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TESTO Salì al cielo, siede alla destra del Padre

don Romeo Maggioni  

Ascensione del Signore (Anno A) (12/05/2002)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Oggi vogliamo approfondire cosa significa la verità che professiamo nel Credo: "Salì al cielo, siede alla destra del Padre".

La cosa ci interessa per capire qualcosa della nostra stessa esaltazione; Gesù infatti ci ha promesso: "Io vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io" (Gv 14,2-4). "Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato" (Gv 17,24).

E' san Paolo che oggi ci esorta proprio a pregare"perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, possa illuminare gli occhi della nostra mente per comprendere a quale speranza ci ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l'efficacia della sua forza che egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli .." (II lettura). Ecco: guardare a quel che Dio ha fatto per Cristo, per capire quel che farà a noi.

1) ESALTAZIONE

Finora parlando dell'evento di Pasqua, abbiamo usato sempre il termine: risurrezione, risvegliarsi dalla morte, tornare in vita...! E' il primo modo con cui i testimoni oculari hanno parlato di Gesù quando se lo sono visto vivo dopo che l'avevano messo al cimitero. Ma questo potrebbe far intendere che Gesù - come è avvenuto per Lazzaro - sia semplicemente ritornato a vivere la vita mortale di prima.

Non è questo il senso giusto della Pasqua. Ecco la festa di oggi a richiamarci un altro modo di esprimere ciò che è avvenuto a Gesù con la risurrezione: si parla di esaltazione, elevazione in cielo, sedere alla destra del Padre. La Chiesa primitiva ha utilizzato il Salmo 110 proprio per esprimere questa verità: "Dice il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra; farò dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi". Dirà san Pietro: "Dio lo ha innalzato accanto a sé, come nostro capo e salvatore" (At 5,31).

Significa che l'uomo Gesù è entrato nella sfera d'esistenza propria di Dio, partecipe della sua "Gloria" o della sua stessa condizione di vita. Salire al cielo, essere avvolto nella nube, sono espressioni che indicano proprio questo essere di Gesù come "rapito" dentro la divinità. Pensate: un uomo fa parte delle relazioni intime della Trinità! E lo ha fatto per essere non l'unico ma il primo di tutti noi; così preghiamo oggi al Prefazio: "Mediatore tra Dio e gli uomini, giudice del mondo e Signore dell'universo, Cristo non ci ha abbandonato nella povertà della nostra condizione umana, ma ci ha preceduto nella dimora eterna per darci la sicura speranza che dove è lui, capo e primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria".

Questo è il paradiso cui anche noi siamo chiamati: là dove "diventeremo simili a Lui perché lo vedremo così come Egli è"; là dove "non ci sarà più né pianto, né lutto né lamento, né morte, perché le cose di prima sono passate"; là dove la "gloria che ci aspetta non è neanche da mettere a paragone con le sofferenze del tempo presente"; là dove "in verità vi dico: Dio stesso si metterà un grembiule, ci farà sedere a tavola e comincerà a servirci" (Lc 12,37). Essere a cena da Dio e lui nostro inserviente, tanto è contento d'averci con Sé!

2) LA SIGNORIA

Sedere alla destra di Dio è una immagine per esprimere il fatto che ora Gesù partecipa alla signoria di Dio sul mondo; che in lui, in quanto Dio che s'è fatto uomo, s'è come raccolto tutto il creato, "ricapitolato" in lui; in Gesù Dio ha preso in mano il mondo, vincendone tutto il male e la morte, e portandolo - o meglio guidandolo - con sé fino all'eternità. Dice san Paolo: "Cristo è morto ed è tornato in vita per essere il Signore dei vivi e dei morti" (Rm 14,9). E nell'inno ai Filippesi, sempre san Paolo proclama: "Dio lo ha innalzato sopra tutte le cose e gli ha dato il nome più grande, perché in onore di Gesù, in cielo, in terra e sotto terra, ognuno pieghi le ginocchia, e per la gloria di Dio Padre ogni lingua proclami: Gesù Cristo è il Signore" (2,9-11).

Ecco: Gesù, signore del mondo! Signore della signora del mondo che è la morte, perché lui è andato oltre la morte; signore perché ha "vinto il principe di questo mondo" e ha assicurato la vittoria del bene sul male, di Dio sul mondo e su satana. Che se oggi ancora questa vittoria sembra nascosta, lo è perché questo trionfo avvenga anche nella libertà dei cuori degli uomini: "è necessario infatti che Cristo regni, finché avrà messo sotto i suoi piedi tutti i suoi nemici" (1Cor 15,25).

Allora diverrà anche palesemente - come dice l'Apocalisse: "Re dei re e signore dei signori" (19,16). Sarà il ritorno glorioso di Cristo come Giudice della storia. Proprio mentre sul monte degli ulivi i discepoli salutavano Gesù, "due angeli dissero loro: Uomini di Galilea, questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno...!" (At 1,10-11). Per questo noi cristiani chiamiamo Gesù: il nostro Signore Gesù Cristo.

Ora questa signoria la esercita dentro la Chiesa, e per essa, progressivamente, sul mondo. La Chiesa è l'umanità che gradualmente aderisce a Cristo e ne diviene come la sua dilatazione, il suo compimento: "Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose" (II lettura).

E per la Chiesa la signoria di Cristo si estende al mondo: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le genti, battezzandole e insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato". E' il tempo della Chiesa, della sua missione universale, sostenuta dall'assistenza di Cristo: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo"; e dalla forza dello Spirito santo: "Voi avrete forza dallo Spirito santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra" (I lettura).

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Ritornati a Gerusalemme i discepoli si raccolsero nel cenacolo in attesa dell'effusione dello Spirito santo, della Pentecoste. "Ed erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui" (At 1,14). Anche noi abbiamo bisogno di questa effusione dello Spirito che la celebrazione di domenica prossima rinnoverà per la Chiesa di oggi. Anche noi raccogliamoci questa settimana ogni sera a invocare lo Spirito santo col fare bene la NOVENA DELLO SPIRITO SANTO.

 

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