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TESTO Bisogno di cielo

mons. Antonio Riboldi

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II Domenica di Avvento (Anno C) (07/12/1997)

Vangelo: Lc 3,1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,1-6

1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

5Ogni burrone sarà riempito,

ogni monte e ogni colle sarà abbassato;

le vie tortuose diverranno diritte

e quelle impervie, spianate.

6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Siamo stati attraversati in questi giorni da fatti che, non solo ci hanno trafitto il cuore, ma ci hanno interpellati sul cosa voglia dire essere uomini e ancora di più cristiani, figli di Dio.

Prima il grave caso di pedofilia sul piccolo Silvestro (un gravissimo male che ha incredibili proporzioni nel nostro tempo, causato non solo da una vergognosa rincorsa al piacere, rompendo ogni diga di dignità e rispetto dei deboli, ma anche da tanti mass media che non hanno scrupolo a venire incontro ai malsani desideri di tanti per solo profitto), poi la storia confessata della sua fine, rimasta ancora oggi avvolta da mistero ed infine la morte dell'anziano Allocca che si è confessato colpevole di tutto, tranne di dove e come è stato sepolto il piccolo Silvestro.

Storie amare che gettano una grande ombra su questa che noi chiamiamo civiltà! Si sono levate urla: prima lo sdegno irrefrenabile dell'opinione pubblica, poi la voglia di vendetta, fino a chiedere la pena di morte, e ancora più in là a cancellare ogni residuo di pietà, con il rifiutare persino una dignitosa sepoltura ed una preghiera, un gesto di pietà.

C'è davvero da smarrirsi, soprattutto per quanti hanno il Vangelo di Dio come regola di vita. Se è vero che Gesù ha detto, parlando dei piccoli in cui Lui vedeva quello che tutti dovremmo essere nel cuore cioè 'semplici, puri, miti', come era Lui: "Guai a chi dà scandalo ad uno di questi piccoli che credono nel mio Nome! Sarebbe meglio per lui gli mettessero una macina da mulino al collo e lo gettassero in mare"; se è vero tutto questo, ed è facile capire cosa voglia dire 'rovinare l'innocenza di un piccolo', è vero anche chi ha predicato l'infinita misericordia per l'uomo peccatore, qualunque sia il suo peccato, anche se immenso, ancora più in là di quello commesso contro il piccolo Silvestro. "Non voglio la morte del peccatore" amava dire "ma che si converta e viva". E basta rileggere la parabola del figlio prodigo per capire come Dio ami la 'festa' del ritorno a casa e mai e poi mai la festa della vendetta, dell'odio o dell'inferno! Di fronte a tutto questo ed altro, in questo Avvento ho cercato conforto e aria pulita di cielo che dà energia e senso alla vita, in una preghiera molto bella di S. Anselmo che propongo ai miei amici di Internet: "Signore mio Dio, insegna al mio cuore dove e come cercarti, dove e come trovarti. Che cosa farà, o altissimo Signore, questo esule, che è così distante da Te, ma che a Te appartiene? Che cosa farà il tuo servo tormentato dall'amore per te e gettato lontano dal Tuo volto? Desidera avvicinarti e la tua abitazione è inaccessibile. Brama trovarti e non conosce la tua dimora. Si impegna a cercarti e non conosce il tuo volto. O Signore, tu sei il mio Dio, tu sei il mio Signore e io non ti ho mai visto. Tu mi hai creato e ricreato, mi hai donato tutti i tuoi beni e io ancora non ti conosco. Io sono stato creato per vederti e ancora non ho fatto ciò per cui sono stato creato. Guarda, Signore, esaudiscici, illuminaci, mostrati a noi. Ridonati a noi perché ne abbiamo bisogno: senza di Te stiamo tanto male. Abbi pietà delle nostre fatiche, dei nostri sforzi verso di te; non valiamo nulla senza di te. Insegnami a cercarti e mostrati quando ti cerco; non posso cercarti se tu non mi insegni, né trovarti se non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti, ti desideri cercandoti, che ti trovi amandoti e ti ami trovandoti."

Una stupenda preghiera che non solo interpreta l'Avvento, ma esprime la voglia di Dio, del suo volto, dopo che il nostro si era oscurato per i mali di noi uomini.

E Dio viene incontro quando Lo cerchiamo, anzi è Lui che ci cerca, come ha fatto con Maria SS.ma nella annunciazione. La ricordiamo oggi, in prossimità nella solennità dell'Immacolata, che è la sola icona possibile da guardare per voltare le spalle al degrado, a tutte le bassezze contro la dignità della nostra anima.

L'angelo la trova proprio come colei che cerca unicamente il volto di Dio e la saluta con parole che dicono chi era Maria nel cuore e che vorremmo fossero dette a noi: "Ave, piena di grazia, il Signore è con te".

Tutto questo, siccome è il presente di Dio nella nostra storia e nella nostra vita, ci mostra il volto del cielo. E ne abbiamo tanto bisogno.

 

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