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TESTO Un re davvero speciale!

don Roberto Seregni  

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) - Cristo Re (23/11/2008)

Vangelo: Mt 25,31-46 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 31Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 37Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 44Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Un re così non ce lo saremmo mai aspettati! Vero? Anche il brano che la liturgia oggi ci propone, sembra aumentare il nostro (evangelico) smarrimento...

Siamo alla fine dell’anno liturgico passato in compagnia di Matteo, e questa solennità ci obbliga a ritornare su uno di quei temi fondamentali che ha attraversato tutte le nostre riflessioni di quest’anno. La Parola vuole ancora metterci a nudo, scavare nel cuore uno spazio di ascolto dello Spirito, per lasciarsi trasformare da quel Dio meraviglioso e sorprendente rivelato da Gesù di Nazareth.

Smarrimento, dicevo. Sì, proprio così! Chi mai si sarebbe immaginato un re che viene non per essere servito, ma per servire? Che non pretende d’essere riverito, ma che tra l’imbarazzo generale si toglie le vesti e si mette a lavare i piedoni dei suoi discepoli? Chi mai si sarebbe aspettato un re che entra in Gerusalemme non con un cocchio trainato da dodici cavalli bianchi, ma in groppa ad un asinello dato in prestito? Chi mai si avrebbe immaginato un re che per trono si sceglie la Croce? Un re davvero speciale, non vi pare?

Il brano di Vangelo che la liturgia ci propone per questa solennità, ci fa fare un altro passo molto interessante. La regalità di Dio è diversa in tutto, anche nel giudizio. Questo brano di Matteo è chiarissimo: quando il Figlio dell’uomo ritornerà sulla terra non ci chiederà quante candele abbiamo acceso, quante pratiche religiose abbiamo snocciolato o a quanti pellegrinaggi abbiamo partecipato, ma quanto abbiamo amato! Bellissimo!

L’elemento discriminate fra i “benedetti” e i “maledetti” è la forma concretissima dell’amore: ti sei preso cura di chi ti ho messo vicino? E’ commuovente la concretezza di Gesù: dar da bere e da mangiare, visitare, curare, ospitare, vestire... Sono quei gesti dell’amore quotidiano, nascosto e silenzioso, che fanno la differenza!

Come quel piatto di minestra calda portato all’anziano del piano di sopra.

Come quei panni lavati e stirati per il vicino di casa rimasto vedovo.

Come quella visita di ogni sabato alla casa di cura per anziani.

Come quel sorriso fatto per strada o quel posto lasciato libero sul treno.
Come quel sacchetto di spesa consegnato ogni settimana.

Come...

Mi piace proprio questo brano di Vangelo perché è una vera cannonata che può svegliarci dal nostro cristianesimo assonnato, dai nostri spiritualismi vuoti e inconcludenti. Il Signore ci chiama ad una preghiera che cambia il cuore, gli occhi, le mani, e non a forme di finta spiritualità che anestetizzano e assopiscono. Il Signore ci chiama a celebrare quell’Eucaristia che non rimane intrappolata tra le mura delle nostre Chiese, ma che prosegue nelle nostre case, nelle fabbriche, negli uffici, nella scuola.

Coraggio, cari amici! Lasciamoci ancora stupire dalla fantasia d’amore di Dio e liberiamo il nostro cuore da tutte le incrostazioni della pigrizia per lasciarci raggiungere dalla Sua Parola di novità!

Buon fine d’anno liturgico!
Don Roberto

NB. Tra i nuovi “Ritagli dello Spirito” (www.oratoriotirano.wordpress.com) trovate ancora testi di approfondimento su San Paolo e brani per la preghiera e la meditazione personale!

 

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