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TESTO Il potere diabolico di uccidere l’anima e la speranza nel cuore umano

padre Antonio Rungi

XII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (22/06/2008)

Vangelo: Mt 10,26-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: 26Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. 27Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. 28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. 29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

32Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

Celebriamo oggi la dodicesima domenica del tempo ordinario dell'anno liturgico e la Parola di Dio ci porta a riflettere sulla grande responsabilità soggettiva che abbiamo circa la salvezza della nostra anima, la difesa della nostra interiorità e spiritualità, la protezione di quel dono della fede che è la base di ogni discorso autenticamente religioso che siamo chiamati a fare nel nostro contesto culturale.

Gesù ammonisce nel Vangelo di oggi, parlando ai suoi discepoli, di non temere di coloro che uccidono il corpo (e oggi la violenza è tanta e tale che questo monito è di grande attualità in ogni parte del mondo), ma di coloro che uccidono la speranza, la prospettiva di un mondo migliore, la capacità che ognuno può ritrovare in se stesso per rigenerarsi e riprendere un cammino di salvezza autentica. Quelle tante energie assopite che devono venire fuori non solo mediante una vita di testimonianza, ma anche di coraggioso annuncio. Bisogna avere il coraggio del bene e di parlare bene, di far conoscere il bene, di annunciarlo dovunque e con tutti i mezzi. Oggi questo compito missionario di presentare anche il volto bello dell'umanità e della chiesa spetta a tutti gli operatori della comunicazione, sempre più planetaria, mondiale, globale, mediante i nuovi sistemi e tecniche che vanno da internet alla tv digitale e satellitare. Anche in questi nuovi aeropaghi della discussione, dai forum, non può essere assolutamente assente la chiesa e la Parola di Dio che salva. Spetta al discepolo fortemente motivato verso l'annuncio a parlare di Dio e gridare forte lsui tetti di questo mondo sordo ad ogni discorso religioso. Per comprendere ciò su cui stiamo riflettendo insieme, è interessante il testo odierno del Vangelo di Matteo.

Viviamo in un mondo che non è molto diverso da quello denunciato dal profeta Geremia nel testo della prima lettura che ascoltiamo oggi. Un mondo di calunniatori, di massacratori, di violentatori, di apparenti santi e persone perbene, di soggetti terribilmente odiosi per quello che dicono, fanno ed operano apertamente o silenziosamente, al riparo da sguardi indiscreti. Un mondo che va contrastato con la forza dell'amore, del perdono, della verità, della lotta a qualsiasi tenebra che oscura la luce che viene da Dio e da una coscienza pura e retta. Tutto questo sarà possibile se ci appoggiamo sulla potenza che ci viene da Dio e dalla sua Parola perennemente rinnovatrice della persona e della società.

Quanto siano vere queste parole, spesso lo sperimentiamo sulla nostra pelle e nella nostra vita. Quanti uomini cattivi che progettano il male e operano con odio, nella speranza di vedere la propria affermazione e la distruzione degli altri. Ma chi opera secondo giustizia e secondo verità, nella piena responsabilità del proprio dovere morale, non deve temere questi avventurieri del potere, della lotta, della sopraffazione, dell'odio, perché per loro la fine sarà imminente, in quanto prima o poi il giudizio di Dio su di loro sarà severo e metterà luce sui loro torbidi affari. Non è assolutamente vero che coloro che fanno il male stiano meglio degli altri. E' solo un bene apparente il loro, ma il vero bene è quello di avere la propria coscienza a posto e di crescere in bontà e santità ogni giorno della propria vita. Bisogna sforzarsi di vivere sempre in grazia di Dio, considerato che molti indicono i fratelli a peccare e a giustificare il peccato. Quando nel cuore delle persone subentra l'odio e ogni cosa si fa per odio, non c'è speranza per quella persona o per quella istituzione di riprendere il vero cammino del bene. Si procede lentamente verso quella morte interiore che è peggiore di ogni morte corporale e fisica.

L'Apostolo Paolo ci raccomanda tanto nel brano della Lettera ai Romani che oggi ascoltiamo di come rapportarci al discorso del peccato e della grazia. Ci indica due punti di riferimento biblico, molto chiari: il primo Adamo, uomo del peccato; il secondo Adamo, Cristo, Figlio di Dio, l'uomo della grazia e della riconciliazione. A noi spetta di fare una scelta di campo: essere tra coloro che hanno nostalgia del primo Adamo o tra quelli che cercano ansiosamente la grazia e la pace che solo il nuovo Adamo, Cristo Signore, può davvero donarci non per una gioia temporanea, ma per sempre.

Nel meditare sulla ricchezza della Parola di Dio, non resta altro da fare che corrispondere ad essa con serietà e costanza di impegni. Sia questa la preghiera di oggi, domenica, giorno del Signore, memoria della Pasqua settimanale della comunità cristiana, nella quale esprimiamo tutte le nostre potenzialità spirituali e tutte le nostre più sante e buone intenzioni: "O Dio, che affidi alla nostra debolezza l'annunzio profetico della tua parola, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché non ci vergogniamo mai della nostra fede,

ma confessiamo con tutta franchezza il tuo nome davanti agli uomini, per essere riconosciuti da te nel giorno della tua venuta".

Non bisogna mai dimenticare verso quale meta siamo incamminati. Spesso lo dimentichiamo e diventiamo talmente oggi esclusivamente terrestri da fare ogni cosa nell'orizzonte delle proprie passioni ed aspirazioni materiali, causando con il nostro comportamento ed il nostro modo di pensare ed agire solo sfasci morali e relazionali. Il Signore ci liberi da coloro che pensano, progettano ed operano il male nascondendosi dietro una falsa modestia, santità, simpatia, bontà, semplicità, apparente sanità e rettitudine morale. Sono le persone più pericolose e che mettono in grave difficoltà la diffusione del Vangelo e della Parola di Dio, che è via di salvezza fondamentale per ogni uomo di questo mondo. Il profeta Geremia è un grande maestro di spirito e uomo di Dio che crede fermamente nella potenza risanatrice della parola del Signore e soprattutto della Parola per eccellenza, che il Cristo, Verbo di Dio, da lui prefigurato, e che vede umiliato, offeso fino al supplizio della croce. E' Lui il nostro modello per saper accettare ogni sofferenza, umiliazione e offesa alla nostra persona. La verità prima o poi verrà alla luce e nessuno potrà più nascondere i propri limiti e le proprie debolezze. A nulla serviranno migliaia di leggi civili e statali che garantiscono la privacy, in quanto Dio tutto sa ed in base alla sua piena conoscenza di noi stessi ci giudicherà. Dobbiamo aver paura, è Gesù stesso che ci ammonisce, di "colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo". Molti sono sulla via della perdizione e non vogliono assolutamente rientrare in sè stessi e riprendere un cammino di conversione e santificazione. Come chiesa abbiamo il dovere di richiamare i nostri fratelli se non vivono una fede certa e non seguono la dritta via che porta al Paradiso.

 

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