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TESTO Commento su Giovanni 1,35-42

don Stefano Varnavà

II Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (18/01/2009)

Vangelo: Gv 1,35-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Il Vangelo di oggi ci dà la possibilità di conoscere meglio Andrea, fratello di Pietro. La Chiesa russa vede in lui il "primo chiamato" da Gesù.

Andrea era già discepolo di Giovanni il Battista e senza dubbio era stato battezzato nell'acqua del Giordano. Ma la cosa che più colpisce, è che era stato lui a cercare Giovanni: Andrea era una persona che "cercava" qualche cosa di profondo dentro di sè; faceva parte di quel rinnovamento che era in atto prima della venuta di Gesù nel popolo ebraico. Rinnovamento che ha dato origine a gruppi e a congregazioni tipo gli Esseni che aspettavano la redenzione e il riscatto d'Israele, non solo come una chimera, ma preparando se stessi a quel momento.

Andrea appena sente parlare di Giovanni, si muove da Betzaida, segue il Giordano (che usciva dal lago di Genezareth) e arriva fin quasi in Giudea per farsi battezzare.

Ci troviamo di fronte a un uomo che "si muove" per andare a vedere, a constatare di persona.

Noi siamo abituati al "sentito dire", noi conosciamo gli articoli dei giornali, ma difficilmente conosciamo le persone direttamente; al massimo le abbiamo viste in fotografia o in qualche spezzone televisivo. Andrea invece, va... vuole conoscere di persona, ed è così che conosce Giovanni Battista.

Andrea prima ancora di essere chiamato da Gesù Cristo si era già mosso.

Ad Andrea, come discepolo di Giovanni, si apre una nuova strada, una strada che viene raccontata da Giovanni Evangelista, che, molto probabilmente, era colui che lo accompagnava: Andrea e Giovanni.

Giovanni Battista fissa lo sguardo su Gesù che passa e dice: "Ecco l'Agnello di Dio". Per noi questo termine è diventato consuetudinario. Gesù viene chiamato l'Agnello di Dio, Colui che si sacrifica per riscattare e per coprire o per lavare le colpe del popolo.

A quei tempi l'agnello era l'animale che si sacrificava nella festività pasquale e il cui sangue veniva asperso sui presenti per ricevere il perdono da tutte le colpe (senza bisogno di andare a confessarsi da un Sacerdote o altri...), quindi l concetto di "agnello" è molto più vasto di quello che possiamo pensare.

Alla rivelazione del Battista: "Ecco l'Agnello di Dio...", Andrea e Giovanni seguono Gesù. Il loro pensiero è: "Se questi è l'Agnello di Dio, se questa è la Persona che completa l'opera di Giovanni, lo vogliamo conoscere". E Gesù che non ha mai messo nessuno in imbarazzo, anzi ha tolto molti dall'imbarazzo, (come narra Giovanni) sente il desiderio di questi due che Lo seguono ma non hanno il coraggio di parlarGli, quindi si ferma: "Gesù si voltò e disse: chi cercate?".

A questa domanda, non si sa se la risposta venga data perché è la prima che si è presentata alla loro mente, sta di fatto che dicono: "Rabbì dove abiti?", e Gesù: "Venite e vedrete".

Sono le quattro del pomeriggio, vanno, Lo seguono e vedono dove abita Gesù: "Quel giorno si fermano presso di Lui".

Andrea è colui che "arriva" di persona, fisicamente, per una intuizione spirituale, per una ricerca spirituale, per un desiderio spirituale.

Le persone di questo genere non sono persone che hanno moltissime manifestazioni esterne, anzi, sono persone quasi nascoste.

La caratteristica che Andrea porterà avanti nel luogo dove poi annunzierà il Vangelo sarà proprio una caratteristica molto spirituale ricca di intuizioni spirituali.

Andrea aveva un buon "fiuto", sapeva dove andare: è andato prima da Giovanni Battista e poi da Gesù, e questa sua caratteristica è rimasta nella sua Chiesa.

Andrea è il protettore, l'evangelizzatore della Chiesa che noi chiamiamo orientale, o Russa; la sua caratteristica interiore, il suo dare la preminenza più all'intuizione che all'analisi è rimasta nella sua Chiesa, quella Chiesa che lui ha istituito, ha costruito parallelamente a quella di Roma dove si era fermato suo fratello Pietro.

C'erano altre persone che avevano in se stesse il desiderio del Messia, il desiderio di "qualcosa" di più grande, per esempio Matteo, il quale, quando sente Gesù che parla dalla navicella di Pietro, capisce che è Gesù la Persona che darà una risposta a tutti i suoi problemi interiori, tanto è vero che quando Gesù gli dice: "Vieni e seguimi", lascia tutti i suoi conti e Lo segue.

Matteo viene chiamato, Andrea invece è il primo "chiamante".

Andrea va a trovare suo fratello Simone e gli annuncia con gioia che ha trovato. Quando uno annuncia con gioia: ho trovato, vuol dire che cercava.

Andrea dice al fratello: "Abbiamo trovato il Messia", e il fratello lo segue.

Sappiamo da Marco che sia Pietro che Andrea, erano di Betzaida, la città in cui Gesù guarì dalla febbre la suocera di Simon Pietro.

Per mezzo del Vangelo siamo venuti a conoscenza anche di altri piccoli particolari che ci fanno comprendere la figura di Andrea, figura che purtroppo nella tradizione romana è stata messa un poco da parte, perché i romani vedevano e magnificavano più se stessi che gli altri! E' questo il motivo per il quale non conosciamo bene (purtroppo) la storia di tutti gli apostoli: gente che è andata in tutto il mondo e che ha portato il cristianesimo in tutto il mondo in brevissimo tempo.

Conosciamo bene la storia di Roma, di tutto quello che è avvenuto a Roma, ma degli apostoli o delle località da loro visitate ed evangelizzate niente...! Ecco perché ci sono delle Chiese nazionali che cercano di rivendicare il loro ruolo e la loro figliolanza su uno dei dodici apostoli (il Signore ne ha presi dodici e non uno!).

Andrea, in un altro punto del Vangelo, quando Gesù guardando la folla affamata interroga Filippo: "Dove possiamo comprare il pane?", intuendo (ecco di nuovo l'intuizione di Andrea) conduce un ragazzo con cinque pani d'orzo e due pesci. Andrea ha intuito che Gesù vuol fare qualche cosa di straordinario!

L'altro apostolo dice: "Ma che cosa si può fare con cinque pani e due pesci?" (analisi e non intuizione: si analizza il fatto ma non basta!), invece Andrea porta il ragazzo, che ha solo cinque pani d'orzo e due pesci, davanti a Gesù.

Tutti i particolari sulla vita di Andrea: l'incontro con Gesù, il miracolo dei pani e i pesci, sono raccontati da Giovanni, perché Giovanni era sempre insieme ad Andrea: si conoscevano molto bene ed erano amici.

Sempre loro due, Andrea e Giovanni, fanno incontrare alcuni greci, che erano venuti a Gerusalemme, con Gesù. Ecco di nuovo Andrea "chiamante": cerca di portare le persone che sono come lui, cioè che cercano veramente Dio, a Gesù.

Questi greci si erano avvicinati a Filippo (anche lui di Betzaida) e gli avevano chiesto: "Vogliamo vedere Gesù....". Filippo lo dice ad Andrea e... Andrea li porta da Gesù.

Queste precisazioni di Giovanni ci fanno scorgere l'amicizia tra questi apostoli, e forse anche la posizione privilegiata di Andrea agli occhi di Gesù. Apparentemente sono piccole cose, ma in realtà sono grandi azioni, infatti Andrea e Filippo conducono da Gesù Simone e Natanaele.

Questi due apostoli conducono il popolo giudaico nella sua diversità e nella sua unità; essi presentano i greci, le Nazioni pagane, e più tardi i greci convertiti si faranno forti di questa iniziativa e si vanteranno dell'accoglienza del Maestro e del fatto si essere stati presentati a Lui.

Che cosa ha fatto Andrea dopo la dispersione degli Apostoli? Sappiamo poco di questo perché si è voluto raccogliere poco, ma nelle tradizioni d'Oriente ce ne sono molti di fatti. Abbiamo gli atti di S.Andrea Apostolo, della seconda metà del II secolo, che forniscono dati che devono essere indubbiamente presi in considerazione. Secondo questo testo Andrea sarebbe stato imprigionato a Patrasso (a nord-ovest del Pelopponneso) da un Proconsole che si chiamava Igea: condannato a morte avrebbe accolto la condanna alla croce con grande slancio di fervore. Qui si inserisce il tentativo di Massimilla, la moglie di un Senatore, che cerca di salvarlo, e le proposte (diciamo oscene) che il Proconsole fa a questa donna: "Se tu ti concedi a me io salvo Andrea". Andrea quando viene a conoscenza di questa proposta dice a Massimilla: "Non lasciarti convincere da queste parole sataniche; non preoccuparti della mia vita perché io sono già anziano e non mi fa paura la morte. Io desidero solo dimostrare che credo in Gesù e che quello che ho predicato è dentro di me".

Andrea viene fissato alla croce con delle corde per tre giorni e tre notti, questo perché il supplizio fosse più lungo e perché la gente vedendolo così disonorato potesse abbassare il grado di ammirazione che aveva per lui. Invece Andrea ha continuato a parlare (anche se con fatica) dalla croce (un albero con due rami rivolti verso l'alto, interpretata poi come la croce di S.Andrea o croce "decussata" -a forma di X-). Per tre giorni e tre notti continua a predicare al popolo provocando il furore dei suoi carnefici che lo volevano umiliato.

Anche il martirologio geronominiano, una compilazione fatta alla fine del V secolo e attribuita falsamente a S.Girolamo, sita a Patrasso il martirio del nostro apostolo.

Come è finita la devozione di S.Andrea? Si è diffusa parecchio!

Costantinopoli che non riusciva a consolarsi dell'assenza dei corpi di Pietro e Paolo rimasti nella vecchia Roma, ha cercato di avere il corpo di Andrea, e lo ha avuto.

Secondo Paolino da Nola, che era un Magistrato amico di S.Ambrogio, la traslazione delle reliquie di S.Andrea fu ordinata da Costantino, in realtà ebbe poi atto solo sotto Costanzo nel 357.

La Chiesa greca ha incominciato a venerare Andrea molto prima di quella romana; questo culto si diffonde dapprima in Scozia, poi in Italia e poi in Francia.

In Italia, da un'urna che conteneva una parte delle reliquie di S.Andrea, che erano state trasportate nel 1210 da Costantinopoli alla Cattedrale di Amalfi presso Napoli, usciva una specie di "olio", e coloro che usavano questo "olio" per metterlo sulle ferite o sulle piaghe, guarivano!

In Francia, due capostipiti di grandi Casati erano sotto il suo patronato, per esempio i Duca di Borgogna (mantengono lo stesso simbolo), i quali si vantavano della sua protezione perché i burgundi erano una popolazione che veniva dall'Oriente, e precisamente dalla Scitia, proprio dove Andrea era vissuto.

Da parte loro, gli abitanti di Patrasso non hanno dimenticato Andrea, e nel 1850 i russi chiesero di cedere a loro una parte delle reliquie. Un negoziato che si concluse felicemente, perché il Governo dello Zar ottenne una reliquia in cambio di una canalizzazione di acqua potabile per Patrasso, con spese a carico dei russi.

Vi ho detto queste cose perché almeno una volta in vita conosciate la storia di un Apostolo. Nessuno ne parla, eppure... non toccate S. Andrea in Russia, in Oriente... e hanno ragione, perché io sono convinto che i fondatori di una comunità cristiana danno alla medesima un certo impulso, una certa caratteristica.

Dobbiamo rivalutare molto la teologia d'Oriente, dobbiamo rivalutare molto la Liturgia orientale perché è la prima Liturgia, la prima teologia e quindi la più vicina a Gesù.

Dobbiamo avere l'umiltà di cercare le testimonianze della vita di Gesù in tutti gli Apostoli, e voglia il Cielo che le scoperte ci facciano ritrovare altre cose riguardanti gli Apostoli. Io penso che questo sarebbe importante proprio per l'unità della Chiesa, ma anche per la cattolicità della Chiesa.

Questa settimana noi pregheremo per l'unità della Chiesa, ma per sentirsi cattolici, cioè universali, bisogna comportarsi da cattolici non solo a parole ma anche con i fatti, cercando di conoscere bene tutti coloro che hanno portato il Vangelo di Cristo nelle diverse regioni e Nazioni.

Anche nella diversità di impostazione religiosa si può riconoscere l'unità che è quella di Gesù Cristo: un solo Maestro, un solo Pastore.

 

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