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TESTO Il nostro rapporto con “Pietro” e la Chiesa

don Roberto Rossi  

XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (24/08/2008)

Vangelo: Mt 16,13-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

"La gente chi dice che sia il Figlio dell'Uomo". Gli apostoli riportano le risposte, spesso entusiaste della gente. Ma Gesù si fa più stringente: "E voi, chi dice chi io sia?" Per voi chi sono?

La risposta di Pietro, per rivelazione del Padre, "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!" E' la fede di Pietro, a nome degli apostoli, è la fede della Chiesa dei primi tempi, è la fede della Chiesa di oggi, di sempre.

E Gesù: "Beato te, Simone. E io dico a te: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, a te darò le chiavi del regno dei cieli, tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".

Il papa Benedetto XVI, nelle sue catechesi del mercoledì dedicate alle principali figure del Vangelo, così dice commentando questo brano: "Le tre immagini a cui Gesù ricorre sono in se stesse molto chiare: Pietro sarà il fondamento roccioso su cui poggerà l'edificio della Chiesa; egli avrà le chiavi del Regno dei cieli per aprire o chiudere a chi gli sembrerà giusto; infine, egli potrà legare o sciogliere nel senso che potrà stabilire o proibire ciò che riterrà necessario per la vita della Chiesa, che è e resta di Cristo. E' sempre Chiesa di Cristo e non di Pietro".

Pietro è un povero pescatore che accetta di vivere la grande avventura di essere discepolo e che spesso tocca con mano il suo limite umano (consiglierà a Cristo di sfuggire alla Passione, lo rinnegherà). Eppure quest'uomo semplice diventa il custode della Chiesa di Cristo, a Lui è affidato di mantenere la comunione con Cristo, il legame col Maestro che ha dato la vita per la sua Chiesa.

Si impongono due domande: Chi è Gesù per me? Che cosa significa appartenere alla sua Chiesa?

Chi è Gesù per me? Ho l'impressione che nel nostro contesto culturale e sociale ci sia un certo disagio di fronte a questa domanda. Non si è ben sicuri a riguardo di Gesù. Libri, racconti fantasiosi, interpretazioni fuori di ogni sana tradizione, hanno frantumato Gesù Cristo e la sua identità. Non si è più sicuri di Lui, perché non lo si vuol essere: basta invece ricercare le prove storiche e gli studi più seri a suo riguardo e accettare con libertà e consapevolezza che "quel Gesù di Nazaret, che è passato beneficando e sanando tutti, che "voi" avete crocifisso, Dio lo ha risuscitato e la ha costituito Cristo e Signore di tutte le cose". Se Cristo è risorto - ed è stato testimoniato dai tanti che hanno vissuto con lui risorto - allora si comprende il valore di tutto quello che ha detto e ha fatto e lo si può credere con vera sapienza.

L'altra strada per avere la certezza di Gesù Cristo è vivere di Lui: chi vive di Lui, ne sperimenta direttamente la presenza, la grazia, la forza, la salvezza ed è sicuro di Lui con fede piena "Beati quelli che crederanno, pur non avendo visto". Ci sono dei momenti e dei fatti in cui Cristo lo sai presente e lo senti vicino, credi in Lui. Quando vivi bene la messa, ti confessi, fai la comunione, leggi il vangelo, vivi la comunità col prossimo... tu sai e senti chi è Gesù.

Un giovane mi ha detto: "io forse sono un deista, perché a credere ad un "dio" ci posso arrivare, ma come faccio a sapere qual è la religione vera". Ho risposto: "non è necessario studiare e confrontare tutte le religioni, prova a verificare la storicità e la verità di Cristo Gesù, bandisci ogni superficialità strumentale e voluta a suo riguardo e comprenderai che Lui ci ha messo nella religione vera, nel rapporto vero con Dio, il Padre".

Che cosa significa per me appartenere alla sua Chiesa?

Qui ciascuno di noi ha la sua percezione e la sua relazione particolare con la Chiesa: chi la vede una realtà distaccata, lontana, chi la sente come la presentano i mezzi di comunicazione della società di oggi (giornali, TV, internet), chi la pensa come una realtà storica, di potere temporale o spirituale, chi la identifica con la gerarchia, chi la sente come un richiamo a forme moralistiche o di intromissione nei problemi della società laica o laicista. L'atteggiamento più diffuso oggi mi sembra quello di cercare in un certo senso Dio e di adattarmi alla Chiesa per quel po' che mi aiuta in questo: un po' di messa o di confessione mal sopportate o cose del genere.

Mi diceva un bambino, riferendosi a quanto gli avevano detto a scuola: " ma i vescovi erano dei principi e facevano tante cose non buone". Mi è venuto da rispondere: "Pensa come in tutte le epoche il Signore ha suscitato dei santi, che hanno illuminato la Chiesa e il mondo!"

Ma soprattutto mi torna alla mente la testimonianza continua di D. Milani, un prete che ha dovuto soffrire tanto, coi suoi superiori e con l'ambiente ecclesiastico e sociale che non comprendevano la sua opera e i suoi interventi profetici. Quando anche qualcuno poteva dirgli, "ma come fai a rimanere nella Chiesa?", la sua risposta: "Io non lascio la Chiesa a nessun prezzo al mondo perché mi ricordo cos'era vivere al di fuori di essa". "Non mi ribellerò mai alla Chiesa, perché ho bisogno più volte alla settimana del perdono dei miei peccati e non saprei dove andare a cercarlo fuori della Chiesa; non possiamo vivere senza i suoi sacramenti e il suo insegnamento". "Ma io son parte viva della Chiesa..."

Questa è la strada giusta: sentirsi parte viva della Chiesa: col battesimo ne siamo parte attiva e responsabile, accogliendo ogni giorno la grazia di Dio che in essa ci viene data e divenendo membra vive di essa, dove a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune. Attivi, partecipi, corresponsabili, sotto la guida e l'opera dei pastori, in comunione con tutti. L'altro problema di oggi po' essere quello di pensare la Chiesa solo come il proprio gruppo... dalla primitiva Chiesa di Corinto e per tutta la storia forse ci sarà sempre la tentazione delle sette: un conto è offrire la propria parte per la "comunione", un conto è cercare ad ogni passo la "distinzione".

Abbiamo bisogno di un rapporto vero con la Chiesa e nella Chiesa, sempre tutti a servizio del Regno.

 

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