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TESTO Il sogno del Padre: raggiungere i piccoli

don Maurizio Prandi

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (06/07/2008)

Vangelo: Mt 11,25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo Gesù disse: 25«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Il brano di vangelo che abbiamo appena ascoltato si colloca, come buona parte della liturgia della Parola di domenica scorsa, in un momento di crisi. Ricordate? Crisi per Pietro e per la prima comunità che aveva vissuto il martirio di Giacomo e crisi anche per Gesù, che ha posto ai suoi discepoli domande decisive circa la sua identità.

Le parole che Gesù pronunzia sono una risposta... leggiamo nel vangelo infatti: Rispondendo Gesù disse... a che cosa risponde Gesù? Nei versetti precedenti emerge lo scarso interesse suscitato nelle persone dalla predicazione e dalle opere di Gesù. Gesù riconosce un certo fallimento della sua missione perché sapienti e intelligenti (cioè le persone che da un punto di vista religioso hanno preparazione e autorità) hanno rifiutato il messaggio. E' un chiaro momento di insuccesso per Gesù, certamente di delusione.

Credo che a questo punto sia importante avere la possibilità di soffermarci un poco sul tema della delusione. Lo trovo importantissimo per capire il mio modo di stare nella delusione e per imparare da Gesù il suo. Per farlo mi piace condividere con voi il lavoro fatto con i ragazzi delle superiori al Campo-Scuola di pochi giorni fa. La strada della delusione è piena di dolore: ha dentro di sé il gusto amaro di non avercela fatta. Porta dentro di sé la sensazione di sentirsi falliti. La delusione ha anche il sapore dell'inganno; quello che si credeva una promessa in realtà è stata una grande fregatura. La delusione è qualcosa di profondamente doloroso, perché accade sempre quando qualcosa o qualcuno si permette di ferire i nostri sogni, i nostri desideri, i nostri affetti, che sono ciò che di più sacro possa esistere nella vita. A volte la nostra vita si trasforma nel viaggio dei delusi.
Proviamo a dare qualche nome alle delusioni:

delusi di noi stessi, perché continuamente diciamo a noi stessi: non sei stato capace, non sei stato bravo, non sei abbastanza alto, non sei abbastanza bello/a... non sei...

Delusi di noi stessi, perché a volte il pensiero che abbiamo sulla vita è che ce la facciano soltanto i primi. Viviamo nella cultura del primato.

Delusi di noi stessi quando ci sentiamo esclusi da un gruppo, da una rete di relazioni ed amicizie che consideriamo importanti. Delusi di noi stessi quando il nostro affetto è stato respinto da una persona che ci piace. Delusi di noi stessi quando vediamo che non riusciamo a corrispondere alle aspettative che gli altri hanno su di noi. Delusi di noi stessi quando un progetto importante per la nostra vita, sul quale avevamo investito molte speranze non è andato a buon fine.

Deluso è colui che continuamente guarda a quello che non ha o ha quello che non è. E così non è capace a guardare a quello che ha e a quello che è. Deluso è colui che non sa accettare la sua diversità, il fatto di essere originale, unico, irripetibile rispetto agli altri. E pensa di poter essere contento solo se è come gli altri.

Deluso degli altri, quando gli altri si rivelano diversi da quello che sembravano. Delusi degli altri, quando non fanno quello che vogliamo. Delusi degli altri, quando da loro non riusciamo a farci capire, a farci notare, a farci considerare. Delusi degli altri, quando possono aver fatto qualcosa o detto delle parole che tradiscono la nostra fiducia. Delusi degli altri quando scopriamo che gli stiamo a cuore solo perché gli serviamo e non perché siano realmente interessati a noi. Delusi degli adulti, quando scopriamo i loro difetti e le loro debolezze, quando sembra che ci impongano le loro regole.

Delusi della vita, quando ci sembra ingiusta. Delusi della vita, quando tutto sembra andare storto. Delusi della vita, quando ti sembra che a te non dia quello che dà agli altri. Oppure delusi della vita quando ti sembra che a te tolga quello che invece gli altri normalmente hanno. Delusi della vita quando ti costringe a fare quello che non ti piace. Delusi della vita quando in essa non vedi più una speranza, una possibilità di cambiare.

Delusi di Dio, quando sembra che non ti ascolti o che non guardi alla tua vita, a quello che stai vivendo e attraversando. Delusi di Dio quando non è come te lo aspettavi. Delusi di Dio, quando a certi fatti di dolore non sai spiegarti perché accadono e perché li possa permettere.

Questi mi pare siano un po' i miei modi di vivere la delusione e di stare nella delusione: forse tanti altri si possono riconoscere in queste modalità.

L'approccio di Gesù mi pare diverso e affascinante. In tutta questa delusione tuttavia Gesù riconosce la realizzazione della volontà di Dio e allora può rendere grazie. Ebbene Gesù assume l'insuccesso e la delusione nella preghiera, mette tutto davanti al Padre e conferma il suo si', la sua adesione incondizionata al Padre. Il suo sì al Padre non è condizionato dal successo della sua missione, ma è un'adesione radicale che anche situazioni sfavorevoli o contraddittorie non intaccano. Ricordate quello che dicevamo domenica scorsa a proposito della risposta della comunità cristiana alle violenze e alle persecuzioni? Di fronte alle difficoltà, di fronte alle persecuzioni, di fronte alle violenze che si abbattono sui suoi responsabili, la comunità prega, Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. Bellissimo! La preghiera è la forma con cui la comunità cristiana vive la sua lotta contro i potenti del mondo che scatenano persecuzioni e violenze.

Mi pare bello che oggi ci venga consegnata dal vangelo la fonte, la sorgente da cui la prima comunità ha attinto per poter stare salda nella fede in Dio: la preghiera di Gesù. Trovo anche bello il contenuto della preghiera di Gesù, che è una preghiera di benedizione e di lode, una preghiera che nasce dallo stupore che Gesù prova di fronte al modo di rivelarsi di Dio. Gesù loda il Padre per la sua scelta di rivelarsi a chi è piccolo, a chi è semplice, possiamo dire che l'adesione a Dio dei piccoli e la fede dei semplici svelano il cuore e l'inconsistenza dei dotti e degli intellettuali. Bello questo: ci sono alcune cose del mondo di Dio che rimangono nascoste presso quelli che contano, quelli che dovrebbero e potrebbero diffonderle, coloro che per la loro posizione avrebbero dovuto istruire, ebbene: non sono capaci di farlo perché non sono capaci di entrare dentro, non sono capaci di visitare il mondo del mistero. Tutto questo non impedisce ai piccoli di ascoltare, comprendere, credere ai discepoli che Gesù ha inviato, tutto questo genera in Gesù stupore e gratitudine (ti lodo... ti benedico...). Questo passaggio evangelico ci racconta il sogno del Padre: raggiungere i piccoli e ci dice che nessuno, a partire dai grandi e dai potenti per arrivare ai sapienti, può impedire questo a fronte del disegno del Padre di raggiungere i piccoli, non c'è alcun grande della terra che lo possa impedire (mons. G. Angelini).

 

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