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TESTO Mettiamo le ali alla speranza

mons. Antonio Riboldi

Ascensione del Signore (Anno A) (12/05/2002)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Credo che tanti di voi abbiano vissuto la stessa atmosfera di fede e, lasciatemelo dire, di sorpresa, che si è respirato ad Ischia con la visita del S. Padre. Avevo la fortuna di essergli vicino, come Vescovo, in tutto, dalla solenne celebrazione della S. Messa su quel palco che sembrava un'ala di terra sospesa tra cielo e terra, facendo da sfondo ad una speranza che, a volte, affogati nella realtà terrena, sembra non esistere più.

Non so se la mia era commozione o gioia di vedere un Pastore, un grande Pastore delle nostre anime, sofferente, ma non domito, farsi guida alle nostre incertezze quotidiane nel cammino di bene. Mostrava a tutti noi la sua sofferenza fisica, come fosse un canto alla giovinezza dello spirito, che non si lascia fermare certamente dalla materia.

Ed era incredibile come sapesse invitare ad elevare la vita verso orizzonti che sono davvero gli stessi che Gesù additava ai suoi apostoli nel giorno della Ascensione, che oggi festeggiamo. Bisognava vedere come si lasciava quasi condurre per mano dai giovani nell'incontro con loro nel pomeriggio. E' davvero grande l'affetto che il S. Padre ha per i giovani. Intuisce molto bene che nelle loro mani c'è il segreto di un domani secondo il Cuore di Dio. Sa molto bene che se riesce a condurli sulla via della fede, fino a farli "sentinelle del mattino", i giovani possono essere lo spettacolo al mondo, come afferma Paolo l'Apostolo.

Ed allora si fa giovane fino quasi a giocare la gioia della speranza con loro. E lo farà certamente a Toronto, dove si recherà a Luglio per la XVII giornata mondiale della gioventù..: Ci chiedevamo tutti, guardando alla grande fatica che le sue condizioni di salute chiedono per camminare o celebrare, come e se ce la farà a compiere i disegni di visite pastorali per il mondo, che si propone. Ma pare proprio che il S. Padre non segua i percorsi della ragione e della prudenza: si fa prendere la mano dalla passione per gli uomini, che vuole raggiungere dappertutto per annunciare il Cristo. Sorge spontaneo il rimorso davanti a tanta testimonianza eroica guardando la nostra pigrizia nel professare la nostra fede e donarla, anche nel piccolo ambito della nostra famiglia, della nostra stessa città, nel lavoro. E capiamo molto bene che questa negligenza è la ragione del malessere che respiriamo.

Oggi la Chiesa ci invita proprio a vivere seguendo i percorsi della speranza, celebrando la solennità della Ascensione di Gesù al Cielo. Racconta l'Evangelista S. Matteo: "In quel tempo gli undici discepoli andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro gli si prostrarono davanti: alcuni pero dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che io vi ho comandato. Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" (Mt.28,16-20) Quindi davanti ai loro occhi si elevò verso il cielo, scomparendo per sempre dai loro occhi. Nelle loro mani lascia la missione di portare il Vangelo di Dio a tutti gli uomini, perché tutti senza distinzione, vivano elevandosi ogni giorno verso il cielo che ci attende un giorno per sempre. Forse in quel momento gli Apostoli erano combattuti da due pensieri: il primo quello che Gesù, il Maestro l'Amico, su cui appoggiavano tutte le loro speranze, che dava energia alla loro debolezza di uomini, oramai li aveva lasciati per sempre, almeno qui, in terra. Ma Lui aveva subito rimosso questo dubbio – che può essere anche nostro: "Io sono con voi tutti i giorni". E la testimonianza della forza di fede prodigiosa del S. Padre conferma appieno questa promessa. Ma possiamo tante volte dire lo stesso ognuno di noi. Il secondo pensiero era come accettare la missione di percorrere tutte le strade del mondo per ammaestrare tutte le nazioni. Loro che conoscevano a stento le strette strade della Galilea, della Giudea e della Samaria. Ma verrà il Consolatore e farà piazza pulita di queste paure: dimostrerà che le parole di Gesù sono vere sempre: "Io sono con voi tutti i giorni". E i timidi apostoli saranno quei martiri della fede che non ebbero paura di essere dappertutto a fare conoscere la gioia di Gesù tra noi... fino al martirio. Un cammino iniziato da Gesù, affidato agli apostoli e quindi alla Chiesa e che continua dopo duemila anni nel mondo...con l'esempio che il Papa ci dona ogni giorno, come se fosse il primo giorno!

Esorta S. Paolo, scrivendo ai primi cristiani di Efeso che certamente vivevano le sofferenze come noi: "Possa nostro Signore Gesù Cristo, davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l'efficacia della sua forza che egli manifestò in Cristo.. (Ef.1,17-23) E tutto questo vale anche per noi oggi.. E' vero che siamo come circondati da una atmosfera di pessimismo, di rassegnazione, portati a cogliere dalla vita piccole gioie e nutrirci di misere speranze, che hanno il sapore dell'effimero lasciandoci sempre il vuoto spaventoso dell'anima. Occorre farsi prendere le mani dalla vera speranza, che solo Dio ci può dare. Bisognerebbe che anche noi, con gli occhi della fede, che ci fanno alzare lo sguardo verso l'alto e le ali della carità, che tante volte ci fanno toccare con mano che "Gesù è con noi sempre", come ha promesso, guardiamo di più verso il Cielo che è la nostra Patria. Tutti. Così commentava la speranza Paolo VI: "L'universo non è chiuso. Tutte le sue linee si prolungano all'infinito e orientano lo sguardo verso il polo invisibile dell'eternità di Dio. La sentiranno questa consolazione quelli a cui la terra non ha dato la felicità e siamo tutti noi. Quelli specialmente i cui desideri furono ingiustamente delusi., quelli che sperarono invano il loro pane, la loro pace, il loro onore, il loro amore: le beatitudini del Vangelo sono per i poveri, i piangenti, gli umiliati, gli infelici. La speranza cristiana è il grande conforto per il dolore del mondo. Guai a quelli che la spengono nel popolo che lavora e che soffre. La speranza cristiana è la grande certezza per coloro che combattono per un giusto ideale. Essa è la garanzia che compensa coloro che vivono senza godere e muoiono senza avere abbastanza vissuto; è il domani beato per chi non ha avuto il suo oggi completo" (15.5.1958)

Davvero quando questa speranza trova spazio nella nostra vita, mette il sorriso vero sulle labbra e fa cantare gli occhi della gioia dell'infinito. Ed offro, in questo mese di Maria una preghiera molto conosciuta perché sia anche sulle nostre labbra. "Ricordati o piissima Vergine Maria, che non è mai inteso al mondo che alcuno abbia ricorso alla tua protezione – implorato il tuo aiuto – chiesto il tuo patrocinio – e sia stato abbandonato. Animato da tale confidenza a te ricorro – o Madre, Vergine delle vergini – a te vengo e, peccatore come sono mi prostro ai tuoi piedi. Non volere, o Madre del divin Verbo e madre mia, disprezzare le mie preghiere, ma benigna ascoltale ed esaudisci1e".

E' la preghiera che i pellegrini hanno nel cuore andando nelle tante case che Maria ha posto nel mondo per "ascoltare ed esaudire": Lourdes Fatima,....Anche la nostra anima è la sua casa dove può ascoltarci ed esaudirci, se la preghiamo.

 

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