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TESTO Commento su Marco 1,7-11

don Stefano Varnavà

Battesimo del Signore (Anno B) (11/01/2009)

Vangelo: Mc 1,7-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Giovanni 7proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

9Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Gesù. si fa battezzare da Giovanni. Il nostro primo pensiero è: "Ma perché? Lui non aveva bisogno di farsi battezzare!".

In ogni persona ci sono due aspetti: l'aspetto personale, cioè quello che noi siamo davanti a Dio, e l'aspetto rappresentativo, cioè quello che noi siamo davanti agli uomini, quindi, per certe azioni non dobbiamo essere giudicati solo per quello che siamo davanti a Dio, ma anche per quello che siamo davanti agli uomini.

Una donna davanti a Dio è solo una donna, ma davanti agli uomini può essere: in alcuni momenti una donna responsabile solo di se stessa, e in altri, una mamma responsabile anche di altre creature e quindi impegnata nei loro confronti. In questo caso la donna assume un aspetto duplice davanti agli occhi degli uomini.

E così è per Gesù, Lui non aveva certo bisogno del Battesimo, ma, in quanto rappresentante di tutta l'umanità davanti a Dio e alla storia, si fa battezzare, quale appartenente ad un'umanità che ha bisogno del battesimo.

Gesù, quale Agnello di Dio che prende su di Sè i peccati e le colpe del mondo, chiede il Battesimo a Dio come rappresentante dell'umanità. Gesù va visto sotto questo aspetto, aspetto molto importante.

Noi molte volte vogliamo "sondare" la personalità intima e profonda di Gesù, personalità che non è altro che il Suo rapporto tra Lui e Dio, cioè tra Lui e Se stesso, e non teniamo in considerazione il rapporto esistente tra Lui e l'intera umanità, e precisamente la Sua figura di salvatore. E' inutile che a Natale diciamo in continuazione: "Oggi è nato il Salvatore, oggi è arrivata la salvezza, oggi è venuto il Messia", e tante altre belle parole, se sotto questa parole non "vediamo" la realtà di Gesù salvatore.

Gesù in quanto salvatore prende su di sè i peccati, le infermità e tutto ciò che non funziona dell'umanità, E questo è il motivo per cui la Chiesa ci presenta questa serie di Vangeli subito dopo il Natale.

L'aspetto di Gesù salvatore è uno degli aspetti che deve regolare i nostri rapporti personali con Lui. Quando noi diciamo che Gesù ha preso su di sè i peccati e le colpe del mondo, non dobbiamo nel contempo fare un'opera "scaricabarili" pensando solo ai peccati del mondo (cioè degli altri), ma soprattutto ai nostri!

E' questo concetto che hanno sempre cercato di farci capire tanti Santi e tanti scrittori di libri spirituali: Gesù ha preso su di sè i nostri peccati, e questo deve portare ciascuno di noi a un atteggiamento di riconoscenza nei Suoi riguardi. Questa è la strada che molti maestri di spirito indicano affinché l'anima capisca di essere in una condizione di debitrice e quindi si senta in dovere di ringraziare.

Bisogna ringraziare Gesù che ha fatto e fa al nostro posto certe cose che noi non riusciremmo a fare.

L'atteggiamento di ringraziamento nei riguardi di Gesù è un atteggiamento che deve poi allargarsi a tutte le persone che fanno qualche cosa al nostro posto.

Al proposito dice S.Giovanni Bosco: "Il figlio deve essere educato a capire quello che riceve dai genitori. Fate del bene ai ragazzi, ma fate in maniera che loro lo sappiano". Invece... molte volte i genitori lavorano come "bestie da soma" ma i figli non lo sanno.

Una volta un ragazzo è stato invitato da suo padre a passare una giornata in ufficio con lui. Il ragazzo felice dell'occasione si è seduto alla scrivania del padre, ma alla fine della giornata era perplesso: "Ma papà devi subire tutti giorni, dal tuo capoufficio, le umiliazioni che hai subito oggi?". Sì! purtroppo, a volte per portare a casa lo stipendio che serve alla famiglia bisogna subire tante umiliazioni e relativi bocconi amari, ma... non sempre i figli lo sanno. Quel ragazzo, solo quando ha visto di persona ha capito e ha "visto" il padre con altri occhi.

S.Alfonso dei Liguori e altri Santi dicono: "Considera, rifletti su quello che Gesù ha fatto per te". Solo considerando e riflettendo si può arrivare a un vero rapporto con Gesù.

L'errore di considerazione su quello che Gesù ha fatto per noi, sta nel fatto che certi maestri di spirito hanno polarizzato quello che Lui ha fatto per noi solo ai momenti della passione e della croce. Morte e passione, due parole (e sempre solo quelle) che ci hanno dato un 600 barocco, un medioevo fatto di flagelli...: errore!

E' un grosso errore parlare solo del Crocifisso perché molte volte si soffre di più per un'umiliazione che non per una frustata, e Gesù, per noi, non ha sofferto solamente durante i tre giorni della passione e nel momento della morte, ma ha sofferto anche prima, quando ha dovuto vivere tra i "bru-bru", tra gente con il cervello di gallina.

Gesù ha vissuto in mezzo a delle persone ignoranti, stupide....

Io, come prete ho provato a vivere nei paesini... e vi assicuro che non è facile: ci si dedica a loro, ci si mette al loro livello, ma... Vi assicuro che appena mi hanno dato la possibilità di venire a Milano, sono subito corso...

Detto questo, provate a pensare a Gesù che vive a Nazareth: una intelligenza come la Sua, una capacità come la Sua... Lui avrebbe potuto essere il Sindaco o qualsiasi altro personaggio di punta e invece... Avrebbe potuto guidare l'intero popolo d'Israele, anzi era venuto proprio per questo, e invece, appena diceva una parola sensata si trovava contro tutti i "maggiorenti" d'Israele che lo "cretinizzavano" perché non era "titolato", perché non era laureato...

Il partito dei laureati esiste ancora oggi ed è il partito più forte che ci sia perché, per difendere un operaio, un idraulico, un muratore ci vuole un laureato (avvocato), quando invece le cose (al limite) le comprende meglio lo stesso idraulico o muratore.

Gesù per 30 anni sta zitto, anche se vede che attorno a Lui stanno facendo una "cavolata" dopo l'altra... Avete mai provato a tacere davanti a chi ne sa meno di voi? Purtroppo succede tutti i giorni: c'è chi, magari, sa suonare benissimo uno strumento e deve sentire, tacendo e sopportando (per "carità") persone stonate che cantano...

Gesù vive a Nazareth, e il bello del Vangelo è che dice: sottomesso ad essi.

Io direi: non sempre! A 12 anni, fa capire a Sua mamma che i ragionamenti di lei sono un po' "piccolini" (anche la Madonna si è trovata a fare dei ragionamenti piccolini!) dicendole: "Non sapevate che devo occuparMi delle cose del Padre Mio!", quindi, se non sono a casa di Mia madre, sarò a casa di Mio Padre... (e non di Giuseppe ma del Padre che sta nei Cieli, quindi nel Tempio).

La Madonna era inteligentissima, delicatissima; Giuseppe si "dava" da fare, e... Gesù viveva "sottomesso a loro". Comunque la sottomissione di Gesù è ammirevole perché ammetterete che, anche se Maria e Giuseppe erano genitori meravigliosi, avevano però (per ovvi motivi) un "cervello" inferiore a quello Suo, cioè a quello di Dio.

Molti esaltano la "divina maternità" dicendo che la Madonna viene subito dopo Dio, ma... Dio è Dio, e una creatura (anche se Maria) è pur sempre una creatura! E così è per Giuseppe: uomo meraviglioso, dedito completamente alla famiglia, ma... sempre uomo, ed è proprio per questo che molte volte ha commesso degli errori; Quante volte il "Figlio" gli avrebbe potuto dire: "Hai sbagliato!".

Gesù invece è sottomesso: questi sono i misteri!

E' molto più "facile" essere flagellato, ammazzato per dei contrasti con le persone che ti vogliono male (succede nella vita) ma... convivere con delle persone con una "testolina piccola" è una vera e propria sofferenza...

La sofferenza di Gesù è data proprio dalla Sua incarnazione: si è fatto uomo, si è ridotto allo stato di uomo, allo stato di bambino con relativi inconvenienti di "pipì e pupù"... E tutto questo, non dimentichiamolo, lo ha fatto per ciascuno di noi!

Lasciamo stare il Crocefisso, anche se S.Carlo e altri Santi vengono raffigurati sempre con il Crocifisso in mano e contemplanti la crocifissione e la morte di Gesù Cristo... Gesù ha sofferto molto di più prima (umiliato e deriso) che non dopo.

Quando dice: "Questa bambina dorme, non piangete...": tutti lo deridono; con "forza" deve allontanare le persone che "piangono" vicino al capezzale per poter dire: "Bambina alzati!". E la bambina si alza!

Lo chiamavano presuntuoso! Il presuntuoso è quel tale che presume di saper fare una cosa, e invece, messo poi alla prova concreta, dimostra di non saperla fare; ma colui che sa fare quello che dice di poter fare non è un presuntuoso!

L'umiltà è verità; Gesù è umile perché è vero. Lui dice: "Ciò che non è possibile all'uomo è possibile a Dio e... ce lo dimostra dicendoci: "E' più facile dire -ti sono rimessi i peccati-, o dire -tu paralitico alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina-", e il paralitico si alza, pende il lettuccio e va a casa... Gesù dimostra di non essere un presuntuoso ma Colui che dice la Verità su Se stesso.

Malgrado tutto questo non viene creduto e dicono: "Fa tutto ciò per intervento del diavolo..., Lui stesso è un diavolo!". Ecco perché Gesù dice: "Saranno perdonate le offese fatte al Figlio dell'uomo, ma il peccato contro lo Spirito non sarà perdonato".

Impugnare la Verità (che si conosce e che viene ampiamente dimostrata) è un atto diabolico..., anche se viene fatto da un Prete o da un Vescovo. A volte viene impugnata la Verità conosciuta solo per "tenere schiacciata" una persona così da impedirle di parlare.

Gesù ha vissuto tutto questo e Lo ha accettato: questa è stata la Sua vera sofferenza.

Gesù ha preso su di Sè le nostre (non le Sue) colpe!

Questo fatto mi ricorda un fatto di S. Giovanni Bosco il quale, un giorno, ha preso su di sè un "deficienza" di un ragazzo per risolvere una situazione.

Nel 188O don Bosco si trovava in visita nella Casa Salesiana di Nizza. C'era tanto entusiasmo tra i ragazzi, e tra le altre manifestazioni festose avevano preparato anche una bella recita teatrale alla quale, oltre a don Bosco, avevano invitato tutti gli amici e benefattori (forse per dimostrare che i loro soldi non venivano sprecati ma, anzi, servivano...). A mezz'ora dall'inizio della rappresentazione il ragazzo che doveva interpretare la parte principale perde completamente la voce.

A quei tempi non esistevano tutti i ritrovati medici che ci sono oggi contro l'afonia...(anche se non sempre servono!). Che fare? Interpellano il medico... ma niente da fare: il primo attore non è assolutamente in grado di sostenere la sua lunga parte e, a questo punto, è insostituibile perché nessuno conosce la sua parte a memoria.

Il Direttore costernato riferisce "l'incidente" a don Bosco, mentre gli invitati incominciano ad arrivare e si siedono pronti ad ascoltare... (Mi viene in mente quando facevo le rappresentazioni teatrali al "teatro del Fopponino" che si trovava qui in cortile, e che poi, sconsideratamente, è stato abbattuto...).

Don Bosco riflette, sorride e cerca di confortare il "direttore" chiedendogli di vedere il ragazzo senza voce. Il ragazzo arriva, don Bosco lo benedice e affabilmente gli dice: "Non ti preoccupare, lascia fare a me. Io ti impresterò la mia voce così tu potrai recitare la tua parte. Sei contento?".

Il ragazzo, il cui viso si colora di gioia dice: "Certo che sono contento". Incomincia lo spettacolo e tutto succede come ha detto don Bosco: ad ogni "battuta" la voce del ragazzo è sempre più squillante, quindi sul palcoscenico può parlare, cantare, gridare...

Don Bosco in platea osserva, ascolta ma... non può assolutamente parlare perché... ora manca a lui la voce: ha prestato la sua voce al ragazzo! (Non sto raccontandovi una storiella ma un fatto vero!) Un nodo improvviso ha stretto la gola di don Bosco, quindi la voce gli esce affannosa e debole e così offuscata che i vicini non osano disturbalo e lo lasciano seguire lo spettacolo in perfetto silenzio.

Ma appena si chiude il sipario sull'ultima frase della rappresentazione avviene un cambiamento di scena tra le quinte e in platea: il primo attore che aveva parlato fino a quel momento ad alta voce si ritrova afono, o meglio muto, proprio come prima della recita, e don Bosco invece riacquista la propria voce con la quale può tenere il discorso conclusivo a tutti i presenti.

Don bosco ha prestato la sua voce: Gesù Cristo fa la stessa cosa, si mette al nostro posto, riesce a darci quello noi non abbiamo... Se ha potuto farlo don Bosco volete che non lo possa fare Gesù?

Tutte le persone che amano cercano di fare questo: quante volte la mamma fa quello che doveva fare il figlio: il compito, il disegno...: la mamma si mette al posto del figlio, lo aiuta.

Ricordando don Bosco, pensiamo a Gesù e teniamo presente l'atteggiamento che Lui ha nei nostri confronti: atteggiamento di amore che lo porta, a volte, a sostituirsi a noi e a fare quello che avremmo dovuto fare noi, in modo che agli occhi del Padre che sta nei Cieli, le cose vengano fatte.

 

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