’uomo e il creato. Da parte di Dio non vi saranno altre proposte: il Vangelo è già tutto presente in Gesù, non ve ne sarà un altro. Il Vangelo-Buona Notizia non è un libro di dottrina o di teorie spirituali: è una Persona,

è Gesù stesso. I primi quattro discepoli (v. 16-20), e in seguito gli altri, non seguono una dottrina sia pur meravigliosa, ma una Persona. Lo sentono affidabile, gli aprono il fondo del cuore, gli affidano il loro destino. Pur con qualche fragilità, Lo seguiranno fino a dare la loro vita per Lui!

Il Maestro chiama i discepoli, li forma, li trasforma, li invia. La sequela conduce sempre alla missione: Gesù li fa pescatori di uomini (v. 17), portatori di un nuovo progetto di vita, la Buona Notizia per eccellenza. La famiglia umana ha estremo bisogno del Vangelo, per poter vivere in pienezza, come spiega San Paolo (II lettura), pur in mezzo a situazioni di precarietà, senza soccombere alle seduzioni degli idoli di turno, dato che “passa la figura di questo mondo!” (v. 31).

Dio ama tutte le persone e le vuole felici: ne è prova l’avvenimento che ha nome Cristo! Portare questo messaggio fino ai confini del mondo è compito di tutti i suoi seguaci, chiamati ad essere discepoli e missionari dal cuore grande, a imitazione del cuore di Dio.

Non persone grette, testarde e gelose come Giona (I lettura), profeta che, in un primo momento, fugge per non adempiere il mandato missionario di Dio che lo manda presso i popoli pagani di Ninive; e in seguito compie l’annuncio solo parzialmente, “per un giorno di cammino” (v. 4), sedendosi alla fine a protestare contro Dio, perché è “buono e misericordioso”,

sempre pronto al perdono, soprattutto verso i lontani (Giona 4). Questa universalità è un valore fondamentale a tutti i livelli: per i contenuti del messaggio (il Vangelo), per i destinatari dell’annuncio (tutti i popoli, tutti i credenti in Cristo), per i missionari e le missionarie, che il Signore chiama, anche oggi, ad essere portatori del Suo messaggio di salvezza. Per questo Gesù chiamò i primi discepoli (Vangelo) e Paolo, il quale ha messo in evidenza, con decisione, la forza del Vangelo e l’universalità della salvezza offerta a tutti i popoli. (*) È un messaggio di vita da riscoprire e rilanciare nell’anno paolino.


Parola del Papa

(*) “San Paolo aveva ben compreso che solo in Cristo l’umanità può trovare redenzione e speranza. Perciò avvertiva impellente e urgente la missione di «annunciare la promessa della vita in Cristo Gesù» (2Tm 1,1), «nostra speranza» (1Tm 1,1), perché tutte le genti potessero partecipare alla stessa eredità ed essere partecipi della promessa per mezzo del Vangelo (cf Ef 3,6). Era cosciente che priva di Cristo, l’umanità è «senza speranza e senza Dio nel mondo» (Ef 2,12) – senza speranza perché senza Dio”.

Benedetto XVI

Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, ottobre 2008, n. 1

Sui passi dei Missionari

- 25/1: Conversione di San Paolo, apostolo delle genti. Sulla strada di Damasco è nato non solo un cristiano, ma il più grande missionario della storia.

- 25/1: Giornata mondiale dei Malati di Lebbra, fondata da Raoul Follereau nel 1954. Il tema per il 2009 (56° giornata) è: “Salviamo la bellezza dell’uomo dalla lebbra”.

- 26/1: SS. Timoteo e Tito, collaboratori di S. Paolo, vescovi, rispettivamente, di Efeso e di Creta.

- 27/1: S. Angela Merici (1474-1540), fondatrice della Compagnia di Santa Orsola (Orsoline), pioniere fra le donne di vita consacrata nel mondo, al di fuori dei tradizionali monasteri conventuali.

- 28/1: S. Tommaso d’Aquino, dottore della Chiesa; la sua Summa contra Gentiles è uno dei primi manuali per missionari fra i non cristiani, in particolare i mussulmani.

- 29/1: S. Giuseppe Freinademetz (1852-1908), della Società del Verbo Divino, missionario in Cina.

- 30/1: Memoria di Mohandas Karamchand Gandhi, detto il “Mahatma” (l’anima grande) dell’India (1869-1948), leader della “non-violenza-attiva”, assassinato a Delhi.

- 31/1: S. Giovanni Bosco (1815-1888), fondatore della famiglia Salesiana; inviò i suoi primi missionari salesiani in Argentina.

 

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