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TESTO Alla ricerca del tesoro nascosto

mons. Antonio Riboldi

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XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (27/07/2008)

Vangelo: Mt 13,44-52 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 13,44-52

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

47Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

51Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Forma breve (Mt 13,44-46):

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

Se c'è una cosa insopportabile nella vita, almeno per chi ha conservato l'amore per la verità, è non riuscire a trovarne la ragione.

Gli unici 'esonerati' da questo tormento sono i poveri, ma perché già condannati ad un'unica scelta, quella della sopravvivenza o di qualche diritto essenziale per dare senso alla vita.

Ricordo, quando ero parroco a Santa Ninfa', nel Belice, dopo il terribile terremoto del gennaio 1968, che distrusse l'intero paese, tanto che si dovette poi, per anni, vivere in baracche - davvero difficile e insopportabile provvisorietà - l'unica aspirazione della gente era, giustamente, la ricostruzione, ossia tornare ad avere una casa.

Nella mia veste di parroco, vedere ridotta la bellezza della vita in un solo 'tesoro', la casa, mi preoccupava, perché il 'senso' della vita non può limitarsi ad una casa, anche se è un bene necessario.

Mi recavo, a volte, a visitare la gente proprio nelle loro baracche. Cercavo di ampliare la bellezza della vita 'oltre', come deve essere nella natura dei figli di Dio.

Ascoltavano con attenzione la mia catechesi e, alla fine, si levava un coro: 'E la casa quando l'avremo?'. In altre parole mi avevano accolto con amore, ma si aspettavano altre notizie, che riguardavano la ricostruzione.
Ma per tutti si pone la domanda:

'Cosa sono chiamato a fare in questa vita? Qual è il motivo per cui Dio mi ha creato? Lui, che per bocca dei Profeti ha detto: 'Dal seno materno ti ho chiamato'?

C'è tanta gente che, incontrando difficoltà a realizzare la vita nel modo in cui l'ha sognata, a sua misura, con troppa fretta affossa questa irrinunciabile domanda, rifugiandosi in un vivere senza 'perché'.

Oppure, spinta dalla moda, dalla mentalità del nostro tempo, che costruisce le 'sue vie', 'i suoi idoli', 'i suoi perché', vi si affida.

Questi idoli, che' hanno bocca e non parlano, hanno piedi e non camminano', come li descrive la Parola di Dio, hanno il volto del vestito, che non si può portare due volte, per essere alla moda. Così la vita diventa una corsa affannosa dietro idoli, che non estinguono la sete profonda del cuore, lasciando solo l'affanno e la delusione di non essere giunti dove si sognava, per ritrovarsi così immersi in una nuvolaglia di fumo, che acceca e chiude la gola.
È stupenda la testimonianza che ci offre oggi Salomone:

"Il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte e gli disse: 'Chiedimi ciò che io devo concederti'. E Salomone disse: 'Signore, Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono un ragazzo: non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che ti sei scelto, popolo così numeroso che non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male, perché chi potrebbe governare questo tuo popolo così numeroso?'.

Al Signore piacque che Salomone avesse domandato la saggezza del governare.

Dio gli disse: 'Perché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te né lunga vita, né la ricchezza, né la morte dei tuoi nemici, ma mi hai domandato per te il discernimento nel governare, io faccio come tu hai detto. Ecco ti concedo un cuore saggio e intelligente: come te non ci fu alcuno prima di te, né sorgerà dopo di te'." (1 Re, 5, 7-12)

Confrontandoci con la saggezza di Salomone, viene da chiederci: essa regna oggi in tanti di noi o forse non ci lasciamo ingannare dalle troppe sirene che ci assediano, come il Santo Padre ha descritto, parlando dei mezzi di comunicazione?

"I media, nel loro insieme, non sono soltanto mezzi di diffusione di idee, ma possono e debbono essere strumenti al servizio di un mondo più giusto e solidale, non manca, purtroppo, il rischio che si trasformino invece in sistemi volti a sottomettere l'uomo a logiche dettate dagli interessi del momento. È il caso di una comunicazione usata per fini ideologici o per la collocazione di prodotti di consumo mediante una pubblicità ossessiva.

Con il pretesto di rappresentare la realtà, di fatto si tende a legittimare e ad imporre modelli distorti di vita personale, familiare e sociale. Inoltre, per favorire gli ascolti, la cosiddetta audience, a volte non si esita a ricorrere alla trasgressione, alla volgarità e alla violenza.

Vi è infine lo possibilità, attraverso i media, che vengano proposti modelli di sviluppo che aumentano il divario tecnologico tra i Paesi ricchi e quelli poveri Occorre evitare che i media diventino il megafono del materialismo economico e del relativismo etico, vere piaghe del nostro tempo. L'uomo ha bisogno di verità: è alla ricerca della verità". (dal Messaggio della Giornata delle Comunicazioni)

Noi, davvero, non siamo stati chiamati dal Padre per essere schiavi o vittime di condizionamenti così dannosi.

Gesù, oggi, va oltre ogni nostra ricerca di verità, offrendoci il segreto di come si arriva a Lui, mettendo alla prova la nostra capacità di discernimento, parlando così a quanti allora Lo seguivano e a quanti, oggi, intendono fare sul serio per cercarLo e viverLo.
"Gesù disse alla folla:

'Il Regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il Regno dei cieli è simile ad un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

Il Regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo". (Mt. 13,44-52)

C'è ancora chi è capace di avere il cuore totalmente libero dall'attaccamento alle cose terrene, che poco o nulla hanno del 'tesoro nascosto', di cui parla Gesù?
Rispondo di sì.

Mi impressiona la quantità di Beati e Santi, anche del nostro tempo, che la Chiesa riconosce e porge alla venerazione e all'esempio di noi cristiani.

Sono i grandi testimoni del Regno dei cieli, che sanno costruire, se si seguono, 'i grandi cristiani di oggi'. Sempre che si scelga nella vita 'questa grandezza'.

E basta avere 'occhi' capaci di guardare oltre le ombre e il fumo del mondo, per scorgere tanti di ogni età e condizione che davvero fanno di Gesù il tesoro che, giorno dopo giorno, custodiscono. Forse non fanno notizia, ma suscitano tanta ammirazione quando li incontri.

È un grande dono incontrarli, ancor di più conoscerli, ancor di più scoprire con loro come si trova il 'tesoro nascosto nel campo', che è Gesù.

Abbiamo seguito, credo, per quello che abbiamo potuto, la Giornata Mondiale della Gioventù, in Australia.

Ed ancora una volta ci ha colti di sorpresa quanto lo Spirito Santo, cui era dedicato l'evento con il S. Padre, sappia operare come contemporanea Pentecoste.

Il venerabile Giovanni Paolo II, che viveva con entusiasmo giovanile queste giornate, così ha scritto nella Lettera enciclica del 2000 'Novo Millennio':

"Ma come non ricordare specialmente il gioioso ed entusiasmante raduno dei giovani?

Se c'è un'immagine del Giubileo dell'Anno 2000 che più di altre resterà nella memoria, sicuramente è quella della marea di giovani con i quali ho potuto stabilire una sorte di dialogo privilegiato, sul filo di una reciproca simpatia e di un 'intesa profonda.

Li ho visti sciamare per la città, allegri come devono essere i giovani, ma anche pensosi, desiderosi di preghiera, di 'senso', di amicizia vera. Non sarà facile, né per loro stessi, né per quanti li hanno osservati, cancellare dalla memoria quella settimana in cui Roma si è fatta 'giovane con i giovani '. Ancora una volta, i giovani si sono rivelati per Roma e per la Chiesa 'un dono speciale dello Spirito di Dio'. C'è talvolta, quando si guarda ai giovani con i problemi e le fragilità che li segnano nella società contemporanea, una tendenza al pessimismo.

Il Giubileo dei Giovani ci ha come 'spiazzati', consegnandoci invece il messaggio di una gioventù che esprime un anelito profondo, nonostante possibili ambiguità, verso quei valori autentici che hanno in Cristo la loro pienezza.

Non è forse Cristo 'il tesoro nascosto' della vera libertà e della gioia profonda del cuore? Se ai giovani Cristo si è presentato col suo vero volto, essi lo sentono come una risposta convincente e sono capaci di accoglierne il messaggio, anche se esigente e segnato dalla Croce.

Per questo vibrando al loro entusiasmo, non ho esitato a chiedere loro una scelta radicale di fede e di vita, additando un compito stupendo: quello di farsi 'sentinelle del mattino' in questa aurora del nuovo millennio". (N.M.I. n. 9)

Ho avuto il dono di partecipare a parecchie Giornate, incaricato di tenere le catechesi e i momenti di preghiera nei giorni che precedevano l'incontro con il S. Padre.

E posso davvero confermare tutto quanto il S. Padre ha sentito, provato e scritto.
Prendeva forma concreta quello che Gesù ci ha detto oggi:

'Il Regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova, poi va, pieno di gioia, vende tutto e compra quel campo'.

È la quotidiana storia fascinosa di quanti di noi sanno, illuminati dalla fede e dalla Grazia, arrivare a conoscere, amare e servire Dio, davvero inestimabile 'tesoro', oggi e sempre.

 

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