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TESTO Commento su Fil 4,13

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (12/10/2008)

Brano biblico: Fil 4,13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,1-14

In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

 

Forma breve: Mt 22,1-10

In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.

Dalla Parola del giorno

Tutto posso in colui che mi dà la forza.

Come vivere questa Parola?

Un alito di serena speranza percorre il testo paolino propostoci dalla liturgia odierna. Le difficoltà, il negativo non sono ignorati, ma non bloccano l’impegno dell’apostolo come non devono bloccare quello del cristiano di ieri e di oggi.

Paolo è ben consapevole dei propri limiti. In altre occasioni vi fa aperto riferimento, dichiarando di aver supplicato il Signore perché lo liberasse da essi, ma di essere poi approdato alla gioiosa certezza che “quando sono debole è allora che sono forte” perché non poggio più su me stesso ma su Dio. Un’espressione analoga a quella che ritroviamo oggi: “tutto posso in Colui che mi dà forza”.

È questa certezza che permette all’apostolo di affrontare le opposizioni e le prove legate all’annuncio, senza lasciarsi sopraffare e bloccare.

In una società neopaganeggiante, torna quanto mai opportuno il richiamo a questa verità. Il cristiano ha un compito profetico da assolvere, una missione che lo impegna a richiamare con la vita e con la parola, ai valori perenni, soprattutto quando vengono calpestati.

Andare contro corrente è un dovere che può costare caro, fino a richiedere la testimonianza estrema del martirio. Ma nel battesimo non ci è stato dato uno “Spirito di timidezza”: siamo stati rivestiti della forza di Dio-Amore e sappiamo di poter sempre contare su di Lui.

Non possiamo sottrarci alla sua voce che continua a mandare per i “crocicchi delle strade”, là dove l’uomo contemporaneo si trascina stanco deluso stordito, mentre la mensa della gioia è imbandita e la sala penosamente vuota.

Oggi, nel mio rientro al cuore, riassumerò l’impegno che mi viene dal battesimo, di essere là dove vivo il servo di Dio che annuncia la gioia di una casa paterna dove siamo attesi.

Parlare di banchetto di mensa è per noi cristiani una consuetudine. Vi partecipiamo ogni domenica. Ma non sempre i nostri volti e le nostre parole riflettono la gioia, così da diventare un invito per chi non crede. Perdonaci, Signore, e rendici convinti testimoni del tuo amore di Padre.

La voce di una santa di oggi

Io sono una matita nelle mani di Dio, soltanto uno strumento... ma nelle mani di Dio, un piccolo filo dove passa la corrente di Dio, solo di Dio! Noi cerchiamo solo di fare in modo che Cristo faccia passare la sua luce e la sua vita in noi e, per mezzo nostro, nel mon do della miseria.
Madre Teresa di Calcutta

 

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