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TESTO Quel talento che è la Parola di Dio

don Roberto Rossi  

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (16/11/2008)

Vangelo: Mt 25,14-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 14Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito 16colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. 17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 20Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. 21“Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 22Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. 23“Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 24Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. 25Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. 26Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. 28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. 30E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.

Forma breve (Mt 25,14-15.19-21):

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 14Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. 19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 20Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. 21“Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.

La parabola raccontata da Gesù è molto bella. Primo: ciascuno di noi deve essere se stesso, non sognare di essere qualcun altro. Secondo: ciascuno di noi ha ri-cevuto da Dio dei doni naturali e di fede. Dobbiamo spenderli bene, farli fruttificare per trasformare il mondo in cui viviamo e meritare così la vita eterna. La parabola ci fa riflettere. Gesù invita sempre all'impegno, non ha mai parlato di riposo o di "andare in pensione", come cristiani..

Per il Vangelo, la vita di un cristiano è una missione. Non solo nel senso di aiutare i missionari e di testimoniare e annunziare Cristo ai lontani. Ma nel senso di impegnarci a fondo per far fruttificare i doni ricevuti da Dio per costruire nel mondo il Regno di Dio, regno di giustizia, di pace, di amore. C'è sempre da fare per tutti coloro che vogliono spendere il proprio tempo e le proprie capacità per Dio e il prossimo. Il fenomeno moderno del «volontariato», che esalta la gratuità, la generosa donazione di noi stessi e del nostro tempo, è uno dei segni più belli di una coscienza nuova che è testimoniata soprattutto dalle giovani generazioni. Anche noi consideriamoci volontari, disponibili a dare a Dio e al prossimo tutto quello che possiamo dare.

Ecco l'educazione e il buon esempio da dare ai giovani, che crescono con la mentalità propria del nostro tempo, che privilegia il divertimento, il consumismo, le chiacchiere inutili. Ecco le prospettive per adulti e anziani che possono avere molto tempo libero. Come impiegare il tempo libero?

Per un cristiano il tempo libero non esiste, perché se c'è tempo e vita bisogna darsi da fare per il Signore, per il prossimo, per la Chiesa. Non si concepisce un cristiano che non sa come ammazzare il tempo, che regolarmente passa le serate davanti alla televisione, oppure che vive altre cose futili e semmai non trova mai il tempo per un incontro, un'attività, una collaborazione, una presenza. Dov'è il mio impegno di fede, di preghiera, di carità? La vita va concepita come una continua tensione verso la ricerca di Dio nella preghiera, verso il bene e le opere buone. Dobbiamo darci da fare anche quando siamo avanti negli anni; non abbiamo mai dato abbastanza.

Quale può essere ancora il significato dei talenti: dopo aver identificato i talenti con le capacità di ciascuno, l'esegesi attuale ha proposto, con sfumature diverse, di vedere nei talenti in primo luogo il Vangelo, la Parola dell'annuncio di Gesù, il valore immenso di quella vita nuova ricevuta attraverso l'annuncio cristiano che introduce gli uomini al servizio di Dio e di Gesù.

Il Vangelo è un bene inestimabile, che non va lasciato inerte, ma va fatto fruttare come il dono più prezioso che l'uomo abbia ricevuto; chi non lo vive non rimane solo in una situazione di neutralità, ma perde l'offerta di Dio che lo fa vivere. Non si tratta soltanto delle maggiori o minori capacità affidate ai singoli uomini ma si tratta soprattutto di quel talento, al singolare, che è la parola di Gesù: non per niente viene riservato uno spazio speciale al terzo servo, che nasconde appunto il talento. Questa lettura supera quella puramente morale così diffusa sulla necessità di far buon uso delle proprie capacità, e centra l'attenzione sul mistero del regno che è in atto nella storia e del quale il discepolo è chiamato ad essere partecipe.

Ci si può chiedere allora: Che uso ne faccio della Parola di Dio, che ci è data nella Bibbia? Come faccio fruttare la Parola di Dio? Come la porto agli altri, negli ambienti in cui vivo? Come prendo al volo le tante occasioni che costituiscono vere opportunità e sono doni di Dio? Oppure le sciupo?

 

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