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mons. Antonio Riboldi

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (28/09/1997)

Vangelo: Mc 9,38-43.45.47-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 9,38-43.45.47-48

38Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 39Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40chi non è contro di noi è per noi.

41Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

42Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. 43Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile.

45E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna.

47E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, 48dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

Fa impressione e persino rabbia che Internet, che giudico un meraviglioso mezzo di comunicazione, possa ospitare tutto, ma veramente tutto: dalla dolce parola di Dio alle più scandalose immagini, mettendo così a rischio tanti amici che potrebbero giudicare Internet "un cattivo maestro".

Hanno provato in America a fare una legge che mettesse un limite a quanto può occupare il villaggio di Internet, escludendo pornografia o occasioni di scandalo, ma la Corte lo proibì in nome di non so quale libertà di parola. E tutto questo fa veramente male.

Dico questo leggendo il Vangelo di oggi che non usa mezzi termini contro chi non rispetta la bellezza del cuore che Dio ci ha dato da custodire.

"Chi scandalizza", dice Gesù, "uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da mulino al collo e venga gettato in mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco che con due mani nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo; è meglio per te entrare nella vita zoppo che essere gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo; è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo che essere gettato con due occhi nella Geenna..." (Mc. 9,44-47).

Parole dure, ma necessarie se davvero vogliamo che la nostra società viva la legalità e si respiri aria "pulita", proprio a cominciare dal mondo dei più deboli: i piccoli, i fanciulli, gli adolescenti.

Ho letto che un milione di fanciulli domenica "hanno pulito la nostra terra" dai rifiuti che inconsciamente e senza rispetto buttiamo ovunque. E' più necessario che un milione di persone, dai singoli ai mass media, puliscano il linguaggio, l'educazione, l'immoralità, per rendere pulito "il mondo dello spirito".

C'è invece un aria di permissivismo che è grande e che santo Paolo VI – e piace ricordare le sue parole, oggi in cui si celebra il centenario della sua nascita – denunciava in una omelia quando era vescovo a Milano nel lontano 1959. Un filosofo afferma: "gli uomini sono buoni in se stessi; i fanciulli, i ragazzi, tutta la gioventù che cresce è di per se stessa buona: lasciate quindi che si esplichi, lasciatela senza difese, non le dite niente". Vediamo a che cosa arriva l'espansione di una gioventù, di una giovinezza, di una umanità lasciata in balia dei suoi istinti e delle sue tendenze. Va a finire veramente fuori strada ed arriva ad aberrazioni che ci fanno piangere e fremere. Va ancora detto, contro un errore ancora più grave, che si insinua nella nostra pedagogia, nelle nostre abitudini sociali, che non è bello il difendere la nostra esperienza dagli stimoli e dall'urto della conoscenza del male. Occorre vedere tutto e conoscere tutto, occorre provare tutto. Anzi il male stesso, secondo questi falsi, direi quasi criminali maestri, sarebbe benefico: "Fate l'esperienza del male – dicono – altrimenti non avrete l'esperienza della vita ". E non badano a che cosa si profana, che cosa si distrugge, ai dolori che si seminano, ai delitti che si commettono, a tutto il bene che così non può essere compiuto per questa irruzione del male lasciata libera, anzi difesa, proclamata, che i nostri divertimenti, la nostra stampa, il nostro costume, vanno ormai assumendo.

Parole dure come macigno, come quelle di Gesù. Ma parole necessarie per il male che vediamo ogni giorno sotto i nostri occhi: un male che la gente di fede e di buona volontà deve cooperare a sanare. Proprio il caso di dire: "Puliamo l'aria dello spirito" per poter respirare gioia e felicità... e anche per vedere in Internet la "grande piazza del mondo" dove si sta bene e si scambia felicità.

 

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