PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Sono la luce del mondo

don Roberto Seregni  

IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno A)

Vangelo: Gv 9,1-41 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 9,1-41

In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

24Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

39Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». 40Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». 41Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

Forma breve (Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38):

In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita; 6sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Dopo il grande simbolo dell'acqua, l'evangelista Giovanni ci porta a scoprire un secondo segno del cammino battesimale: la luce. Siamo ormai a metà della Quaresima e se qualcuno ancora sonnecchia pacifico e beato, ascolti quello che Paolo scrive agli abitanti di Efeso: "Svegliati tu che dormi e Cristo ti illuminerà!" (Ef 5,14).

A volte si sente dire che la fede, per essere vera e autentica, dev'essere cieca. Cieca perché non ti devi preoccupare di vedere o capire, ma solo buttarti a testa bassa dimenticandoti che il buon Dio ti ha fatto intelligente. Cieca perché la pretesa di capire o di vedere oltre, potrebbe essere letta dal "grande-dio-permaloso" come una mancanza di fiducia e di abbandono. Cieca perché il guru di turno pretende una creduloneria senza tentennamenti e sbavature, altrimenti vuol dire non sei all'altezza, che non sei pronto, che sei fuori. Per fortuna Gesù non è d'accordo! Il Rabbì di Nazareth ci vuole svegli e intelligenti, ci apre gli occhi proprio per capire che siamo ciechi e che non ce ne siamo mai accorti.

Bisogna subito chiarire una cosa importante: questo stupendo brano di Giovanni parla di me e non degli altri, perché pure noi siamo come i farisei che si sentono a "dieci decimi" e invece siamo accecati dalla presunzione di vedere, di sapere, di capire... Allora proviamoci: io sono quel cieco. Io che leggo e mi lascio ferire da questa Parola sono quel cieco. Io che sono convinto di vedere e non mi accorgo che i miei occhi sono solo degli specchi che riflettono i miei fantasmi scambiati per verità assolute. Io che continuo a sbattere nel buio delle mie tristezze ammuffite e non accetto di aprire porte e finestre per far entrare la Sua luce. Io che sto per annegare nelle mie fatiche e continuo a pretendere di salvarmi tirandomi su per i capelli, piuttosto che chiedere aiuto. Io, se ho il coraggio della verità, sono quel cieco che si lascia guarire.

Strano gesto quello di Gesù: "sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco" (v.6). E' il fango della nuova creazione, fatto con la terra e il respiro stesso del Figlio di Dio. C'è un nuovo impasto, un compimento, una perfezione riportata all'origine della sua bellezza. Ma la cosa straordinaria è che questo gesto non guarisce il cieco! L'opera di Gesù non è magica o automatica, ma richiede la partecipazione attiva del cieco: "Và a lavarti nella piscina di Sìloe" (v.7). Nelle mani di Gesù non siamo come dei burattini invertebrati da pilotare e manovrare. La fede non nasce da una semplice reazione chimica tra la sua grazia e mia miseria. C'è bisogno di una risposta libera al progetto liberante di Dio. Se il cieco non avesse accettato di correre alla piscina di Siloe per lavarsi, sarebbe stato solo un cieco con gli occhi pieni di fango!

Allora coraggio, cari amici! Anche se tutto non è ancora chiaro, anche se le difficoltà sembrano improponibili e la paura stringe lo stomaco come una morsa, lasciamo che il Figlio ci rimpasti con il suo Spirito. Forse le cose non cambieranno: il tuo vicino continuerà a farti i soliti dispetti, tuo figlio continuerà a non voler studiare, il tuo prete continuerà a fare prediche noiose, tuo maritò continuerà a dimenticarsi le date dei vostri anniversari e tua moglie continuerà a parlare a dismisura pretendendo attenzione e memoria cibernetica... Sì, le cose saranno quelle di prima, ma diversi saranno i tuoi occhi! Sarà diverso il tuo modo di guardare le persone, di pesare i giudizi, di valutare le scelte per il futuro. Se ti scoprirai cieco e ti farai guarire da Cristo, tutto questo sarà diverso, perché diverso sarà il tuo cuore.

Don Roberto

 

Ricerca avanzata  (54042 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: