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TESTO Commento a Luca 12, 37

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Martedì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (21/10/2008)

Vangelo: Lc 12,37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.

Come vivere questa Parola?

Il richiamo a vegliare in attesa del padrone, dello sposo o della fine della vita si ripete più volte nel Vangelo. L’atteggiamento di chi è pronto e non dorme, già presente nel primo Testamento, acquista nelle pagine del nuovo Testamento accenti di poesia e insieme di dramma. E’ monito per le vergini stolte, per l’uomo sazio dei suoi beni. Si annuncia come speranza di essere addirittura serviti a tavola per chi rimane in attesa, vigilante.

Ma che cosa significa per il cristiano vigilare? Il cardinale Martini ha cercato di approfondire questo tema nelle sue lettere pastorali e in molti interventi ai sacerdoti e ai laici. Nella sua ricerca non ha mai taciuto le difficoltà del quotidiano, “i sentimenti di inadeguatezza, di fatica, di delusione, di sconforto” che ognuno può provare nella vita di ogni giorno, nel proprio lavoro, nelle proprie relazioni. Ma queste non devono farci vivere da perdenti, con la paura di non farcela.

C’è un rimedio che rimuove le difficoltà. Si tratta della preghiera continua richiamata spesso dal Maestro, una preghiera che nasce dal quotidiano, che è impastata con il lavoro, con le vicende familiari, le preoccupazioni, la fiducia, il dolore. Una preghiera, come ci ha insegnato Gesù, che si rivolge a Dio e lo chiama Padre.

“La preghiera continua - dice il cardinale Martini - corrisponde alla grazia battesimale. Questa preghiera è trasformante, perché trasforma le debolezze, le incapacità, i piccoli fallimenti apostolici, le inquietudini, in carbone ardente di spirito filiale, rendendoci veramente evangelici. E che cosa possiamo essere se non figli del Padre, che cosa possiamo dare se non testimoniare la sua paternità?”

Nella pausa di silenzio di questa giornata chiederò al Signore di essere unito a lui, semplicemente, come un figlio che si abbandona e ha fiducia di essere sostenuto dalle braccia del papà.

Parole di un canto popolare
Nella notte, o Dio, noi veglieremo
Con le lampade, vestiti a festa.
Presto arriverai e sarà giorno.

 

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