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TESTO L'anima mia anela a te o Dio

don Roberto Rossi  

XIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (10/08/2008)

Vangelo: Mt 14,22-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 14,22-33

[Dopo che la folla ebbe mangiato], 22subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. 23Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.

24La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. 25Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. 26Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. 27Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». 28Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». 29Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 30Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». 31E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». 32Appena saliti sulla barca, il vento cessò. 33Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Ci sono due belle immagini nelle letture di questa domenica: Elia e Gesù che salgono sul monte a pregare, gli apostoli sulla barca agitata dalle onde e Gesù che cammina sulle acque e li va a salvare. Sono immagini frequenti anche per noi nell'estate. Un monte da scalare e un mare da attraversare: sono i simboli del cammino della vita.

Domenica scorsa avevamo contemplato Gesù che vive una preghiera in solitudine che lo porta ad avere compassione delle folle e a moltiplicare i pani, una preghiera che apre agli altri, impegna ad amare il prossimo bisognoso.

Oggi l'intensa e prolungata preghiera di Gesù sul monte lo porta ad affrontare poi i problemi della vita, suoi e degli altri, con la luce e la potenza di Dio che salva.

Possiamo innanzitutto guardare a questi grandi maestri di preghiera che le letture ci propongono: Elia e poi Gesù. C'è una ricerca di Dio, il desiderio e il bisogno di stare con Lui, un vivere nelle profondità e nel mistero di un Amore che non si finisce mai di contemplare e di sperimentare. Certamente per me, per voi, esiste la fatica della preghiera, la poca abitudine ad essa, la distrazione e la dissipazione del mondo, la sensazione che sia tempo perso o che non c'è tempo, la presunzione inconscia di essere capaci di costruire da soli la nostra vita...

Come sentire il desiderio, il bisogno della preghiera? Il bisogno di Dio, di stare con lui? Come imparare ad accogliere l'Amore e rispondere all'amore e rimanere nell'amore?

Comprendo che se anche minimamente avessi coscienza di Dio, della sua presenza, del suo amore, farei l'impossibile per stare a lungo con Lui? Se non riesco a trovare che pochi minuti o se la preghiera mi pesa... quanto sono lontano!

La Bibbia in tanti passi e soprattutto nei Salmi esprime ed insegna questo desiderio di Dio: "L'anima mia ha sete del Dio vivente, quando vedrò il tuo volto? Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a Te, o Dio".

Bisogna chiederlo come grazia questo dono della preghiera. E occorre cercarla, provarla, allenarsi in essa: stare con gioia, con amore, con profondità alla presenza del Signore. E camminare nella vita della preghiera passando il nostro tempo a lodare e ringraziare il Signore, a chiedergli perdono delle nostre colpe, a invocare il suo aiuto per gli altri e per noi stessi.

Questa è stata la grande esperienza di Elia sul monte Oreb, chiamato a fermarsi alla presenza del Signore, dove il Signore non si manifesta nel vento impetuoso, nel terremoto, nel fuoco, ma nel sussurro di una brezza leggera.

E' la grande esperienza di Gesù, il quale congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.

Il testo del vangelo subito ci riporta alla situazione della barca, in preda alle onde. Gli apostoli passano una notte di paura e di preoccupazione.

In queste situazioni si provano le più varie emozioni ed esperienze: si può sentire il Signore lontano; si fa fatica a riconoscerlo, anche quando ci dà segni della sua presenza; ci si scoraggia, ci si dispera o ci si attacca a qualunque appiglio di speranza.

Gesù, il Signore, non li dispensa dalla fatica, li lascia in balia delle onde per quasi tutta la notte, ma poi si avvicina loro per aiutarli e salvarli.

"Coraggio, sono io, non temete!": sono quelle espressioni che tante volte troviamo nella Bibbia, quando il Signore vuol dare forza ai suoi, quando li chiama ad una missione particolare, quando essi sentono tutta la loro paura e le loro difficoltà.

E' ciò che sempre il Signore vu7ole dire anche a ciascuno di noi, alle nostre famiglie, nelle situazioni in cui siamo chiamati a vivere. "Coraggio, ci sono Io con voi, non abbiate paura!"

E Lui è il Salvatore potente. Ci salva con tutto ciò che ci dà ogni giorno; ci salva con la potenza della sua grazia e le sue opere grandi. A Pietro che gli chiede di poter anche lui camminare sulle acque gli dice: Vieni. Ma Pietro sperimenta la grazia e la debolezza, la gioia e la paura e quando comincia ad affondare grida: Signore salvami!
Uomo di poca fede, perché hai dubitato?

Poca fede: certamente anch'io, anche voi, siamo persone di poca fede. Ma non dobbiamo scoraggiarci. Si tratta di gridare al Signore che ci aiuti, che ci salvi, che ci sostenga Lui stesso ad avere una fede grande e forte in Lui.

Gesù sale sulla barca, il vento cessa. Gli apostoli si prostrano davanti a Lui e giungono ad esprimere la loro fede: "Davvero tu sei il Figlio di Dio!".

Il miracolo grande è che Lui è il Figlio di Dio, il Salvatore con noi... e allora tutto il resto può avvenire e diventa grazia e vita vera.

 

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