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TESTO Commento su Matteo 13,1-23

don Stefano Varnavà

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (13/07/2008)

Vangelo: Mt 13,1-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete,

guarderete, sì, ma non vedrete.

15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,

sono diventati duri di orecchi

e hanno chiuso gli occhi,

perché non vedano con gli occhi,

non ascoltino con gli orecchi

e non comprendano con il cuore

e non si convertano e io li guarisca!

16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Forma breve (Mt 13,1-9):

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

Gesù parla in Parabole e gli Apostoli Gli chiedono: "Perché, alla gente che incontri per la prima voltra, parli in Parabole?".

La Parabola può essere un esempio, un fatto, una domanda, ma... può essere anche un indovinello.

La settimana scorsa abbimo sentito Gesù usare un proverbio per insegnare: "Nessuno conosce veramente il Figlio se non il Padre, nessuno conosce veramente il Padre se non il Figlio". Questa settimana Gesù usa un indovinello: "A chi ha..... sarà dato e sarà nell'abbondanza, a chi non ha..... sarà tolto anche quello che ha". Il termine che manca, che può essere un sostantivo oppure un verbo, è la chiave per interpretare l'indovinello.

Questo indovinello, dall'Evangelista, è stato scritto tutto di seguito (senza i puntini), ma noi che scriviamo in maniera più appropriata, dobbiamo mettere i puntini. Bisogna indovinare quale è "la cosa" che colui che l'ha la riceverà ancora e sarà nell'abbondanza, e a colui che non l'ha, sarà tolta anche quella che ha.

Gesù dice: "Mi avete chiesto la spiegazione della Parabola e io ve la do. Alla gente parlo in Parabole, ma a coloro che vogliono "andare a fondo" dell'argomento e mi chiedono, io spiego. I superficiali ascoltano, ma... passato il tempo d'ascolto prendono e se ne vanno lasciando "scivolare" il tutto come sulla superficie di uno specchio. Invece coloro che vogliono approfondire, quando sentono certe parole o discorsi in contrasto con la loro mentalità, chiedono. A chi non ha tempo di fermarsi o di chiedere perché troppo impegnato, io non spiego; se a una persona interessa veramente una spiegazione Io la do, in caso contrario la lascio andare per la sua strada".

Gesù fa un'altra osservazione: "Una parte di questa gente non comprende le Parabole come voi perché a voi è dato di conoscere i misteri del Regno dei Cieli".

Perché agli altri non è dato di conoscere? Perché manca loro il requisito fondamentale per ascoltare, per vedere.

Qualè il requisito? Altro indovinello che ci porta a chi ha.... e a chi non ha.....

Che cosa bisogna avere? Il Signore ci mette sulla strada. La strada è la profezia di Isaia che dice: "Voi udrete ma non comprenderete, guarderete ma non vedrete". Isaia spiega: "Pêrché il cuore di questo popolo si è indurito".

Qui sta la realtà: si vede solo attraverso il cuore, si ascolta solo attraverso il cuore.

Questo è il motivo per il quale tanta gente crede di vedere ma non vede: non vede la realtà!

Molte volte si vedono i fatti ma non si vede la realtà che sta al di sotto.

Quasi sempre si ascoltano delle parole senza vedere la realtà che sta al di sotto delle mledesime, perché "il vedere, l'ascoltare" non passa attraverso il cuore, ma attraverso la ragione (e non sempre) e ai sensi.

Qualsiasi maniera di ricevere, qualsiasi maniera di conoscere deve passare attraverso il cuore.

Il Signore dice: "Il tuo occhio quando vede deve essere pulito perché altrimenti sporchi anche quello che vedi" Questo vale anche per la carità: "La carità, dice S.Paolo, è benigna e non maligna".

L'occhio maligno vede il male, l'occhio benigno sa vedere anche il bene.

Purtroppo siamo in un'epoca in cui viene detto (in Sicilia) che: "il sospetto è la strada della verità". Frase detta da alcuni magistrati e anche da qualche Gesuita!, ma in questo caso la benignità dov'è?

Oggigiorno si preferisce essere maligni! Va bene che c'è il proverbio che dice: "A pensar male si sbaglia ma si indovina". Questo però non dovrebbe essere il comportamento del cristiano.

Bisogna dare al prossimo la possibilità di ricupero e quindi non essere maligni nei suoi confronti.

Gesù non è mai stato maligno! Quando Gli hanno portato una donna colta in flagrante adulterio Lui non l'ha neppure guardata; ha scritto per terra tenendo gli occhi bassi per non metterla in imbarazzo. Gesù non ha chiesto alla donna: "Ma come è stato, dove, perché?"; le ha detto solo: "Vai e non peccare di più (questa volta ti è andata bene perché c'ero Io, ma un'altra volta...) Teniamo presente che al "delitto" dell'adulterio era comminata la pena di morte per lapidazione (ai Dieci Comandamenti erano legate quattro pene di morte per i trasgressori: a chi uccideva, all'adultera (alla donna e non all'uomo), al bestemmiatore e a chi non osservava il riposo festivo. Quante lapidazioni avremmo ai giorni nostri!!!!).

Gesù non è mai stato maligno! Lui ha sempre dato la possibilità a tutti (peccatori compresi) di salvarsi. Per lo stesso Giuda l'ultima Sua frase è stata: "Proprio con un bacio tradisci il Figlio dell'Uomo?" (se Giuda non Lo avesse baciato gli altri non Lo avrebbero riconosciuto).

Gesù non è mai stato maligno: ha sempre dato la possibilità a ciascuno di riprendersi perché Lui non vedeva solo quello che la persona era, ma vedeva anche quello che la persona poteva diventare. Al contrario di noi che invece, molte volte, osserviamo il prossimo e diamo dei giudizi che non siamo autorizzati a dare.

Diceva il segretario di Giovanni XXIII: "Una sera, all'imbrunire, il Papa si è affacciato su Piazza San Pietro e vedendo due ragazzi camminare tenedosi per mano li ha benedetti con un segno di Croce". Giovanni XXIII non ha pensato male, ha benedetto quei ragazzi.

Benignità non malignità!

Benignità perché la vera conoscenza è attraverso il cuore. Se non si guarda con il cuore non si vede: hai occhi ma non vedi.

Non si può capire il messaggio di Gesù se nel cuore non si ha la benignità. Certe parole di Gesù, senza la benignità" fanno ridere: "Se una persona che ti ha offeso si pente e ti chiede perdono, perdonala!". Quanta gente ride a questa frase: pentito o non pentito io non gli perdono niente! Nessun perdono al marito (o alla moglie) che ha trdito, anzi il sospetto continuo! Altro che benignità: malignità femminile e maschile che non ha niente a che fare con il Vangelo di Gesù (e mi rivolgo a coloro che devono esaminarsi su questo argomento).

Bisogna ascoltare con benignità e non con malignità: "Sai... quello ha fatto questo e quest'altro..., fa il furbo....", altrimenti si diventa sospettosi l'uno verso l'altro.

E' vero che ci sono delle situazioni nelle quali si può venire ingannati, ma... se si ascoltano anche altre Parole di Gesù: "Siate prudenti come serpenti (prima guardatevi attorno e poi muovetevi), e poi semplici come colombe". Solo in questo modo si conosce, solo in questo modo si hanno orecchi e si ascolta, si hanno occhi e si vede.

Il Signore dice: "A voi è dato di conoscere il mistero del Regno dei Cieli, ma a loro non è dato perché i loro cuori si sono induriti tanto da non poter vedere con gli occhi e udire con le orecchie. Loro non sanno intendere con il cuore, quindi Io non posso convertirli e risanarli. Non sono Io che parlo in parabole per non farmi intendere ma sono loro che non possono intendere".

Noi che siamo abituati a guardare sempre alle colpe degli altri e non alle nostre, esaminiamoci!

Badate che i pensieri cattvi non sono solo quelli sul 6° Comandamento; i pensieri cattivi sono anche: il sospeto temerario, il giudizio temerario.

"Le mormorazioni, dice S. Giovanni Bosco, raffreddano il cuore di chi le fa e anche di chi le ascolta".

Noi, purtroppo, con le nostre orecchie, dalla televisione e dalla radio, siamo abituati a sentire sempre cose cattive o maligne; noi coi nostri occhi siamo abituati a leggere sui giornali sempre cose cattive o maligne. Malignità che distruggono le persone definitivamente, perché, anche se poi le indagini diranno il contrario, i max-media tenderanno a sottacere la verità che potrebbe riabilitarle. Viene gettato il fango sulle persone e... si lascia il fango dov'è.

Ciascuno di noi se non fa attenzione, assorbendo questo tipo di mentalità, si abitua a non usare più il cuore e rimane falsato e deviato senza saper più vedere o dire le cose giuste.

Se sapremo usare il nostro cuore anche a noi il Signore dirà: "A voi è dato conoscere i misteri del Regno dei Cieli".

 

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