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Marco Pedron  

Maria Santissima Madre di Dio (01/01/2009)

Vangelo: Lc 2,16-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] 16andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Il vangelo di oggi ci presenta Maria che “medita” (2,19) su quello che le sta’ accadendo. Ha avuto delle visite inaspettate e ci riflette su: cosa vuol dire tutto questo?

La prima visita è quella dei pastori. La categoria dei pastori era da temere e da tenere alla larga.

Erano ritenuti dei ladri: d’altronde la mancanza di controllo per molti mesi consentiva il trasporto sulla proprietà altrui e la sottrazione di prodotti del gregge. Erano considerati come dei briganti, degli assassini: era proibito avere qualunque tipo di rapporto con loro, comprare lana, latte, carne perché potevano essere prodotti rubati. Veniva negata loro la possibilità perfino di fare penitenza e quindi di essere perdonati dalle loro colpe. Qualche rabbino era perfino in difficoltà quando leggeva il Salmo (23,1): “Il Signore è il mio pastore”.

Per questo quando l’angelo appare loro dice: “Non temete”: è chiaro che la venuta del Messia li spaventava parecchio perché ritenevano che sarebbero stati giudicati e condannati dal Messia (così almeno diceva la Legge religiosa).

Poi arrivano i Magi (Mt 2), lo sentiremo il giorno dell’Epifania.

Esisteva il divieto assoluto di parlare con loro, pena la morte, perché ritenuti in contatto con i demoni (c’era scritto che “chi impara qualcosa da un mago merita la morte”). Sono esclusi dal regno di Dio e non è permesso loro lo studio della Torah. E’ gente impura, che quindi rende impuro tutto quello che tocca, anche i preziosi regali che portano.
Eppure Maria e Giuseppe accolgono i doni che i Magi portano.

D’altra parte quando nacque Mosè furono proprio i maghi egiziani ad avvertire il Faraone che il bambino nato era destinato a togliergli il potere e a consigliarlo di ucciderlo.

Maria, come tutti gli ebrei, conosceva benissimo la storia del faraone. Quando li avrà visti arrivare sarà rimasta per lo meno perplessa, ma più probabilmente impaurita. E poi certamente una domanda: “Che ci fanno qua, questi?”.

Maria medita su ciò che sta succedendo, sull’arrivo di gente inaspettata e impensabile; Maria medita su come agisce Dio; Maria medita su ciò che Dio sta facendo con lei. Perché lei conosce bene tutto questo: Dio ha scelto lei, una donna totalmente insignificante. Nessuno mai l’avrebbe scelta, né le avrebbe dato credito. Ma i criteri di Dio sono altri dai nostri. 1 Sam 16,7: “Io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, Yhwè guarda il cuore!”.

E’ stato così per i Magi, è stato così per i pastori, è stato così per Maria. Dio utilizza sempre lo stesso metodo: sceglie per le sue imprese sempre ciò che gli uomini mai sceglierebbero per le loro. Mt 21,42: “La pietra che gli uomini scartano perché giudicano non adatta alla costruzione, proprio quella Dio usa come la più importante”.

In molte imprese della storia furono scelti dei personaggi che nessuno mai avrebbe scelto.

Il Generale Franco (tralasciamo il fatto che sia stata una figura per lo meno discutibile), dittatore della Spagna dal 1939 al 1973, da piccolo era penosamente timido, di costituzione delicata, basso di statura e magrolino. Chi lo avrebbe scelto uno così?

E Rimmel, la volpe del deserto, era soprannominato “Orso bianco” tanto era pallido e per la tendenza a chiudersi in fantasticherie. Alle elementari era l’ultimo della classe.

Peary, che arrivò al Polo Nord, aveva una paura così grande che non si staccava dalle gonne della madre; i suoi amici lo chiamavano “pelle e ossa”.

Stefansson, altro eroico esploratore polare, stava giornate intere tutto solo e i suoi amichetti lo chiamavano il “Pappamolle”.

Gandhi da bambino era magro, malaticcio, brutto, timoroso; aveva una paura folle dei serpenti, degli spiriti e del buio. Eppure!

Dove sono i capi religiosi? Perché Gerusalemme non c’è? Perché gli amanti e gli eruditi della Legge non vanno a far visita a Maria e Giuseppe? Perché ci vanno solo i pastori e i maghi, gente, per quel tempo di malaffare? Perché Dio sceglie una insignificante donna, come Maria, di un paese altrettanto insignificante, senza particolari note né di stirpe o di merito?

Perché da sempre e per sempre Dio non avrà mai i nostri criteri.

La scuola come criterio ha: “E’ intelligente? E’ bravo? Riesce?”. I genitori come criterio hanno: “Ci aiuta? Ci accontenta? Ci dà soddisfazione? E’ bravo?”. Lo sport come criterio ha: “E’ atletico? Ha prestazioni ottime? Può superare gli altri?”. La società ha come criterio: “Quanto ha? Cosa può permettersi? E’ potente? E’ ricco?”. La fama ha come criterio: “E’ bello? E’ figo?”. Chi comanda ha come criterio: “E’ buono? E’ ubbidiente? Crea problemi?”. Ma Dio ha un altro criterio: “E’ disponibile? Si lascerà portare dove io lo voglio portare?”.

Dio ha in mente per ciascuno di noi un viaggio strepitoso, in-credibile, eccezionale. Ma non può farlo, se noi non ci fidiamo di Lui, se noi resistiamo, se noi continuiamo ad opporci, a voler dirigere da noi la nostra vita, a voler stabilire noi cosa dev’essere per noi. Dio sceglie e può agire solo in chi è disponibile, solo in chi si fida, solo in chi può dire, come Maria: “Va bene, non so dove mi vuoi portare, ma mi fido di te. Sia ciò che dev’essere e andiamo! Dirigi tu la mia vita e io ti seguirò”.

Maria, Giuseppe, i pastori, i Magi, i profeti e tutti i grandi personaggi dello spirito furono persone che si fidarono, che si misero nelle mani di Dio e si lasciarono portare. E non è meraviglioso far così?! “Signore, portami dove vuoi tu e io ti seguirò”: questa è fede.

All’inizio del nuovo anno, guardo a Maria, per vivere ogni giorno come lei: “Signore, io mi fido di te; Tu conducimi e io ti seguirò. E la smetterò una buona volta di porti sempre domande sul perché certe cose succedono, perché a me e su che cosa ho fatto di male per meritarmi certe sfortune. Smetterò di metterti ostacoli e di tirarmi indietro. Qualunque cosa accada so che Tu mi vuoi far passare di là. C’è un motivo e cercherò di capirlo; ma se non lo capirò pazienza, perché io mi fido di Te. So che se l’hai permesso è perché devo imparare qualcosa; cercherò di impararlo con tutte le mie forze, ma in ogni caso e per nessun motivo mi tirerò indietro e mi sottrarrò a ciò che sarà. Mi lascerò trasportare da Te e non lotterò più contro di Te. Tu guidami e io ti seguirò; tu davanti e io dietro”.

Potessimo vivere così i giorni di quest’anno, tutte le nostre ansie svanirebbero e troveremo una pace infinita nell’animo e una forza irresistibile dentro di noi.

Dio non ha scelto solo Maria. Dio ha potuto fare ciò che ha fatto con Maria perché lei è stata disponibile. Ma Dio sceglie tutti. Sceglie me e sceglie te. Bisogna solo dirgli: “Sì”. E poi? E poi ci si lascia portare.

Nessuno garantisce che sia un viaggio facile; a tutti viene garantito che sarà intenso, che ci realizzerà e che ci farà diventare qualcosa che non avremmo neanche mai lontanamente pensato di diventare nei nostri più lontani sogni.

Celebrare Maria, donna del sì, ad inizio anno vuol dire imparare da lei. “Sì, Signore voglio farmi portare da te; conducimi e io ti seguirò. E andremo lontano!”.

E qualunque cosa mi succeda ti dirò: “Sì”. In questo sta la pace.

Pensiero della Settimana
Dico addio a quello che ho fatto quest’anno;

dico addio a quello che non ho e che avrei dovuto fare quest’anno;

dico addio alle gioie e alle tristezze vissute, alle rabbie e alle attese;
dico addio a ciò che ho vissuto e a ciò che non ho vissuto;
dico addio a ciò che ho amato e a ciò che non ho amato;

dico addio a tutte le mie idee su di me, sugli altri, su Dio;
perché adesso comincia un anno nuovo, un tempo nuovo.

Dico addio al passato e mi preparo a stare e a vivere il presente.

 

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