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TESTO Commento su 1cor 15,49

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (20/09/2008)

Brano biblico: 1cor 15,49 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste.

Come vivere questa Parola?

Paolo, scrivendo ai Corinzi, cerca di far comprendere su quale orizzonte di luce si apra il buio cortile della morte.

Egli parla più propriamente della morte fisica, ma il discorso può estendersi a ogni forma di morte, di liberazione, di decentramento, cioè a quella capacità umana di andare ‘oltre’, anche dentro la presenza del limite e in particolare dal peccato.

Noi portiamo l’immagine ereditata da Adamo, è vero, ma anche l’incancellabile immagine del Dio-Amore che ha ‘soffiato nelle nostre narici’ lo spirito di vita; portiamo la nostalgia dell’Eden, cioè della nostra vita in Lui e con Lui!

Ci ha creati a immagine del Figlio suo e questo prototipo torna a proporci. Come dall’Adamo carnale abbiamo eredito l’immagine dell’uomo di terra di cui sentiamo tutta la pesantezza, così da Gesù, nuovo Adamo, accogliamo quella dell’uomo celeste, l’uomo tornato signore di se stesso e delle cose, aperto a Dio e ai fratelli.

Non quindi una realtà che si realizzerà solo alla fine della nostra vita, ma in un modo d’essere che si costruisce nell’oggi. Potremmo paragonare la vita terrena al periodo di gestazione che precede la nascita. La vita fetale non ha certo la pienezza di quella che si snoderà dopo la nascita, eppure sono proprio quei nove mesi che abilitano alla vita. E nulla, proprio nulla, di essi va perduto.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, verificherò quanto dell’uomo carnale è ancora vivo in me e quale cammino di superamento devo intraprendere perché l’uomo celeste, di cui dal Battesimo porto in me il germe, possa svilupparsi verso la sua pienezza.

Donami, Signore, il coraggio di intraprendere “il santo viaggio”, di cui parla il salmista, perché la vita nuova che tu sei venuto a donarci possa esplodere in me.

La voce di un grande santo

Noi portiamo la morte di Cristo nel nostro corpo, affinché la vita di Cristo si manifesti in noi. Non è dunque più la vita nostra, ma la vita di Cristo che noi viviamo: vita d'innocenza, vita di castità, vita di semplicità e di ogni virtù.
S. Ambrogio

 

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