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TESTO Camminava con loro

don Roberto Seregni  

III Domenica di Pasqua (Anno A)

Vangelo: Lc 24,13-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,13-35

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Più lo rileggo, più mi convinco che questo testo è una vera radiografia della nostra fede. A volte ci illudiamo di essere noi a leggere la Parola, poi qualche volta - senza che nemmeno ce ne accorgiamo - ci rendiamo conto che le parti si spostano. Non siamo più noi a leggere la Parola, ma è Lei che ci legge, che ci dice la verità sulla nostra vita, che ci fotografa e ci mette a nudo.

I due discepoli si allontanano da Gerusalemme verso Emmaus. E' il cammino della delusione e dell'allontanamento, ma proprio su questi passi - come uno sconosciuto - si presenta il Risorto. I discepoli non lo riconoscono, il cuore è così pieno di delusione, tutto concentrato sul proprio dolore, da non rendersi conto che quel viandante è il Signore. Non so a voi, ma a me è capitato molte volte di accorgermi solo a cose fatte che quel brano della Parola, quella persona, quel libro, quella cosa sentita "per caso" erano il Risorto affacciato sulla mia vita. A volte siamo così frullati dalle mille cose di ogni giorni, imprigionati dalle nostre delusioni e ibernati dalle paure da non accorgerci che vicino a noi cammina il Signore.

La notte si avvicina e dopo una lunga chiacchierata con il viandante inatteso, i discepoli insistono perché Egli si fermi con loro. Qui, in questa sosta serale del cammino, avviene il riconoscimento. Ma attenzione: niente miracoli, niente carovane di angeli, niente incenso e campane a festa! Il Signore, per farsi riconoscere, spezza il pane con loro. Un gesto semplice, quotidiano, famigliare, ma che per i discepoli è un segno che non lascia dubbi: è il Signore, è il Risorto! Questo pasto inaspettato, questa rivelazione del Viandante dice ai discepoli che quella comunione di vita con il Rabbì di Nazareth è sopravvissuta alla sua morte. Da qui, da questo riconoscimento e da questa nuova presenza di Gesù, ha inizio il passaggio dalla tristezza alla felicità, dall'apatia alla gioia. Prima sembrava tutto perduto, i passi di allontanamento da Gerusalemme avevano il sapore amaro della delusione e della sconfitta. Ma ora tutto è diverso.

Ora che il Signore si è fatto vicino, ora che ha spezzato ancora il pane, ora è un'altra musica. Persino la strada insidiosa e malfamata del ritorno a Gerusalemme non fa più paura. Hanno incontrato il Risorto! Chi può fermarli?

Ritorniamo alla radiografia. Dicevo: questa parola ci mette a nudo, ci fotografa', ci impedisce di raccontarci bugie. Ma tu ci credi veramente che il Risorto cammina al tuo fianco? Sì, magari ti ricordi di Lui durante le celebrazioni della tua comunità o quanto trovi un momento per pregare a casa (... lo trovi?) E poi? Che ne è in famiglia, sul lavoro, con gli amici o nel tempo libero... Tutto come se Lui non ci fosse?

Proviamoci, cari amici! Proviamo a guardare al Risorto e le cose cambieranno. Sentiamolo vicino, compagno di viaggio, Viandante al nostro fianco nel momento della delusione e non ci sentiremo più soli e abbandonati. Proviamoci e anche noi, come i discepoli di Emmaus, non avremo più paura della notte e correremo pieni di gioia per dire a tutti che il Signore è Risorto! Lo diremo con un sorriso dato gratis, con un perdono inaspettato, con un tempo di preghiera più fedele e più maturo, con un saluto più sincero e attento, con una parola buona detta al momento giusto... Chi potrà fermarci?


Buona settimana
Don Roberto

 

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