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TESTO Gesù risorto: necessario per essere lieti

padre Gian Franco Scarpitta  

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Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno B) (20/04/2003)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,1-9

1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Gesù è risuscitato! A dare la notizia della tomba vuota sono due donne; le donne... guardiamo attentamente la loro condizione epocale: secondo le disposizioni della legge giudaica il sesso femminile non aveva pressocché rilevanza alcuna, tanto meno in fatto di testimonianza. In atre parole, che le donne potessero fungere da testimoni, questo non era concepibile.

Eppure sono proprio due esponenti del "gentil sesso" che attirano l'attenzione di Simon Pietro e dell'altro discepolo, nonostante la titubanza iniziale ravvisata da altri evangelisti (Mc 16, 10-11) ed è per questo che sono oggi attendibili in quanto affermano (R. Penna).

Poi arrivano Pietro e l'altro discepolo, entrano nel sepolcro e trovano le bende per terra si, ma il sudario... ben piegato e posto in un angolo! Quale profanatore di cadaveri, nell'intento di rubare un corpo si sarebbe preoccupato in piena notte di mettere in ordine un sudario, specie se rischiava di essere scoperto per l'ingente presenza delle guardie?

E infatti Matteo parla di un certo spiegamento di forze davanti alla tomba di Gesù: le autorità avevano paura che i discepoli stessi rubassero il cadavere e pertanto avevano sigillato la pietra mentre Pilato aveva disposto la sorveglianza. (Mt 27, 62-66); ora, se ci fosse stato un furto di cadavere come sarebbe stato possibile che nessuno se ne fosse accorto? A meno che non siano state le guardie medesime a depredare il corpo di Gesù, ma questo è poco attendibile, tanto più che il sepolcro era sigillato!

Infine, gli apostoli annunceranno dappertutto il lieto evento della Resurrezione, anche a costo di farsi uccidere. Ora, perché mai avrebbero dovuto mettere a repentaglio la propria vita per una loro fisima o comunque per qualcosa di non accertato e fondato?

Infine, che un uomo possa tornare in vita da morte, questo è certamente possibile anche ai nostri giorni, a motivo di fallite previsioni scientifiche in campo medico, ma non si è mai visto nessuno resuscitare e porre il problema della tomba vuota o delle apparizioni!

Quindi è vero: Gesù è risuscitato!

Tuttavia, se anche abbiamo apportato elementi utili per accertarcene, essi non sono fondamentali per noi. Anzi, in un certo qual modo non ci interessano!

Quello che ci interessa sono piuttosto le parole che le Scritture avevano preannunciato su di lui e che dovevano incutere la fede nel cuore della gente dell'epoca ma soprattutto quello che ci deve interessare è che la resurrezione è un evento che interpella innanzitutto i nostri cuori piuttosto che la nostra razionalità: siamo certi che è risorto perché ce lo hanno annunciato gli apostoli e perché il Vangelo, Parola di vita sempre attuale e sconvolgente, ci trasmette tuttora questo fatto sempre vivo, con rinnovato vigore di anno in anno. E' insomma una prospettiva di fede di fonte alla quale ci si deve solo inchinare. Anzi, ad un tale evento ci si deve affidare anima e corpo affinché esso non sia un avvenimento passato che rimane vincolato ad una data, ma perché trasformi anche la nostra vita; ad esso occorre che offriamo le nostre speranze e le nostre delusioni del passato, unitamente alle prospettive dell'avvenire.

Infatti, che Gesù sia risorto non è motivo di letizia soltanto per le donne e per gli apostoli, ma anche per noi: oggi è il giorno dell'allegria e della pace interiore, della dimenticanza di ogni patema e dell'apertura all'ottimismo e alla serenità.

Bisogna sempre sapere ridere delle proprie apprensioni e dei propri fallimenti e non prenderci mai troppo sul serio, perché si è ridicoli quando ci si autocondanna eccessivamente (Og Mandino); così come è bello ridere dei mali a cui la vita ci costringe, per non cadere nella tentazione di esserne eccessivamente avvolti, e ricordare a noi stessi, che, per quanto gravosi essi possano essere, sono sempre destinati a terminare e a costituire solo un ricordo leggero negli anni a venire. E' il tempo di dimenticare, almeno per oggi, fastidi e dissapori scaturenti da qualsiasi contesto, sia familiare che lavorativo e di darci all'esultanza e al gaudio. Perché no? Anche a tavola, quando festeggeremo il lietissimo evento che ci interessa.

Questo per il fatto che non è risuscitato un uomo qualsiasi scientifico ribalterebbe la pietra, ma il Figlio di Dio Gesù Cristo, che aveva voluto visitarci nell'umile nascita di Betlemme e camminare con noi passando e beneficando ogni sorta di mali facendosi strada fra le bende e le pietre della tomba e sbigottendo tutti, anche le guardie; e tutto ciò per darci la garanzia che la morte è stata sconfitta una volta una volta per tutte. In Lui risorto, infatti, tutti vivono e perfino l'esperienza inevitabile del termine della "fine di questo nostro corpo idiota"(F. De Andrè) diventa prospettiva di vita immortale e di resurrezione finale in un corpo glorificato, conforme al Suo.

Per questo motivo, il lieto evento che celebriamo costituisce ancora una volta una sfida ai malesseri dell'oggi e della storia: è terminata una guerra per la quale si conteranno vittime in tutte le fazioni, ma in Gesù risorto terminano nel cuore dell'uomo l'acredine e il senso di disprezzo per l'altro, l'arrivismo, l'interesse per il guadagno e il possesso sulla pelle dei poveri... Tutte motivazioni che saranno sempre la causa dell'insorgere di nuovi conflitti.

Così come terminano, sempre nel cuore dell'uomo, tutte quelle miserie che hanno suscitato l'emarginazione, l'indifferenza che tendono ad isolare alcuni individui dal contesto sociale. Insomma, Cristo è risorto per tutti e questo basta perché possiamo annunciarlo.

 

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