PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Che cosa vuoi?

don Marco Pratesi  

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (27/07/2008)

Brano biblico: 1Re 3,5.7-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 13,44-52

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

47Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

51Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Forma breve (Mt 13,44-46):

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

La prima lettura ci riporta agli inizi del regno di Salomone, intorno al 970 a. C. Il tempio non esiste ancora, e il giovane re ha dato inizio al suo regno con una ricca offerta sacrificale a Gabaon, importante santuario a una decina di chilometri a nordest di Gerusalemme. In quell'occasione ha un sogno, nel quale Dio gli dice: "chiedimi ciò che vuoi". Domanda difficile.

La risposta di Salomone parte da una certezza: il regno è dono di Dio, "tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide" (v. 7). Il giovane re non si è lasciato ubriacare dal potere, mantiene il senso della realtà, che al tempo stesso gli fa percepire la propria inesperienza: "sono solo un ragazzo" (ibidem). Sa chi è Dio, sa chi è lui: una buona partenza!

Il suo compito è governare. Che cosa chiede? Un cuore capace di ascoltare ("docile", v. 9). Stupendo: solo un cuore aperto all'ascolto sa governare! Guidare richiede discernimento, e il discernimento richiede ascolto.

Ascolto di chi, di cosa? Il testo non lo specifica, suggerendo un'apertura totale: ascolto di Dio, degli altri, delle cose, di tutto. Un giovane re ha bisogno in particolare di saper ascoltare i consigli di chi ne sa più di lui, e anche le correzioni (cf. p. es. Pr 12,15; 15,31-32; 19,20).

In Israele "sapienza" è prima di tutto saper fare bene il proprio mestiere, con competenza, e ciò è prima di tutto necessario per la guida del popolo, il re, che è a servizio della "pace" (in senso ampio) del popolo (cf. Sal 72,7). La tradizione sapienziale nasce nell'ambito della corte. Si capisce bene, date le molteplici dimensioni dell'azione di governo, che ben presto questo significato tecnico sia stato affiancato e superato da un senso più ampio: la sapienza come arte di vivere, di guidare la vita - propria e di coloro che ci sono affidati - verso il bene, verso il suo pieno rigoglio.

La richiesta del giovane è già sapiente, e perciò trova accoglienza da parte di Dio: Salomone riceve un cuore "saggio e intelligente", e sarà per tutta la tradizione ebraica il sapiente per eccellenza, al quale tutta la riflessione sapienziale di Israele si richiamerà.

L'episodio è colmo di insegnamenti. Prima di tutto: dobbiamo saper chiedere. C'è un modo sapiente di fare richieste al Signore, che Dio esaudisce largamente. Dobbiamo quindi domandarci: "che cosa desidero davvero dal Signore?". Dobbiamo anche darci una risposta, e deve essere una risposta chiara, precisa, e sapiente. "Ma Dio non sa già quello che mi occorre?" Certo, lui lo sa, ma il punto è proprio che non lo sappiamo noi! Non possiamo pretendere che Dio ci esaudisca se non sappiamo nemmeno quello che vogliamo, o se vogliamo cose stolte. Riceveremo tutto solo se chiediamo a Dio quello che lui desidera donarci.

"Signore, dammi un cuore che ascolta": ecco una preghiera bella e importante. Ascoltare, prima di tutto Dio: è questa "la parte migliore" (Lc 10,42), "beati quelli che ascoltano (Lc 11,28).

Più in generale, l'ascolto esprime un atteggiamento di umiltà che non pretende di imporsi su tutto e tutti, che sa ridimensionare l'io per uscire da sé, e che è essenziale al discernimento. E il discernimento ci è indispensabile. Non siamo re? Abbiamo comunque delle responsabilità: genitori, educatori, svolgiamo servizi e ministeri nella comunità ecclesiale e civile, abbiamo responsabilità nei luoghi di lavoro. Tutti dobbiamo prendere decisioni, fare scelte, fiutare trappole, cogliere opportunità. E poi - per la verità: prima di tutto - dobbiamo governare il suddito più difficile e indocile: noi stessi. Il battesimo ci fa re, persone che sanno gestire e far fiorire quanto il Signore ha loro affidato: mondo, persone, la propria stessa vita. Per questo è vitale avere un cuore che ascolta.

I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo.

 

Ricerca avanzata  (54028 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: