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TESTO Commento a Gb 3,1-3.11-12

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (30/09/2008)

Brano biblico: Gb 3,1-3.11-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Dopo, Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno; prese a dire: Perisca il giorno in cui nacqui e la notte in cui si disse: «È stato concepito un uomo!». E perché non sono morto fin dal seno di mia madre e non spirai appena uscito dal grembo? Perché due ginocchia mi hanno accolto, perché due mammelle per allattarmi?

Come vivere questa Parola?

Queste parole, con quelle che seguono, sono un grido di un male esistenziale di una potenza che segna un vertice della letteratura mondiale e della capacità di esprimere l’apice della sofferenza umana.

Ci potremmo meravigliare che questo grido così disperato sia incluso nella Bibbia. Non rasenta forse la bestemmia?

Eppure no, Giobbe, anche urlando il suo dolore, è a Dio che si rivolge. Si dibatte in una situazione di sofferenza estrema perché ha perduto tutto: i suoi beni, la sua famiglia e la sua stessa salute. È l’immagine emblematica di quel fondo disperato in cui, a volte, può trovarsi l’uomo di tutti i tempi. E, perché no? Noi stessi. A volte, potremo provare qualcosa di simile in certi difficili “tunnel” della nostra vita. Ma quel che ci consola è proprio credere che a Dio io posso dire, anzi gridare, tutto di me. Gli posso cantare la mia gioia, ma anche gridare il mio incontenibile dolore. Non devo mettermi in ‘compostella’ per pregare. Quello che importa è credere che sempre c’è UNO che mi ha fatto per amore e che mi ascolta. Quello che importa è credere che non la mia ragione può entrare in contatto con Dio, ma il mio adorare il mistero, abbandonarmi a Chi forse tarda nel rispondermi, ma lo farà certo alla grande, da Dio, appunto. Nella assoluta GRATUITÀ dell’Amore.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermo a lasciar emergere (o esplodere) quello che ho forse tralasciato di esprimere al Signore, in tutta verità, nella nudità del mio essere.

Mio Signore e Dio della mia salvezza, davanti a te grido giorno e notte. Signore affido a te tutto quello che sono e vivo.

La voce di una Beata

Quando tutto sembra oscuro, Gesù può far guizzar la luce! E quando tutto sembra insormontabile Gesù può appianare! Una sola cosa è necessaria: fidarsi di Gesù-Amore, che non lascia mai di soccorrere anche quando sembra tutto perduto.
Beata Madre Maria Candida dell’Eucaristia

 

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