PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Matteo 11,25-30

don Daniele Muraro  

don Daniele Muraro è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (06/07/2008)

Vangelo: Mt 11,25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 11,25-30

In quel tempo Gesù disse: 25«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Nelle scorse settimane abbiamo visto Gesù che manda gli Apostoli, istruendoli e incoraggiandoli. Il loro compito sarebbe stato quello di parlare di Lui e di rappresentarlo. Questa domenica Gesù chiama direttamente a sé quelli che si riconoscono bisognosi di essere salvati.

Possiamo intendere questa espressione come una conferma della missione degli Apostoli: in seguito essi avrebbero parlato di Lui, ma fin da adesso Egli, Gesù, è pronto ad aprire le braccia a quelli che su consiglio dei suoi Apostoli si sarebbero messi in cerca di Lui.

Era già da qualche tempo che Gesù predicava. Il suo messaggio non aveva trovato la stessa corrispondenza in tutti i destinatari. I più sensibili all'annuncio della buona notizia del Vangelo erano stati la gente semplice, il popolo comune. Le classi dirigenti si erano dimostrate al principio sospettose e da un certo momento in poi avrebbero cambiato la loro diffidenza in ostilità aperta.

Gli Apostoli stessi, Gesù li aveva scelti non fra i sapienti e i potenti dell'epoca, ma nel giro delle sue conoscenze, fra i lavoratori onesti del suo ambiente, la Galilea, e, nel caso di Matteo, anche fra i meno onesti ma con tanta voglia di riabilitarsi.

Chi riserverà amare sorprese a Gesù e al suo gruppo sarà invece uno che viene da lontano, Giuda detto Iscariota, da Keriot, città della Giudea, e non della Galilea, come tutti gli altri. Introdotto nell'ambiente del Tempio e in stretti rapporti con i Sommi Sacerdoti, a motivo della sua cultura e della sua ambizione egli si sentiva superiore ai suoi compagni di apostolato e forse perfino allo stesso Gesù.

La sua presunzione lo spingeva ad essere falso in vista di ottenere vantaggi sia presso Gesù, che secondo lui nella sua bontà non si sarebbe accorto di niente, sia presso i Farisei e i Sommi Sacerdoti che lo avrebbero ricompensato del suo tradimento.

Gesù invece apprezza la gente semplice, genuina, quelli che non sentono il bisogno di ricorrere alla finzione per curare i propri interessi e per questo motivo sono portati spontaneamente a fidarsi degli altri. In questi tali egli trova la categoria di persone più disponibile ad accettare il suo annuncio di salvezza.

Come ci viene detto in apertura del Vangelo di oggi, Dio si nasconde ai sapienti e ai presuntuosi e si rivela agli umili. Dio è semplice per definizione. Chi non si accontenta di ascoltare la sua voce nella coscienza, ma si perde a sofisticare, coltiva retropensieri e va in cerca di scappatoie, costui non incontrerà mai il Dio vivente della Bibbia.

"Rettamente pensate del Signore, cercatelo con cuore semplice. Egli infatti si lascia trovare da quanti non lo tentano, si mostra a coloro che non ricusano di credere in lui" dice il libro della Sapienza.

La prova che Dio agisce proprio così ce la fornisce il suo comportamento nei confronti del suo Figlio Gesù. Dio si fida di Gesù e gli consegna per così dire tutto nelle mani. Da parte sua Gesù si lascia incontrare da chi è semplice e puro di cuore. Dunque Dio rende Gesù arbitro del rapporto con Lui e Gesù si propone alle persone dall'animo libero e generoso: i poveri in spirito delle beatitudini.

A chi crede nel suo Figlio Gesù che Egli ha mandato, poi Dio non rifiuta nulla e lo rende partecipe della sua infinita sapienza e bontà. Dio Padre resta il Signore Egli si compiace di rivelarsi ai piccoli e agli umili. Gesù ringrazia il Padre perché quelli che lo seguono e gli prestano fiducia appartengono proprio a questa categoria di persone, segno evidente che è stato Dio Padre a ispirarli di aderire a Lui.

Gesù non vuole circondarsi di gente orgogliosa e piena di sé, nemmeno fra i suoi messaggeri. Un Apostolo di Gesù sarà tanto più credibile, quanto più sarà evidente a tutti che la potenza che lo muove viene da Dio e non dalle risorse umane.

San Paolo esprime la stessa idea con parole sue: "Non siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, che ci ha resi ministri adatti di una Nuova Alleanza, non della lettera ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito da' vita."

È chiaro che uno che vive così, cioè accoglie la persona di Gesù il suo messggio e imita il suo comportamento, non solo ama Dio ma amerà anche il prossimo. E qui viene il peso e la fatica della fedeltà giorno per giorno al Vangelo.

Essere autentici e ben disposti di fronte al prossimo, nella maniera che Gesù ha insegnato e per primo ha praticato talora procura stanchezza e sofferenza.

Come uno che ama l'ordine e il decoro si trova a disagio in un ambiente trasandato e confusionario, così chi è abituato a rapporti umani schietti e diretti soffre davanti alla simulazione e alla menzogna.

Ecco perché Gesù invita a sé tutti quelli che sono affaticati e oppressi e promette loro di concedere ristoro. I destinatari di questo appello non sono prima di tutto gli sfruttati nei beni materiali e neanche nella fatica fisica, ma quelli dal cuore semplice e dall'animo senza inganni.

Gesù ci vuole dire che Egli non abbandonerà quelli che prendono sul serio la sua parola e suo esempio: come ha sofferto lui, soffriranno anche loro, ma sarà una tribolazione per la vita. "È meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male."

Il cristianesimo non si appoggia sull'ignoranza, ma sull'umiltà dell'uomo; non condanna la scienza e la sapienza, ma la superbia e la presunzione. Sono questi atteggiamenti che rendono pesanti tante volte i rapporti umani, è da questo male che Gesù è venuto a guarire l'uomo. All'apparenza il rimedio può sembrare un peso eccessivo, invece è dolce e leggero e dà ristoro alla nostra vita.

 

Ricerca avanzata  (54029 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: