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TESTO Profeta delle genti

don Marco Pratesi  

Natività di S. Giovanni Battista (Messa della Vigilia) (24/06/2008)

Brano biblico: Ger 1,4-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,5-17

5Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. 6Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. 7Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

8Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, 9gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. 10Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. 11Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. 12Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. 13Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. 14Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, 15perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 16e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. 17Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».

La prima lettura della messa vigiliare ci parla della vocazione del profeta Geremia. Essa lo precede totalmente: lo sguardo amoroso di Dio ha avvolto Geremia quando egli ancora non esisteva. Dio se lo è "messo da parte" per essere "profeta delle genti" (v. 5), annunziatore della Parola di Dio a Israele e a tutti i popoli. Un profeta che non sarà accolto: è già inscritto nella sua chiamata il fatto che egli dovrà combattere praticamente contro tutti. Re, principi, sacerdoti, popolo, nessuno vorrà accettare il messaggio di Geremia, che annunzia il fallimento delle strategie umane per salvarsi dalla minacciosa potenza babilonese. Per reggere questo urto, è data a Geremia una sola risorsa, la presenza del Signore: "Io sarò con te" (vv. 8 e 19).

Colpisce il contrasto tra l'universalità della missione e il fatto che il profeta non sia accolto neanche dal suo popolo. Ben strano qusto Dio, che da un lato invia al mondo, dall'altro mette in conto il rifiuto da parte d'Israele.

Il fatto è che il progetto di Dio avanza nella storia non nel successo mondano dell'inviato, ma nel suo fallimento. L'inviato avrà "successo", ma solo attraverso l'offerta di sé in gratuità totale e nudità di fede.

La liturgia ci invita ad accostare a questa la vicenda di S. Giovanni Battista (messa nella vigilia): "pieno dello Spirito Santo fin dal seno di sua madre" (Lc 1,15), consacrato a percepire e manifestare sin dal grembo i segnali di una vicinanza appena germogliata (cf. Lc 1,44), chiamato come Geremia a preparare la via del Signore distruggendo e ricostruendo con la parola profetica (cf. Lc 3,5), e destinato a pagare col sangue la fedeltà alla sua missione (cf. Mt 14,3-12; Mc 6,17-29; Lc 3,19-20).

La Parola di Dio, tuttavia, si realizza comunque: Geremia diventerà nei secoli una figura di primo piano nella fede d'Israele; e diventerà anche maestro delle genti che in Cristo accoglieranno il Dio d'Israele come loro Dio e, più in generale, luce per ogni uomo di buona volontà. Così, ancora più che attraverso gli "oracoli sulle nazioni" che costituiscono l'ultima parte del suo libro (cc. 46-52), egli sarà davvero "profeta delle genti".

Possiamo e dobbiamo fondarci sulla Parola del Signore, perché quanto essa annunzia si realizza certamente. Si realizza, però, al modo di Dio e non al nostro. Ciò che fa avanzare il Regno di Dio nella storia non sono i nostri successi (nemmeno come Chiesa), ma la fede che "spera contro ogni speranza" (Rm 4,18) e l'amore che si dona senza calcolo umano.

I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo.

 

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