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TESTO Commento su Giovanni 2, 13-22

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Dedicazione della Basilica Lateranense (09/11/2008)

Vangelo: Gv 2, 13-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 2,13-22

13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.

18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

In questa domenica celebriamo una festa un po’ particolare: la Dedicazione della Basilica Lateranense, cioè il compleanno della prima cattedrale della città di Roma, la basilica di San Giovanni in Laterano.

Ma... come? Facciamo festa a una chiesa? Facciamo festa a un edificio di pietra e marmo?
No di certo!

La chiesa in quanto edificio, è solo un segno della Chiesa formata da tutti coloro che credono in Gesù.

Dov’è che noi credenti ci ritroviamo per celebrare l’Eucaristia? In chiesa, è ovvio!
Ecco perché questo luogo diventa per noi tanto importante!

È bello sapere che ogni domenica possiamo ritrovarci qui, in chiesa, che è la casa di tutti, per ascoltare la Parola di Dio e partecipare alla festa dell’Eucaristia: è il momento più importante di tutta la nostra settimana!

È qui, in chiesa, che facciamo il pieno di energia per poter vivere secondo il cuore di Dio durante tutti i giorni feriali.

È qui in chiesa che ci ritroviamo in tutti i momenti lieti e tristi della vita!

Pensate un po’: quando siamo nati, dopo poche settimane, ci hanno portato qui in chiesa per ricevere il Battesimo e diventare cristiani anche noi.

Man mano che procediamo nel cammino della fede, ci ritroviamo domenica dopo domenica tra queste mura, seduti in questi banchi.

Che emozione il giorno della Prima Confessione, del primo assaggio della misericordia di Dio che passa attraverso il sacerdote... e lo viviamo qui, questo sacramento prezioso, proprio qui, in chiesa.

Il giorno della Prima Comunione è una festa stupenda e naturalmente la viviamo qui, in chiesa, attorno all’altare!

E la Cresima? Il giorno solenne in cui lo Spirito Santo certifica, conferma, che davvero siamo cristiani grandi, testimoni di Gesù nella nostra vita? Anche la Confermazione la celebriamo in chiesa.
Ma non è finita ancora!

Quando un uomo e una donna si amano e vogliono sposarsi, si presentano qui, in chiesa, per chiedere al Signore Dio di benedire il loro amore nel sacramento del Matrimonio.

Lo stesso vale per i giovani che desiderano dedicare tutta la loro vita a Dio come Sacerdoti: anche la loro consacrazione avviene in una chiesa.

E infine, lo sappiamo, arriverà per tutti il giorno della morte, il giorno in cui volteremo pagina alla vita che conosciamo per entrare nella gioia della vita eterna, dell’amore senza fine in Dio. Quando muore qualcuno, l’ultimo saluto delle persone che gli hanno voluto bene, l’ultima benedizione per cominciare al meglio la nuova vita, la riceve sempre qui, in chiesa.

Quindi vedete che non è un posto da poco, la chiesa fatta di mattoni!

Accompagna i passaggi decisivi della nostra vita: se le pietre di una chiesa potessero parlare, quante vite racconterebbero, quante storie, quanti fatti...

Alcune domeniche fa dicevamo che la preghiera più ascoltata dal Padre Buono è la preghiera che gli rivolgiamo insieme: ritrovarci in chiesa ogni domenica ci permette proprio questo, di far salire verso Dio la nostra voce, tutti insieme.

Una cosa, certo, va detta: una chiesa è pur sempre soltanto un edificio. Può essere ricca o povera, semplicissima o traboccante di decorazioni, modesta o piena di opere d’arte... per il Signore Dio non fa nessuna differenza!

Il valore e la bellezza di una chiesa, infatti, dipendono dal cuore delle persone che vi si ritrovano.

Se noi credenti ci ritroviamo insieme nella gioia, nella fraternità, nel piacere di condividere la vita e la fede, questo renderà bella e luminosa la nostra chiesa.

Se tra questi muri ciascuno prende la forza per vivere il Vangelo fino in fondo, per amare come Gesù, per perdonare anche chi gli ha fatto del male, la nostra sarà una chiesa preziosissima!

Se seduto su queste panche, ciascuno prende lo slancio per vivere al meglio la sua settimana; se davanti al cero acceso del Tabernacolo, chi si sente solo, sfiduciato, spaventato, ritrova la speranza e la voglia di vivere, allora questa è davvero una chiesa meravigliosa!

E se, dalla Messa della domenica, portiamo fuori dalla chiesa la gioia di condividere quello che abbiamo, con chi non ha nulla; se da qui, allarghiamo il cuore ai bisogni del mondo intero; se da qui, ci facciamo attenti ad ogni persona che incontriamo nei giorni feriali... allora la nostra chiesa sarà la più bella del mondo!
Ma... senza chiese, non possiamo pregare?

Certo che sì! Possiamo pregare ovunque, possiamo rivolgerci al Padre Buono in qualsiasi luogo: di nessun posto si può dire che “non è adatto a Dio”!!

Però com’è bello sapere che c’è uno spazio silenzioso e calmo dove poter aprire il cuore al Signore, proprio qui, in chiesa!

Com’è rassicurante sapere che c’è un posto dove tutti abbiamo diritto di fermarci a riposare il cuore; dove ad ogni età abbiamo la libertà di piangere quando siamo tristi o addolorati, e di sorridere e cantare quando la felicità ci scoppia dentro: proprio qui, in chiesa!

E se qualche volta ci può sembrare di non riuscire a trovare Dio da nessuna parte, com’è confortante sapere che c’è un posticino dove Lui è sempre presente: qui, proprio qui, disponibile ad ascoltare la voce di ogni cuore!

Ecco perché oggi facciamo festa: mentre celebriamo il compleanno della prima cattedrale di Roma, ci rallegriamo profondamente per il dono che è la nostra chiesa, questa qui, dove siamo adesso.

Proprio perché ogni chiesa è un luogo tanto prezioso per la vita di ciascuno, merita rispetto.

In chiesa non facciamo chiasso, non urliamo, non corriamo, non giochiamo, proprio come segno di attenzione e rispetto verso il Signore Dio che è qui, presente, e anche per non disturbare la preghiera silenziosa degli altri che sono intorno a noi.
Non sempre è così, purtroppo.

Per esempio, nel Vangelo che abbiamo ascoltato in questa domenica, l’evangelista Giovanni ci racconta come il tempio di Gerusalemme, fosse stato trasformato quasi in un mercato, con gente che comprava e vendeva animali e altro, in un luogo tanto importante e sacro!

Capiamo bene allora, perché Gesù si arrabbia tanto: getta per terra i banchi di chi vende le colombe, scaccia via con furia i venditori di altri animali, gridando di andarsene, di non disturbare più quel luogo di preghiera per fare i loro interessi.

Ma non è il nostro caso! Noi ci raduniamo in chiesa con la gioia nel cuore, per ascoltare la Parola di Dio e far festa: nella serenità e nella gratitudine!

Commento a cura di Daniela de Simeis

 

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