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TESTO Commento su Fil 2,6-9

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Esaltazione della Santa Croce (14/09/2008)

Brano biblico: Fil 2,6-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 3,13-17

13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Dalla Parola del giorno

Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato.

Come vivere questa Parola?

Il significato profondo di questa festa è racchiuso in questa breve pericope paolina, che ci fa contemplare, quasi al rallentatore per meglio assaporarne il senso, il progressivo inabissarsi del Figlio di Dio nell’umiltà della condizione umana.

Lo sguardo è invitato a fissarsi, inizialmente, sull’indicibile realtà divina del Verbo: il suo essere Dio come il Padre. E poi quel volontario svuotare annullare se stesso assumendo la nostra stessa natura umana, la condizione di ‘servo’. Non si ha tempo di riscuotersi dallo stupore, che Paolo incalza: “umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte”. E non basta ancora: il Figlio dell’Altissimo giunge ad annichilire se stesso fino al punto di abbracciare la più infamante delle morti: quella di croce, la morte del ‘maledetto’ da Dio oltre che dagli uomini.

L’abitudine a vedere il Crocifisso nei nostri ambienti, ci ha fatto perdere molto di questa tremenda realtà. Dio che si rende abietto dinanzi alla sua creatura.

No, non si capirà mai fino in fondo l’infinito amore di Dio, se non ci si lascia afferrare dalla durezza di questa immagine!
Ma allora, perché si parla di ‘esaltazione’?

Perché proprio in questo limite estremo, oltre il quale Gesù non poteva spingersi, possiamo contemplare che “Dio ha tanto amato il mondo”. Qui, sulla croce appare in pienezza la ‘gloria’ di Dio, cioè si svela il suo volto, il suo essere profondo: il suo essere Amore.

Dinanzi a questa realtà sublime inconcepibile per la mente umana, c’è solo da piegare il ginocchio in un muto adorante, riconoscente atto d’amore.

Oggi, nel mio rientro al cuore, sosterò in silenziosa contemplazione del Crocifisso.

Grazie, Gesù!

La parola di una martire del XX secolo

Gesù Crocifisso dev' essere l'oggetto di ogni tua brama, di ogni tuo desiderio, di ogni tuo pensiero.
Edith Stein

 

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