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TESTO Ripartire da Dio

don Roberto Seregni  

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II Domenica dopo Natale (04/01/2009)

Vangelo: Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Rieccoci, cari amici! Abbiamo salutato il 2008 e un nuovo anno si è aperto davanti ai nostri passi. Ho vissuto la notte di San Silvestro con qualche migliaio di giovani pregando e cantando per la pace, ospiti del SERMIG di Torino. Allo scoccare della mezzanotte eravamo in cattedrale per celebrare l’Eucaristia e mi è venuto spontaneo ripensare al nostro cammino di Avvento, a quella Parola più dolce del miele e più forte di una martellata, che ci ha accompagnato a contemplare il Dio inatteso e stupefacente che si fa uno di noi.

Oggi la liturgia ci riportano con occhi sgranati davanti allo spettacolo di questo Dio fragile che si affaccia nel mondo con la carne mortale di un bimbo indifeso e illuminato dal sorriso di una donna. Che follia d’amore questo Dio che viene ad abitare in mezzo a noi e condivide la debolezza e la fragilità della carne con gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo!

L’altro giorno un papà mi ha detto: “Proprio belli questi giorni, si ha un po’ di tempo per pregare, per leggere qualche pagina di Vangelo... Ma poi si riparte e tutto ricomincia come prima...”. Lo so che è difficile, lo è anche per me! Ma il Natale che abbiamo celebrato, quel cucciolo di Messia che abbiamo accolto, dovrebbero portarci a (ri)scoprire che ogni frammento del nostro vivere - anche il più insignificante al nostro miope giudizio – è inzuppato della presenza trasformante di Dio. Ogni spazio e ogni luogo delle nostre giornate è tempo per incontrarLo, è un occasione per gustare la Sua presenza. La nostra vita di ogni giorno, la nostra umana quotidianità - quella in cui Dio sceglie di abitare - è il luogo e il tempo per scoprirlo vicino. (Più di quanto spossa immaginare...)

La sua presenza si nasconde tra le pratiche da sistemare sopra la scrivania, nello straccio umido della casalinga, nella mano callosa e robusta del falegname, nelle pareti di un ospedale conosciuto ormai come le proprie tasche, nelle verifiche da correggere... E’ qui che Lui si lascia scoprire e amare. E’ qui che Dio si fa compagno di cammino. Conosco uomini e donne che potrebbero parlare per ore della mistica dei fornelli, della spiritualità del trattore, della preghiera metropolitana e della contemplazione fra il bucato e il ferro da stiro!

In questo nuovo anno ripartiamo da Dio, da quel Dio che abita e riempie di senso e forza la nostra quotidianità.

Buona settimana!
Don Roberto

 

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