PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Parola di Dio da applicare

don Daniele Muraro  

IV Domenica di Avvento (Anno B) (21/12/2008)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

26In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

“Il mistero, rimasto avvolto nel silenzio per tanto tempo, per ordine dell’eterno Dio, viene ora annunciato a tutte le genti perché giungano all’obbedienza della fede”, più o meno così si esprime san Paolo nella seconda lettura.

In conclusione della lettera ai Romani dopo gli ultimi saluti l’apostolo eleva a Dio un inno di lode e di gloria. Il mistero di cui parla san Paolo è l’opera della salvezza cioè un disegno che Dio da sempre ha avuto nella mente e che al tempo giusto anche realizza.

Scorrono nella lettera ai Romani i grandi temi del peccato, della giustificazione gratuita da parte di Dio che ha mandato il suo Figlio per noi, della fede e della vita secondo lo Spirito santo.

“Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. È la fede in Lui che salva, e la prova sta nello Spirito santo che Dio dona a chi crede.”

“È terminato il lungo tempo della preparazione”, sembra dire san Paolo. “Siamo entrati nella pienezza della storia; ora la salvezza è alla portata di tutti, per questo è così importante che il messaggio del Vangelo non venga passato sotto silenzio, ma sia annunciato da ogni parte.”

Si realizza così la parola di Gesù del Vangelo: “Non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti.”

Come abbiamo visto nelle domeniche precedenti già Giovanni Battista si era incaricato di dare la massima pubblicità all’arrivo del Messia, sollevando l’interesse non solo della gente del popolo, ma anche dei capi che erano andati a interrogarlo.

La venuta nel mondo del Figlio di Dio però era cominciata nel nascondimento e precisamente con l’Annuciazione a Nazareth nella casa di Maria, avvolta dal silenzio e dalla preghiera.

Maria non aveva bisogno come gli altri uomini di abbassare i colli dell’orgoglio o di raddrizzare i sentieri della propria condotta per accogliere il Messia Salvatore, ma a lei Dio per mezzo dell’angelo chiede di più: l’ospitalità nella sua casa, le sue cure materne, l’affetto di una madre e la devozione di una vera credente.

L’idea di riservare una casa a Dio o agli dèi, o almeno di fornire loro un punto di appoggio su questa terra, sta all’origine di tutti i templi che gli uomini nell’antichità elevavano.

Anche il Re Davide non vuole essere da meno dei monarchi suoi vicini e quindi dopo essersi assicurato la tranquillità dai pericoli dei nemici all’intorno, pensa che sia venuto il momento di costruire un grande tempio a Gerusalemme, capitale del suo Regno.

Fino a quel momento polo di aggregazione del culto per tutto il popolo era stata l’arca santa, contenente i segni più forti della fede ebraica: la manna, il bastone di Mosè, le due tavole dei Comandamenti. Niente più che un baule di legno, che trovava ricovero sotto una tenda da viaggio.

Davide per sé aveva voluto un bel palazzo con tutti i lussi, adesso occorreva pensare anche alla casa di Dio. Il Re si confida così con il profeta Natan, che seduta stante approva il progetto.

Quella notte stessa però Dio si rivolge al suo profeta Natan e lo avverte: “prima ancora che Davide si preoccupasse di Lui, Lui, Dio, si era occupato di Davide e lo aveva fatto diventare quel grande re che sappiamo. Egli Dio non aveva ancora finito di beneficare Davide, perché la sua benedizione si sarebbe estesa a tutta la sua casa, intesa come la sua discendenza, il suo casato. La sua famiglia e il suo regno non sarebbero mai andati in rovina.”

Dopo questa rivelazione, Davide lascia perdere l’idea di costruire il tempio, ma aumenta il suo amore e la sua reverenza per il Signore.

Dopo tanti sconvolgimenti storici la profezia di Natan si realizza a Nazaret dove l’Angelo Gabriele viene mandato a una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. San Luca che racconta il fatto riporta per primo il nome di Giuseppe forse proprio per sottolineare tramite l’ascendenza davidica il compimento della promessa. Solo dopo ci informa che la Vergine si chiamava Maria.

Maria non solo ascolta la Parola, non solo la interpreta, ossia ne comprende tutti i risvolti e ne analizza le sfumature, ma infine la incarna. In Maria e per Maria il Verbo si fa carne.

Applicazione più perfetta della Parola di Dio non c’era mai stata, né ci potrà essere.

Di solito la meditazione della Parola di Dio, iniziata da un ascolto attento, si conclude con un impegno per la vita. Non si può rimanere tutto il giorno concentrati sulla lettura delle Sacre Scritture, ma quando tace la Parola devono incominciare a parlare i fatti. Allora anche il silenzio acquista valore, perché è riempito di gesti di fede.

Il silenzio custodisce la Parola di Dio, ma perché non sia svagato, occorre che sia anche operoso. Ad un certo punto devono tacere non solo le chiacchiere, ma perfino i pensieri della mente, e si deve passare all’azione.

Sant’ignazio di Antiochia dice: “Chi possiede veramente la parola di Gesù può avvertire anche il suo silenzio per essere perfetto, per compiere le cose di cui parla o essere conosciuto per le cose che tace.”

Maria ci è di esempio nell’attesa fattiva e piena di fede di Gesù nostro Salvatore che viene per noi nel Natale.

 

Ricerca avanzata  (53708 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: