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TESTO Commento su Matteo 15,21-28

don Daniele Muraro  

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (17/08/2008)

Vangelo: Mt 15,21-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 21partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

"Dio ha preparato beni invisibili per coloro che lo amano", ce lo ha detto la preghiera prima delle letture, ma spesso noi siamo oppressi da necessità materiali che lasciano poco spazio alla dimensione dello spirito.

Senz'altro questa, almeno inizialmente, fu la disposizione d'animo della donna Cananea protagonista del Vangelo stamattina.

Mentre Gesù passa per strada, camminando a piedi con i suoi discepoli, questa donna pagana in maniera inaspettata gli grida dietro, supplicandolo di aiutarla. Dal tono di voce i discepoli di Gesù avranno compreso tutto il suo turbamento, ma nel contegno esterno della donna essi anche avranno avvertito anche uno no so che di invadente, oltreché la confessione di uno smarrimento esistenziale.

Non era una situaziona facile la sua, vedere la figlia malata senza possibilità di procurarle sollievo, ma è anche vero che Gesù con i suoi discepoli si trovava fuori del suo raggio di azione consueto.

Bastano poche parole alla donna per far capire a tutti la sua preoccupazione di madre angosciata. La sua figlioletta era sofferente, crudelmente tormentata da un demonio. Non sapremmo meglio specificare quale malessere affliggeva la bambina. Poteva trattarsi di una malattia fisica, oppure di una patologia psichica, o infine l'infermità poteva consistere in una vera e propria possessione ad opera del demonio. La precisazione dell'età infantile invece ci viene dalla versione dell'episodio secondo san Marco.

Quasi a dispetto delle parole della donna Gesù tira dritto per la sua strada. Come abbiamo detto Egli e con lui i suoi discepoli avevano sconfinato, lasciandosi alle spalle la terra di Israele e inoltrandosi nei territori pagani di Tiro e Sidone.

Si tratta di due città costiere della Fenicia, l'attuale Libano, abitate evidentemente da pagani. Tiro e Sidone vengono spesso menzionate assieme nell'Antico Testamento quali destinatarie di oracoli di sventura. Da parte sua la gente di Tiro, tra tutti gli abitanti della Fenicia, era quella che parlava particolarmente male dei Giudei.

La donna invoca pietà, ma Gesù non risponde: troppo grande è la distanza che separa un ebreo osservante da un pagano che niente sa né di Legge, né di Santità.

Eppure la donna insiste. Qualche notizia doveva essere pur giunta ai suoi orecchi sulla persona di Gesù, perché lo chiama: "Signore, figlio di Davide!". Seppure imprecisa dunque una certa idea su Gesù come il Messia, Salvatore promesso da Dio, doveva essersela fatta. Soprattutto la sostiene il suo animo religioso: "Se Dio è buono, lo deve essere verso tutti, senza separazione fra ebrei e pagani!".

Essa è consapevole che esiste un patto di alleanza fra Dio e il popolo di Israele, e lei ne rimaneva esclusa: questo glielo avevano fatto capire in passato i pochi o tanti ebrei, non importa quanti, che aveva incontrato. Lei pensa però che la bontà di Dio è capace di fare eccezioni; non lo spera per i suoi meriti, ma lo chiede umilmente confidando nella grandezza d'animo di chi sta di fronte.

L'apparente indifferenza di Gesù un risultato almeno lo ottiene: se non riesce a far smettere la donna dal chiedere, spinge gli apostoli a intervenire. Ora qui c'è un problema di traduzione perché la versione italiana dà l'impressione che i discepoli siano meglio disposti nei confronti della donna che Gesù.

Infatti abbiamo sentito: "Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono (a Gesù) e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!".

In realtà la richiesta dei discepoli verso Gesù si può anche intendere in senso opposto, così: "Mandala via! Dille di smettere"... perché non la finisce più! In latino troviamo l'espressione: "Dimitte eam!" che vuol dire proprio "Lasciala andar via", contenta o no che sia, non importa.

Invece di seguire il consiglio dei suoi discepoli e di inveire dietro alla donna, aggiungendo chiasso su chiasso, Gesù dice chiaro il motivo del suo prendere tempo: si tratta di una cautela perché propriamente Egli non è venuto che per le pecore perdute della casa d'Israele. Fuor di metafora Egli ha già abbastanza da fare rivolgendosi ai suoi correligionari. In seguito, quando costoro si fossero convertiti e fossero confluiti a formare la Chiesa, allora il messaggio della salvezza sarebbe stato diffuso nel mondo, senza più limitazioni.

A questo punto la donna prende coraggio e si avvicina. Forse non ha nemmeno potuto sentire le ultime parole di Gesù, ma ha visto che il Maestro si è fermato e così ne può approfittare per dimostrargli la sua fede e la sua deferenza. In ginocchio, prostrata davanti a Lui chiede ancora aiuto.

Gesù ripete la sua punto di vista, ma stavolta lo fa servendosi di un'immagine strana per noi, ma ben comprensibile anche per una donna Cananea. Parla di figli e di cagnolini, ribadendo così la distinzione fra figli dell'alleanza e pagani e servendosi di un appellativo comune fra i giudei quando si rivolgevano ai non non giudei: cani. Il termine spregiativo è mitigato dal diminutivo, cagnolini, che fa pensare ai cuccioli di cane domestico e non ai cani randagi rognosi, ma resta sempre difficile da mandare giù.

La donna però risponde argutamente, servendosi della stessa immagine usata da Gesù e attaccandosi alla debole speranza che traspariva dalle sue parole: "Anche i cagnolini fanno parte della famiglia e dopo che si sono serviti i padroni rimane sempre qualcosa pure per loro!".

Non ha voglia di fare polemiche questa donna, ma soprattutto ha una grande fede, sostenuta da una altrettanto potente speranza. In fondo è la stessa speranza che coltivava Gesù che per questo tanto lode la disposizione d'animo della donna.

Gesù sperava che questa donna dal bisogno materiale si aprisse alla luce della fede. La donna capisce bene che di fronte a Gesù non si tratta di accontentarsi, ma di aprire il cuore, preparandosi a ricevere quello che non si sa come chiedere.

È lo stesso atteggiamento di cui parla la preghiera iniziale quando fa' chiedere a Dio di essere pronti ad ottenere da Lui i beni che ci ha promessi, quelli che superano ogni desiderio. Noi non sappiamo come Dio può salvarci, l'importante è che non dubitiamo che Lui lo può e lo vuole fare, salvare noi e salvare gli altri!

 

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