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TESTO Commento su Is 41,17-18

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Giovedì della II settimana di Avvento (11/12/2008)

Brano biblico: Is 41,17-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del gioro

“I miseri e i poveri cercano acqua ma non ce n’è, la loro lingua è riarsa per la sete; io, il Signore, li ascolterò; io, Dio di Israele non li abbandonerò.”

Come vivere questa Parola

Se proviamo a sovrapporre questa pagina di Isaia sulle righe, spesso indecifrabili, del nostro tempo, vediamo emergere una sete profonda che non è nuova. Da quando l’uomo si è allontanato dalla Sorgente, nell’assurda pretesa di scavarsi pozzi da cui attingere una ‘sua’ acqua, l’arsura ha preso a tormentarlo. Ha provato a dargli nomi diversi, spesso di seti indotte costruite artificialmente per smerciare la propria acqua. Sete di avere di potere di piacere che nulla riesce a quietare. Ma anche dietro queste seti, se si ha il coraggio di scavare un po’ in profondità, si può cogliere ‘la sete’, quella esistenziale, che parla della nostra povertà e rimanda alla Sorgente.

Riconoscerla, accettarla e mettersi in cammino per cercare l’acqua che sola può placarla è quanto Dio attende per poter far fiorire il nostro deserto. “Chiunque ha sete venga a me e beva”. Di più: “Non avrà più sete in eterno”, anzi: “fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”.

Le acque che traiamo dai nostri pozzi non fanno che rendere la sete sempre più spasmodica e avida e la terra intorno a noi sempre più brulla e inospitale, mentre l’onda ristoratrice che sgorga dal costato di Cristo non solo è capace di dissetare, ma anche di dissigillare quella fonte di acqua viva (lo Spirito) che urge dentro di noi per effondersi ristoratrice per tutti.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a chiedermi quale sia la sete che mi tormenta, cominciando da quella più superficiale e immediata, per scavare poi oltre, fino a scoprire ‘la sete’, quella con cui ho perso il contatto o che volutamente ignoro perché fatico a riconoscere la mia povertà. Volgerò lo sguardo alla Sorgente prego:

torna, o Signore, a percorrere le vie del mio deserto. Irroralo con la tua acqua perché possa fiorire in amore per la tua gloria e per la gioia di quanti avvicino. E allora sarà natale!

La voce di un Padre della Chiesa

Bevi Cristo che è la vite; bevi Cristo che è la roccia, dalla quale scaturì l’acqua nel deserto. Bevi Cristo che è la sorgente della vita; bevi Cristo che è il torrente impetuoso che allieta la città di Dio. Bevi Cristo che è la pace; bevi Cristo dal quale scaturiscono fiumi d’acqua viva.
S.Ambrogio

 

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